Rafael Nadal è uno dei giocatori più amati della storia del tennis e l’idea di perdere l’ennesimo pezzo importante di una generazione di tennisti che per certi aspetti non rivedremo mai più, è una prospettiva che ha messo in moto la stessa attesa poco piacevole riservata al suo caro amico Roger Federer.
Nel pomeriggio di martedì 16 aprile, Nadal è tornato in campo dopo un inizio del 2024 decisamente scarno non solo di risultati, ma anche delle presenze.
Barcellona, scrigno di tesori
Con ogni probabilità, saprete che la decisione di non prendere parte al torneo di Montecarlo, non sia stata presa a cuor leggero dal maiorchino, che, come da tradizione, non vi è campo della sua esistenza e, soprattutto, della sua condotta professionale, che non origini decisioni calcolate dopo infiniti e approfonditi ragionamenti.
Il 2023 ci siamo purtroppo lustrati gli occhi in maniera fin troppo esigua, visti gli appuntamenti ai quali lo spagnolo ha partecipato. Un piccolo assaggio alla United Cup a inizio anno contro De Minaur e due turni agli Australian Open in cui il primo la ciambella è uscita col buco dal forno contro Draper, ma la freschezza di McDonald lo ha travolto al secondo.
Per il resto silenzio assoluto. Un’annata totalmente buttata via, ma utilizzata per preparare il ritorno in grande stile per la stagione sulla terra rossa del 2024.
Nello stesso periodo dello scorso anno, le speranze di rivederlo rientrare in gioco in uno degli eventi che dominava, bastava ci fosse un po’ di terra sotto i piedi, si sono affievolite una dopo l’altra.
Montecarlo fu il primo ad essere saltato, il primo di tutta la serie primaverile sulle Terra, ma già qualcosa si era capito, poiché sarebbe stato davvero difficile pensare ad una defezione nel torneo catalano, senza una ragione grave.
Ed è così che, tenendo gli sponsor e tutti i suoi tifosi sulla corda, l’annuncio della sua assenza al Grande Slam del Roland Garros, si era addirittura temuto il peggio di un definitivo ritiro dai tornei major.
Cosa è successo durante la scorsa stagione
Da quel momento di Rafa Nadal si sono sentite notizie sempre meno frequenti, ma la speranza dei tifosi dello spagnolo, è stata sempre quella che il loro beniamino stesse semplicemente provando a recuperare per regalare al tennis almeno l’ultima stagione a grandi livelli.
Dopo l’ultima sua partita giocata a Melbourne il 18 gennaio, Nadal è quindi sparito dai radar, ma la sua proverbiale resilienza e la sua incredibile professionalità hanno fatto il resto.
All’indomani del primo Grande Slam della stagione 2023, Nadal aveva fatto spaventare un po’ tutti, per via del fatto che dichiarò di “non essere sicuro di poter tornare a giocare a tennis ai massimi livelli“.
Parole che per un giocatore come lo spagnolo suonavano stonatissime in un contesto come quello della sua carriera, fino al novembre del 2023, quando decise di dare una speranza e una delusione: “il 2024 tornerò in campo, ma sarà il mio ultimo anno”.
Il campione di Manacor diede così una speranza alle soglie dell’inverno, con l’idea che tutti toccarono di rivederlo di nuovo, a un anno di distanza, agli Australian Open.
Il guaio che ha tenuto Nadal fuori per tutta la scorsa stagione, era originato da una lesione al muscolo ileopsoas della sua gamba sinistra, un muscolo che, se sollecitato da qualche infortunio, è di difficilissima guarigione, visto che viene considerato tra i muscoli composti più interni che si trovano tra anca e femore.
Lo spavento e il rientro
Non era certo sicura la sua partecipazione agli AUO di quest’anno, ma qualche speranza in più si è avuta quando Nadal ha dato per certa la sua partecipazione al torneo di inizio anno a Brisbane, durante il quale le vittorie nette contro Thiem al primo turno e Kubler al secondo, avevano fatto ben sperare per un rientro in grande stile.
Al terzo turno Thompson troncò sul nascere le velleità di Nadal che, a pochi giorni dallo start dello Slam australiano, arrecò un nuovo dispiacere al giocatore spagnolo, che, proprio durante la frazione decisiva contro il suo rivale, si fece curare dopo una fitta nella stessa parte dell’anca martoriata nei mesi precedenti.
Va da sé che non vi furono segnali positivi, anche perché cominciarono a passare le settimane e la stagione sulla terra rossa stava per riprendere.
Si sapeva che il rientro nel torneo di Montecarlo, sarebbe stato difficile, ma il terrore era quello di vivere il deja-vu della passata stagione che, a questo punto, sarebbe stato, a 38 anni, difficile da recuperare.
Nel pomeriggio di martedì 16 aprile, dopo la comunicazione fatta trapelare attraverso i suoi social non più di qualche giorno fa, Nadal è rientrato in campo, sfidando uno dei nostri giocatori di punta a Barcellona, Flavio Cobolli.
Sensazioni positive
Se non è stato un assolo, poco ci è mancato.
Fin dai primi colpi, Cobolli non è sembrato in condizione di limitare la violenza dei colpi del maiorchino, parso in splendida forma, fisicamente molto lucido e tecnicamente davvero difficilissimo da tenere sotto pressione.
Il match è stato praticamente a senso unico, ma pensare ad un atteggiamento remissivo da parte di Cobolli, sarebbe sbagliato a prescindere.
Il tennista azzurro ha provato a mettere le sue solite palle molto vicine alle righe e pure con una certa velocità, qualche variazione di ritmo, ma Nadal è sembrato essere tornato quello di un tempo.
Concreto al servizio, con il 65% di prime palle e un sontuoso 78% di punti portati a casa con il primo servizio, Nadal ha concesso in tutto due sole palle break, delle quali una salvata e una trasformata in punto dall’italiano.
L’aggressività da parte di Nadal gli è servita per chiudere il match contro Cobolli in meno di un’ora e mezzo ed è giusto fare affidamento sullo spagnolo in questo stato di grazia.
Il prossimo match sarà quello contro Alex De Minaur, che sta giocando in maniera piuttosto positiva e potrebbe mettere in difficoltà Nadal in modo maggiore.
Ma non è importante cosa succederà contro De Minaur, l’incontro di martedì dovrà essere visto dall’occhio attento dello staff di Nadal in ottica ben più allargata, in vista dei prossimi impegni, come quello di Parigi, con l’eventualità che esso possa essere l’ultimo per il campione dei campioni sulla terra battuta.