Intorno alla mezzanotte italiana, Matteo Berrettini affronterà Taylor Fritz nei quarti di finale del Miami Open. Un appuntamento importante, che l’azzurro attende da più di un anno.
Il 5 marzo 2024, quando era appena crollato al n.154 ATP, ci chiedevamo se Matteo Berrettini sarebbe mai potuto tornare al top. La risposta che ci davamo era che sì, la risalita era possibile, la top 30 sarebbe stata da considerare – salute permettendo – un obiettivo minimo. Oggi ritroviamo Matteo al n.30, anche se virtualmente è già n.27 e, se stasera riuscisse a battere Taylor Fritz, l’asticella si sposterebbe ancora più in alto.
Di certo facile non sarà, perché l’americano è proprio un tipo di giocatore che Berrettini ha sempre sofferto e infatti non è mai riuscito a sconfiggerlo, in quattro precedenti. Quello di oggi, tuttavia, è un Matteo che sembra più forte che mai, soprattutto mentalmente.
Matteo Berrettini: cosa non ha funzionato finora contro Taylor Fritz
Se ci si basa soltanto sui precedenti, la situazione in vista del match di questa sera sembra assai sconfortante. Taylor Fritz ha battuto Matteo Berrettini in 4 occasioni su 4, con una striscia aperta di 9 set vinti consecutivamente. L’italiano aveva vinto il primo, nel primo confronto in Coppa Davis 2019, per poi perderne nove consecutivamente. L’ultima volta che si due si erano trovati di fronte era stato 6-3 7-6 6-1 al 2° turno dello US Open 2024. Un 3-0 senza appello, per una difficoltà che pare davvero singolare.
Ci sono altri tennisti con cui Berrettini è in svantaggio o è spesso andato in difficoltà. Si pensi a Tsitsipas, contro il quale è sotto 6-1, mentre con Alcaraz la situazione è di 1-3 e con Djokovic ha da poco bilanciato, andando 1-4. Con altri top player non ha mai vinto, 0-2 contro Sinner e 0-3 contro Medvedev, ma lo 0-4 contro Taylor Fritz sembra davvero senza spiegazione. Sembra, però.
Gli ultimi due confronti, in particolare, hanno evidenziato meglio ciò che era già noto, ovvero che Matteo Berrettini soffre assai il servizio di Taylor Fritz. Pur escludendo il primo confronto in Coppa Davis perché è di 6 anni fa, nelle ultime tre partite Fritz ha vinto in media l’86% di punti con la prima, che diventa l’88,5 nelle ultime due. In questi due ultimi match, inoltre, l’americano non ha concesso nemmeno una palla break all’azzurro, neanche una in cinque set: due alla United Cup 2023, tre allo US Open 2024.
Cosa ci dice la vittoria su Alex de Minaur
Proprio dal 3-0 inflitto da Taylor Fritz a Matteo Berrettini nell’agosto scorso allo US Open ripartiamo per un confronto con il Matteo attuale, in particolare quello che ha appena vinto contro Alex de Minaur. A Flushing Meadows, Berrettini aveva avuto un return rating disastroso di 23, contro il 155 dell’avversario. Segno di una giornata storta, sicuramente, ma anche di un percorso di ritorno ad alti livelli che conosceva allora un momento di stanca, dopo il grande rush della primavera e prima parte di estate (da marzo a luglio, finale a Phoenix e Stoccarda, vittorie a Marrakech, Gstaad e Kitzbuhel).
Ieri sera, Matteo Berrettini ha battuto Alex de Minaur ottenendo un return rating di 150 (123 per l’australiano). Ma la cosa più impressionante di questa vittoria è stata il “come”, ovvero averla ottenuta in due set dopo che de Minaur era andato avanti di un break e aveva avuto qualcosa come 6 set point. Matteo ha resistito prendendosi il tie-break, è andato sotto anche lì 3-6, per poi chiudere 9-7.
Si tratta di una vittoria di cui Matteo va comprensibilmente orgoglioso, perché ottenuta annullando 6 set point e 7 palle break sulle 9 concesse, ma soprattutto perché ottenuta con grande tenuta mentale contro colui che forse è il giocatore mentalmente più forte del circuito, esclusi marziani come Djokovic e Sinner.
Questo successo può dare la giusta fiducia a Matteo Berrettini, stasera, per cancellare quell’odioso 0.