Anche a Miami, come a Indian Wells, Jannik Sinner è l’unico tennista rimasto in corsa tra singolare maschile e femminile. Tecnicamente Jannik non è l’unico ad aver raggiunto i quarti di finale, perché ci è riuscita anche Martina Trevisan nel femminile, ma è l’unico a poterli ancora superare.
Jannik Sinner da applausi, e ora Ruusuvuori
Prima Laszlo Djere, poi Grigor Dimitrov, quindi Andrey Rublev. Il risultato è sempre lo stesso: 2 set a 0. La difficoltà dei tre match affrontati da Jannik Sinner non era però affatto uguale. Djere era avversario morbido, con qualche complicazione data dall’esordio dopo la delusione di Indian Wells. Dimitrov l’ex grande prospetto capace sempre di grandi cose se in giornata di grazia, cosa che però al bulgaro capita sempre più di rado.
Jannik è comunque stato molto autoritario contro Dimitrov, e lo è stato ancora di più ieri con Andrey Rublev. Il russo non ha nemmeno giocato male, ma semplicemente Sinner è un tipo di avversario che soffre tremendamente, perché ti entra in testa e ti toglie certezze. Esattamente quanto fatto ieri dall’italiano, che lo ha letteralmente mandato in tilt.
Rublev ha cercato di uscire dal flipper impostato dall’azzurro cercando di tirare più forte e più profondo, per non regalare campo e farsi invadere da Sinner. Ma l’unico risultato che ha ottenuto è stato un gran numero di errori gratuiti.
Ora la sorte è stata benevola, poiché nel quarto in cui avrebbe dovuto incontrare Casper Ruud o Sascha Zverev ecco invece Emil Ruusuvuori. La cosa è anche curiosa, perché è il terzo anno in fila che il tabellone del Miami Open lo vede incrociare il finlandese. 63 62 nel quarto turno 2021, mentre 12 mesi fa fu parecchio più dura, per Sinner: 64 36 76, in un secondo turno inusualmente complicato.
Ruusuvuori si è guadagnato un pezzo di storia (è il primo finlandese a raggiungere i quarti di un Masters 1000 dai tempi di Jarkko Nieminen) battendo in un match durissimo Botic Van De Zandschulp, dopo avere superato Taro Daniel, Roberto Bautista Agut e Nuno Borges. Ad ogni modo con Sinner è sotto 1-4, avendo vinto soltanto il primo confronto diretto (Challenger a Canberra nel gennaio 2020). Il replay della semifinale con Alcaraz di Indian Wells non è ancora realtà, ma potrebbe diventarlo presto.
Peccato Sonego e Trevisan
L’occasione era propizia per entrambi, perché né Lorenzo Sonego né Francisco Cerundolo erano attesi a questo ottavo di finale, alla vigilia del Miami Open. Poi però l’argentino ha distrutto Felix Auger-Aliassime e l’azzurro ha annichilito Frances Tiafoe, dunque tutti e due si presentavano come outsider ma di livello. Il torinese ha vinto il primo set 63, ma l’argentino ha confermato l’incredibile feeling con questo torneo e questo pubblico, non sbagliando praticamente più e vincendo in rimonta 63 62. Ora per lui ai quarti c’è il russo Khachanov, prevalente su uno Tsitsipas ancora alla ricerca della forma migliore.
Martina Trevisan ai quarti c’era invece arrivata già. La numero 1 azzurra era stata anche fortunata, poiché dopo il primo turno vinto contro Nao Hibino avrebbe dovuto incontrare la numero 1 al mondo Swiatek. La polacca si è però ritirata per un problema fisico e così Martina ha vinto una bella battaglia contro la statunitense Claire Liu, beneficiata da un bye per il forfait di Swiatek. Quindi Trevisan ha completato il suo piccolo capolavoro infierendo sulle solite incertezze di Jelena Ostapenko, potentissima ma fallosa anche di più.
Martina ha “cucinato” per bene la lettone approfittando dei tantissimi errori gratuiti, guadagnandosi il suo primo quarto di finale in un Masters 1000. Ma Elena Rybakina era davvero troppo per lei: la russa (naturalizzata kazaka) sarebbe anche molto al di sopra dell’attuale numero 10 al mondo, se avesse ottenuto i punti vinti a Wimbledon. Ad ogni modo la Rybakina è stata ancora una volta inarrestabile al servizio: con il match vinto ieri contro l’italiana ha superato i 200 ace in stagione, con appena 24 partite giocate.