Compie 39 anni il più forte e longevo tennista di tutti i tempi. Detiene numerosi record, ha vinto tutti i tornei del Grande Slam e due medaglie olimpiche
Basta pronunciare un nome ed un cognome, Roger Federer, per ritrovarsi nella storia di tutti i tempi del tennis. Nato a Basilea l’8 agosto del 1981, alla soglia dei quarant’anni, lo svizzero che è attualmente al numero 4 del ranking mondiale ATP detiene una sfilza di record che valgono più di ogni parola sulla sua longevità agonistica ai massimi livelli e sul suo innato e cristallino talento. Sono i numeri a stabilirne la grandezza: 310 come le settimane trascorse in prima posizione della classifica mondiale. 20 come i tornei del Grande Slam che ha messo in bacheca. 31 come le finali giocate nei più prestigiosi eventi tennistici mondiali. 8 come le vittorie conquistate a Wimbledon, record “firmato” nel 2017 grazie alla vittoria su Marin Čilić e che lo rende imbattibile leader nella storia del mitico torneo inglese. 2 come le medaglie olimpiche che si è messo al collo: l’oro vinto a Pechino 2008 nel doppio assieme al connazionale Stanislas Wawrinka e l’argento conseguito a Londra 2012 nel singolare quando perse la finale giocata a Wimbledon con Andy Murray. O, ancora, 19 come i tornei vinti giocando sull’erba e 67 come i trionfi ottenuti sui campi in cemento. Ma sono tanti altri i primati messi in successione da “King Roger”: il Career Grand Slam completato nel 2009 grazie alla vittoria a Roland Garros. Dal 27 gennaio del 2019, Federer è anche l’unico tennista al mondo che detiene il record di vittorie i due tornei del Grande Slam: Wimbledon, come già detto e gli Australian Open dove, con sei affermazioni, condivide il primato con Djokovic ed Emerson. Al nome di Roger Federer è legata un’altra pagina storia del tennis mondiale: nel 2014, battendo il francese Richard Gasquet, ha regalato alla Svizzera la prima, storia affermazione nella Coppa Davis. “The Swiss Maestro” (altro soprannome che si è guadagnato strada facendo) oltre alle altisonanti vittorie ottenute in giro per il mondo, ha anche scritto pagine di tecnica del tennis. Elegante, come se fosse un giocatore d’altri tempi, il fuoriclasse elvetico, grazie a solerti allenamenti, ha affinato colpi che gli hanno permesso di diventare imbattibile. Gli esteti del tennis gli riconoscono il merito di essere uno dei pochi a giocare il dritto in “Neutral Stance” ovvero col piede destro parallelo alla linea di fondo. Un colpo al quale, grazie ad una improvvisa accelerazione data con l’avambraccio, ruotando il polso e avanzando la spalla, Federer riesce ad imprimere potenza e precisione oltre ogni limite, spesso imprendibile per l’avversario. La sua più grande dote è quella di farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. Un giorno ebbe a dire: «Io sento, quando qualcuno sta per colpire la palla, di sapere con che angolo e che effetto, semplicemente mi sembra di averla già vista. E questo è un enorme vantaggio». La crescita dell’atleta è andata di passo con quella dell’uomo. Nervoso e irascibile ad inizio carriera, Roger Federer si è pian piano imposto all’attenzione generale per aver portato in campo valori umani altissimi quali il rispetto, l’altruismo, la calma, l’umiltà. Dopo aver vinto uno dei suoi tantissimi tornei, disse: «Penso che si possa vivere senza Roger Federer. Il tennis è più grande del tennista». Di più… suo pensiero è anche: «Accetto il ruolo di superstar internazionale. Mi piace essere un idolo dei giovani perché amo rappresentare lo sport in modo corretto e quando vedo colleghi che si comportano male in campo (anch’io l’ho fatto) mi dispiace perché vorrei che il tennis desse solo esempi positivi». Molti fanno risalire il suo cambio di rotta allo splendido rapporto creato con Miroslava “Mirca” Vavrinec, l’ex tennista svizzera ritiratasi nel 2002 e poi divenuta sua moglie. I due hanno messo al mondo due altrettanto splendide coppie di gemelli: Myla Rose e Charlene Riva nate nel 2009, Leo e Lennart nati nel 2014. Di questo travagliato 2020, gli resta la semifinale giocata all’Australian Open con Djokovic e due operazioni al ginocchio. Ma non preoccupatevi: la storia di King Roger non è ancora giunta ai titoli di coda.