Mentre scriviamo, il Premier 1000 di Indian Wells è già senza giocatrici italiane da un paio di giorni. Con l’uscita di Lucia Bronzetti al 3° turno e di Jasmine Paolini agli ottavi, il sipario è calato.
Ne approfittiamo, allora, per provare a testare lo stato di salute del tennis femminile italiano.
Tennis e Italia: quando erano le donne a salvarci la faccia
I lunghissimi 48 anni trascorsi dalla vittoria di Adriano Panatta al Roland Garros 1976 e quella di Jannik Sinner all’Australian Open 2024 sono stati senza dubbio lunghi e difficili da sopportare, soprattutto per gli appassionati che hanno vissuto questo periodo di digiuno in totale o quasi, come chi vi scrive.
In questo frattempo, le donne sono state la stampella sul quale il tennis italiano si è spesso retto in piedi. Due Slam vinti, con Francesca Schiavone al Roland Garros 2010 e Flavia Pennetta allo US Open 2015, e tre finali, sempre a Parigi con Schiavone nel 2011 e con Sara Errani nel 2012, e con Roberta Vinci nell’indimenticabile US Open di quasi 9 anni fa.
Proprio la memorabile e pressoché irripetibile finale tutta italiana dello slam americano ci dice diverse cose utili a capire come siamo arrivati a questo punto. Non dimentichiamo che Flavia Pennetta è stata l’unica giocatrice ad annunciare il ritiro SUBITO DOPO aver vinto un torneo del Grande Slam, e che Roberta Vinci aveva fatto un autentico miracolo superando Serena Williams in semifinale. Flavia vinse ritirandosi a 33 anni, mentre la finalista Vinci ne aveva 32. Non si era trattato dunque di nulla di programmato, ma una felice quanto meritata congiuntura di eventi.
Aggiungiamo che Pennetta si era allenata, costruendovi gran parte della sua carriera professionistica, in Spagna. Poi c’è Francesca Schiavone, che è sempre stata una gran lavoratrice. Sulla terra rossa, la milanese è stata ai vertici WTA per diversi anni e, probabilmente, a cavallo degli anni ’10 era una delle due-tre più forti.
Il fatto che i due trionfi dell’Italia femminile del tennis siano stati purtroppo solo episodi, per quanto avvenuti con grandissimo merito da parte delle protagoniste, lo conferma il fatto che dopo queste campionesse non c’è stato un ricambio generazionale all’altezza. Ed è così che arriviamo alla situazione odierna.
Le migliori italiane nel ranking WTA, oggi
Posizione WTA al 14/3/2024 | Nome e cognome | Età al 14/3/2024 |
---|---|---|
14 | Jasmine Paolini | 28 |
49 | Lucia Bronzetti | 25 |
60 | Elisabetta Cocciaretto | 23 |
61 | Martina Trevisan | 30 |
97 | Sara Errani | 36 |
108 | Camila Giorgi | 32 |
153 | Lucrezia Stefanini | 25 |
243 | Nuria Brancaccio | 23 |
272 | Silvia Ambrosio | 27 |
297 | Giorgia Pedone | 19 |
Jasmine Paolini
Jasmine Paolini è l’esempio da seguire. La 28enne di Castelnuovo Garfagnana ha sfruttato come meglio non avrebbe potuto una buona concatenazione di eventi e accoppiamenti in tabellone, per andarsi a prendere il primo trionfo in carriera in un Premier 1000.
Tuttavia, si tratta di una vittoria che, per quanto gratifichi una ragazza che si è guadagnata con fatica ogni centimetro della sua carriera, non va sopravvalutata. Parlandoci molto chiaramente, l’attuale classifica di Jasmine è superiore al suo reale valore. Non ha rubato nulla, anzi – lo ripeto fino alla noia – la toscana è un esempio da seguire, per come è stata capace di costruire e migliorare una carriera nonostante evidenti limitazioni fisiche. E, oggi, il fisico nel tennis femminile è troppo importante.
Perciò bravissima Jasmine Paolini e molto bravo il suo coach Renzo Furlan che l’ha portata a un livello persino superiore alle sue reali possibilità. Lei farà giustamente di tutto per sfruttare i vantaggi di una classifica così, in termini di tabelloni più agevoli nei primi turni e anche bye che guadagnerà, dunque è credibile che la sua permanenza in top 15-20 possa durare anche a lungo. Lei ha lavorato moltissimo su resistenza fisica e su consolidamento e potenza dei fondamentali, in particolare il servizio che non potrà mai essere il suo punto di forza, ma almeno non è un evidente difetto come capita spesso (vedi Sara Errani).
Lucia Bronzetti
Nonostante abbia “già” 25 anni, la riminese Bronzetti sembra quella con i margini di miglioramento più ampi. Non arriverà mai in top 10, ma per lei una top 25 non è assolutamente preclusa. Dipende da lei e da come il suo team di coach, composto dai fratelli Piccari e dall’ex professionista Karin Knapp, riuscirà a farle fare il salto di qualità. Lucia tira forte, ha una struttura fisica che non le dà handicap nei confronti delle avversarie più forti, ma deve migliorare nella resistenza e nel colmare alcune lacune tecniche e tattiche che ancora ha.
Elisabetta Cocciaretto
Se qualche mese fa, diciamo dopo l’estate, avessimo dovuto scommettere su chi sarebbe stata la futura numero 1 azzurra, probabilmente saremmo andati senza esitazioni sulla marchigiana. Anche lei bassina, seppur con qualche centimetro in più rispetto a Paolini, Cocciaretto aveva mostrato una buona maturità nei tornei giocati. La vittoria estiva a Losanna l’aveva catapultata in top 30, dove sembrava potesse durare a lungo. Poi è arrivato l’autunno e un fastidioso problema di salute, che lei ha tenuto nascosto ma è venuto fuori in seguito: un’infezione batterica contratta in Cina durante un torneo, che l’ha costretta a uno stop non breve, avendo intaccato il sistema immunitario. Con fatica, Elisabetta si è rimessa in moto ripartendo con umiltà dai WTA 125 di Angers e Limoges. I risultati per adesso latitano, ma ragionevolmente il suo obiettivo sarà quello di tornare in piena forma per la stagione sul rosso. Lì, e solo lì, vedremo che 2024 potrà offrirci Elisabetta Cocciaretto.
Martina Trevisan
Dopo la fantastica semifinale al Roland Garros 2022, la toscana ha faticato molto a confermarsi. Il suo bilancio continua a essere estremamente positivo, considerando che per 5 anni – e fino al 2014 – aveva smesso senza più toccare una racchetta. La sua rimane quindi una storia importante di rinascita e di vittoria su problemi ben più importanti di un servizio all’incrocio delle righe. Tuttavia, parlando squisitamente di tennis, l’impressione netta è che l’apice della sua carriera sia già stato raggiunto. Martina è sempre una bella lottatrice e farà ancora qualche bella vittoria, ma a livello Slam quanto fatto nel 2022 sembra difficilmente ripetibile.
Sara Errani
A quasi 37 anni, la bolognese merita 37 minuti di applausi per riuscire a mantenersi in top 100, nonostante un tennis sempre più nemico delle sue caratteristiche e limitazioni fisiche. Saretta ha ampiamente dato, tutto quello che verrà sarà un successo.
Camila Giorgi
Fuori dalla top 100, ci occupiamo singolarmente solo di Camila Giorgi. E anche con un po’ di rabbia, aggiungerei. Da un punto di vista tecnico e fisico-dinamico, Camila sarebbe l’unica tennista italiana con caratteristiche da top atleta. Purtroppo, però, l’impressione che il tennis sia sempre meno una priorità nella sua vita, e che magari (legittimamente) lei sia proiettata a fare altro. Magari nel mondo della moda, che già la vede protagonista con il suo brand “Giomila”. Ed è un peccato, perché raramente come nel caso di Camila siamo di fronte a una che, quando ne ha voglia, può ancora battere chiunque, comprese Swiatek e Sabalenka. Perché tecnicamente non le manca davvero nulla, ha grande velocità di gambe e una velocità di palla su entrambi i lati davvero notevole. Peccato, peccato davvero.
Le altre e il futuro del tennis femminile in Italia
Dietro le tenniste menzionate, purtroppo, si fatica a individuare un profilo non necessariamente da “Sinner al femminile”, ma un prospetto da top 50 WTA. Stefanini, Brancaccio e Ambrosio sembrano già dei profili delineati, mentre una che potrebbe sorprendere è la palermitana Giorgia Pedone. A 19 anni, le consigliamo di viaggiare il più possibile a farsi le ossa e provare a essere competitiva su più superfici.
Il difetto che hanno avuto spesso le nostre ragazze, è stato quello di essere state troppo coccolate da coach, circoli, gruppi e magari anche federazione. In un tennis femminile sempre più fisico, le nostre tenniste vanno innanzitutto preparate adeguatamente sotto quell’aspetto. Altrimenti difficilmente, a meno di fenomeni imprevedibili, avremo ragazze in grado di tenere lo scambio ai livelli richiesti nel mondo WTA.