In assenza di azzurri impegnati in campo, l’attenzione di oggi al Miami Open è catalizzata soprattutto dall’ottavo di finale che vedrà opposto Sascha Zverev ad Arthur Fils.
Il tedesco ha avuto un post-Australian Open veramente pessimo, compromettendo in larga parte ogni progetto di sorpasso a Jannik Sinner in cima al ranking ATP. Ora chiede strada al ventenne francese, che ha appena battuto Tiafoe in un match da TSO.
Sascha Zverev, la puntualità non è il suo forte
Quando Jannik Sinner lo ha nettamente sconfitto nella finale dell’ultimo Australian Open, Sascha Zverev appariva davvero devastato. Improvvisamente, il tedesco sembrava un paziente che si sfoga sul lettino dello psicologo, ma in mondovisione. Come se avesse improvvisamente realizzato di essere impotente di fronte ai propri limiti, Sascha li ha condivisi con milioni di appassionati, ammettendo che “non sono abbastanza forte” e avanzando dubbi sul fatto che prima o poi possa riuscire anche lui, a sollevare il trofeo di uno Slam.
In realtà, quell’ammissione di inadeguatezza fragorosamente eccessiva, era come l’altra faccia di una medaglia che ha contraddistinto la sua carriera. Fin dai primi successi giovanili, tutti pronosticavano per lui un futuro di vertice. Invece, i Big 3 che decidono di fare gli straordinari per qualche anno in più e la comparsa dei giovani fenomeni Sinner e Alcaraz hanno estromesso lui e tutta la generazione di mezzo (Tsitsipas, Fritz e tutti gli altri aspiranti top player nati prima del 2000) dai traguardi che contano.
La carriera di Sascha Zverev è stata quindi tutta un rincorrersi e un negarsi, quasi al punto da sottovalutare imprese titaniche come quella compiuta dopo il gravissimo infortunio occorsogli durante la semifinale del Roland Garros 2022. Una lesione ai legamenti della caviglia che aveva messo a rischio la stessa carriera del tedesco, ma dalla quale è progressivamente riuscito a tornare non solo ai livelli di prima, ma persino migliori. Eppure, nonostante ciò, Zverev è e si sente un incompiuto.
Ciò lo ha portato a ottenere grandi risultati, ma fallendo regolarmente gli appuntamenti che potevano chiudere un cerchio. Così era stato nella finale dello US Open 2020, quando tutto sembrava fatto ma si fece rimontare due set da Thiem. E anche nell’ultimo Roland Garros, dove aveva impressionato a due anni dal tremendo infortunio, era riuscito a salire 2-1 in finale contro Alcaraz, prima di subire un’altra rimonta. La sconfitta di Melbourne contro Sinner è stata l’unica senza storia e anche quella che ha provocato il famoso sfogo.
Da allora, Zverev è entrato in una nuova spirale di negatività e nemmeno la forzata assenza di Sinner, con l’improvvisa chance di superarlo e diventare per la prima volta n.1 ATP, sono bastati a ridestarlo. Si palesa di nuovo la maledizione della carriera di Alexander Zverev, quella di deludere scientificamente ogni volta che tutti lo attendono a qualcosa di grande.
Arthur Fils, il giovane vecchio
Quando si guarda giocare Arthur Fils, ci si dimentica quasi della sua carta d’identità. E non perché non abbia la fisionomia o la parvenza del ventenne, ma per altre ragioni sicuramente epidermiche, ma reali: vediamo Fils giocare – e spesso ad alti livelli – ormai da diverso tempo e quasi ci abbiamo fatto l’abitudine. Poi ci pensa lui, a ricordarci che in fondo è solo del 2004, rivendicando quasi il diritto a fare qualche cazzata, a commettere un errore stupido, a mettersi nei guai da solo.
In tal senso, il match di terzo turno di ieri contro Frances Tiafoe è stato una sorta di fiera degli orrori per larghi tratti, ma con uno svolgimento comunque mozzafiato e divertente, oltre a singoli colpi da cineteca. Entrambi hanno deliziato il pubblico con autentiche prodezze e lo hanno lasciato attonito per errori banali. La perla definitiva è stata comunque quella di Tiafoe che, dopo aver vinto in maniera ultra-rocambolesca il secondo set, portando il match al terzo nonostante Fils fosse stato a un passo dal portare a casa la vittoria, ha pensato bene di prendersi otto minuti di toilet break. In questo frangente, Fils ha avuto modo di ricaricarsi fisicamente e mentalmente, resettando gli errori compiuti e dando il via a un terzo set che lo ha visto andare subito sotto di un break, per poi vincere 5 giochi in fila e portare a casa la partita. Fils ha vinto sì per gli errori di Tiafoe, compreso un imbarazzante doppio fallo sull’ultimo match point, ma può gioire per la resilienza dimostrata (aveva crampi e altri problemi fisici) e per essere stato capace di alzare la qualità del suo tennis nel momento più importante.
Zverev-Fils, test di maturità e nervi
Il match di quest’oggi sara il quinto confronto fra Alexander Zverev e Arthur Fils, con il tedesco avanti 3-1. Tre di queste sfide si sono tenute nel 2024, su tre superfici differenti: l’erba di Halle, la terra battuta di Amburgo (finale vinta da Fils) e infine il sintetico indoor di Bercy. Manca solo il sintetico outdoor, assenza che verrà colmata proprio questa sera. Nei tre confronti dell’anno scorso, i due hanno sempre avuto bisogno del terzo set per avere ragione uno dell’altro. E chissà cosa saranno in grado di offrirci oggi, Sascha e Arthurino. Per il francese è una chance per dimostrare di valere i migliori e sconfiggere un top 5 per la terza volta in 7 match (l’altro top 5 già battuto è Casper Ruud). Per il tedesco è uno step nell’ennesimo percorso di redenzione, nella speranza che prima o poi azzecchi il modo di arrivare fino in fondo.