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Arrivato a Wimbledon con tutti i dubbi del mondo, Novak Djokovic è riemerso come l’araba fenice ed è parso, contro Holger Rune, in una versione vicina a quella ingiocabile a cui eravamo abituati fino a qualche tempo fa.

La resurrezione di Nole

Quando si ha davanti uno come Novak Djokovic, per certi versi il campione sportivo diventa quasi inenarrabile. Oltre al tempo molto ridotto trascorso fra l’intervento al menisco e il rientro in campo per il torneo più importante dell’anno, c’è anche da ricordare che Nole dimesso e poco competitivo (per i suoi altissimi standard) avevamo visto finora, nel 2024. L’impressione era di una leggenda che si incamminava verso un declino che è inevitabile per tutti, anche per chi a volte sembra la più estrema antitesi del comune mortale.

E invece Novak Djokovic dà proprio quell’impressione di rifiuto netto del declino, come se davvero avesse dei poteri di fermare il tempo. In fase di presentazione del torneo avevamo riportato le sue parole, ovvero che si sarebbe presentato a Wimbledon non per passare qualche turno, ma solo se avesse avuto la sensazione di poter arrivare in fondo. C’era un’ovvio scetticismo in generale, ma non in lui. Dopo l’esibizione contro Holger Rune, tutti abbiamo improvvisamente avuto di fronte come il materializzarsi delle parole “arrivare fino in fondo”.

Da cui la domanda ribaltata: non “Nole può arrivare in finale?” ma “Chi può fermare Nole sulla strada della finale?”

Novak Djokovic e i tre candidati a togliergli un posto in finale di Wimbledon 2024

I candidati rimasti sono tre, uno certo e un altro che uscirà dall’ultimo quarto di finale: Alex de Minaur, Lorenzo Musetti e Taylor Fritz. Vediamo quali possono essere le chance dei tre, sapendo che l’unico certo di incontrare Nole è proprio l’australiano, suo avversario nei quarti.

Alex de Minaur (precedenti: 2-1 Djokovic)

Il 25enne australiano è un ragazzo intelligente e un gran lavoratore. L’anno scorso aveva definitivamente compreso che il livello raggiunto gli permetteva di arrivare vicinissimo ai migliori, ma quasi senza chance di batterli, o almeno nei momenti che contano. Così “Demon”, soprannome con cui è noto nel circuito, ha lavorato tantissimo su servizio e dritto, per renderli più ficcanti e limare in tal senso una parte del gap dai pochi che gli stanno davanti. Sulla terra battuta si è avuta una prima dimostrazione del “nuovo” de Minaur, capace di raggiungere i quarti al Roland Garros, dove aveva fatto al massimo secondo turno. Il nuovo Alex de Minaur si è visto anche in classifica, visto che nel 2024 ha varcato per la prima volta la soglia della top 10. Ora, il prossimo step, sarà raggiungere la prima semifinale Slam.

Contro Novak Djokovic la situazione è di 2-1 per Nole, ma l’unico successo di Alex è arrivato in United Cup. Djokovic lo ha distrutto nel gennaio 2023 al quarto turno dell’Australian Open (6-2 6-1 6-2), e lo ha battuto anche sulla terra di Montecarlo nell’aprile scorso (7-5 6-4).

Rune è sicuramente incappato in una giornata storta, favorita dal più grosso produttore di giornate storte nella storia del tennis. Non è un segreto, infatti, che una consistente parte del talento di Nole sia sempre stata proprio quella abilità non solo nel far giocare male gli avversari, ma di entrare nelle loro teste e smontarne le certezze.

Da questo punto di vista, Alex de Minaur non è immune dal “metodo-Nole” ma è mentalmente il più solido dei tre possibili rivali verso la finale. Anche nei momenti difficili, difficilmente si disunisce. E una dimostrazione l’abbiamo avuta contro Fils, che ha provato a rientrare di prepotenza in un match che appariva chiuso, ma Alex glielo ha impedito con una solidità semplicemente superiore.

La freschezza atletica di de Minaur può essere un fattore importante a favore dell’australiano, perché se c’è qualcosa che ancora non abbiamo visto messa a dura prova, è la resistenza fisica di Djokovic dopo l’intervento. Contro Fearnley e Popyrin è rimasto in campo circa 3 ore, ma nessuno è mai riuscito a portarlo al 5° set. Intendiamoci, anche lì il serbo ha un record da alieno (38 vinte e 10 perse) e l’unico match perso al quinto set negli ultimi 5 anni è stato proprio la finale di Wimbledon 2023 contro Alcaraz.

Non possiamo avere la certezza di come arriverebbe questo Novak Djokovic a un eventuale quinto set contro de Minaur. L’australiano ci deve arrivare, però.

Lorenzo Musetti (precedenti: 5-1 Djokovic)

Qui la situazione si fa di vantaggio ancora più netto per Novak Djokovic, sia per precedenti (5-1) che ovviamente per esperienza a questi livelli. Lorenzo è al primo meritatissimo quarto di finale in uno slam, situazione che Nole ha già vissuto 57 (cinquantasette) volte. Il carrarino porta il suo tennis obiettivamente splendido da ammirare e che qui sui prati londinesi sembra diventato meno vanesio e più efficace.

Non dimentichiamo però che, nonostante il 5-1 nei precedenti, Lorenzo è stato capace di portare Nole per due volte al quinto set, entrambe al Roland Garros (2021 e 2024). L’ultima è stata una sorta di KO tecnico, ma qua la speranza è che Musetti riesca a far correre Nole con le sue traiettoria personali e imprevedibili. Pure il più forte difensore nella storia del tennis ha mostrato qualche difficoltà di lettura dei colpi di Lorenzo. Il team dell’azzurro sa bene tutto questo e dovrà cercare di mettere a punto dei piani partita che, possibilmente, non prevedano l’arrivo al quinto set. Pur nei sensibili miglioramenti apprezzati fin qui, e che vengono dopo un periodo di crisi nera, la pressione e i precedenti (4-0 e ritiro al Roland Garros 2021, 6-0 nel 2024) metterebbero Musetti ancora più in difficoltà, spianando la strada al serbo.

Taylor Fritz (precedenti: 9-0 Djokovic)

In teoria, se Taylor Fritz battesse Lorenzo Musetti, per Nole (ovviamente a condizione di aver già sconfitto de Minaur) sarebbe lo scenario quasi ideale. La situazione nei precedenti con Fritz è quasi imbarazzante: 9-0.

Lo statunitense è esattamente quel tipo di giocatore con cui Nole ha sempre giocato al gatto col topo, una formazione da bombardiere che però rimbalza regolarmente contro il muro di gomma eretto dal serbo, che poi ha la classe e l’esperienza per cercare sempre il modo giusto per portarla a casa. Detto questo, Fritz ha mostrato una inusuale tenacia nel match quasi perso e infine vinto al quinto set contro Sascha Zverev. L’impressione è che il tedesco fosse menomato o quantomeno limitato nei movimenti, per un problema al ginocchio sinistro, ma Fritz ha giocato davvero bene i punti importanti. L’americano ha anche messo nel bagaglio qualche variante come i dropshot, ma un Nole in condizione atletica sufficiente può certamente neutralizzarli.

Ricordiamo la gigantesca occasione che Fritz ebbe nel 2022, sempre ai quarti di Wimbledon, contro un Rafa Nadal che quasi non riusciva più a muoversi, na Taylor riuscì a perderla al quinto set. Quel match ha accompagnato finora lo statunitense come una sorta di carta d’identità, dei limiti che separano alcuni giocatori molto forti dal fare un definitivo salto di qualità. A 26 anni è ancora in tempo per farlo, ma deve superare un enorme scoglio mentale. Che è proprio il terreno di caccia prediletto da Novak Djokovic.