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Il termine “icona” è decisamente abusato, nei nostri tempi, ma per Martina Navratilova si rende necessario peccare di cacofonie. La sua vita e la sua carriera sono testimonianze di quanto la campionessa cecoslovacca-statunitense abbia inciso nella storia dello sport e nel costume.

Martina, ribelle nata

Raccontare in poche righe la vita di Martina Navratilova sarebbe compito improbo, dunque bisogna servirsi di alcune “milestones”. La più efficace di tutti è forse quella accaduta ai primi di settembre del 1975. Martina Navratilova non ha ancora compiuto 19 anni, è reduce da un anno in cui ha perso in finale al Roland Garros da quella stessa avversaria con cui avrebbe composto la più bella e grande rivalità nella storia dello sport femminile e non solo, Chris Evert. Proprio da Evert ha appena perso in semifinale US Open, ma qui Martina compie un gesto da rivoluzionaria. Si presenta presso gli uffici dell’Immigration and Naturalization Service di New York, inoltrando domanda di diserzione dal regime comunista del suo paese d’origine, la Cecoslovacchia. Le viene concessa subito una Green Card e Navratilova diventerà a tutti gli effetti cittadina statunitense nel 1981, dopo alcuni anni vissuti tecnicamente da apolide.
Siamo negli anni in cui la Guerra Fredda scorre ancora a fiotti nel sangue del mondo occidentale. Navratilova è uno dei primissimi esempi di atleti che si ribellano al regime, come farà qualche anno dopo anche Ivan Lendl, giusto per rimanere in ambito tennistico.

Un gesto del genere, appena maggiorenne, era comunque indicativo di una personalità dispari, che non sapeva e non poteva accodarsi al gregge. Inoltre, Martina fu anche la prima atleta donna a dichiarare apertamente la sua omosessualità.

Martina Navratilova, attaccante purissima e un record inavvicinabile: 59 prove del Grande Slam!!!!

Tennisticamente, Martina Navratilova era una sorta di enciclopedia vivente del tennis classico, tutto serve and volley nella più alta delle accezioni tecniche.

Infatti, l’erba di Wimbledon è stato teatro di molte delle sue più grandi imprese, e del 50% delle 18 prove del Grande Slam che Martina ha vinto.

Le sue caratteristiche la portavano a essere naturalmente una eccelsa doppista, e infatti a Martina Navratilova appartiene uno dei record più assurdi che si possano immaginare: è infatti l’unica tennista (uomini compresi) ad aver vinto TUTTE le prove del Grande Slam almeno una volta in tutte le specialità: singolare, doppio e doppio misto.

In totale, Martina Navratilova ha vinto qualcosa come CINQUANTANOVE prove del Grande Slam: 18 in singolare, 31 in doppio e 10 in doppio misto, l’ultima delle quali lo US Open 2006 a quasi 50 anni, in coppia con Bob Bryan. Se ve lo steste chiedendo, la risposta è: sì, è un record anche questo.

La rivalità con Chris Evert

Ne scrivevo tempo fa a proposito della rivalità tra John McEnroe e Bjorn Borg: ogni rivalità, per divenire davvero popolare, deve essere per forza polarizzante. Quella tra Martina Navratilova e Chris Evert lo è stato come forse nessun’altra rivalità sportiva nella storia. Una mancina e l’altra destrorsa, una attaccante pura a l’altra regolarista, una gay e l’altra etero, Martina Navratilova e Chris Evert erano divise da tutto, ma a unirle era un’amicizia profonda, arrivata fino ai giorni nostri e cementata dalla comune battaglia contro il cancro, che ha colpito entrambe più di una volta.

Martina e Chris si sono affrontate 80 volte, di cui 60 erano finali. Non vi scomodate a cercare: entrambi i dati costituiscono record assoluti, oltre che molto difficili non solo da battere ma anche da avvicinare. Per dire, Rafa Nadal e Novak Djokovic si sono affrontati 60 volte.

Il bilancio parla leggermente in favore di Martina Navratilova con 43 vittorie a 37, mentre negli Slam il bilancio è di 14-8 sempre in favore di Martina.

La loro storia è anche una storia di due ragazze che facevano di tutto per superarsi, migliorandosi a vicenda. Nel 1984, Evert si impegnò tantissimo per cercare di migliorare il passante e così provare a controbattere allo strapotere di Navratilova a rete, che l’aveva sconfitta per 13 volte consecutive. Da allora, Chris limitò i danni vincendo 7 delle loro rimanenti 19 sfide. La rivalità terminò con il ritiro di Chris Evert nel 1989. L’amicizia continua ancora oggi.

Una delle partite più memorabili di questa infinita rivalità è stata sicuramente la semifinale US Open del 1981, di cui qui trovate una sintesi.