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L’amarezza è ancora tanta, per l’uscita di Lorenzo Musetti al terzo turno dello US Open contro Brandon Nakashima. Che ha giocato globalmente meglio, in un match ad alto tasso di spettacolarità ma in cui l’italiano è mancato un po’ troppo nel servizio. E, stavolta sì, la fortuna non gli è stata davvero amica.

Lorenzo Musetti: come è andato il match contro Brandon Nakashima

Nel 2005 – a 33 anni appena compiuti – Davide Sanguinetti otteneva il suo miglior risultato in carriera allo US Open, uscendo in 4 set da David Nalbandian. Forse lo spezzino non immaginava che agli ottavi di Flushing Meadows sarebbe tornato 19 anni dopo, seppure da coach. Lo fa con pieno merito, poiché il Brandon Nakashima che si è presentato a questo torneo è in una versione davvero scintillante. Quando un giocatore si esprime su livelli che non aveva mai conosciuto prima, le cose sono due: o sta overperformando, oppure è in un punto di svolta della carriera. Vista l’età del ragazzo, è più probabile la seconda ipotesi.

Primo set

Brandon parte come un fulmine nel primo set, annichilendo Lorenzo Musetti con un’atteggiamento assai aggressivo e un tennis che non è solo fisicità ma anche ricami, come una contro-corta millimetrica che strappa applausi al pubblico del campo numero 17. Non a caso, nel 6-2 con cui chiude rapidamente la prima partita, Nakashima mette a segno qualcosa come 14 vincenti su 25 punti totali vinti.

Secondo set

Lorenzo Musetti si riprende dallo shock ed entra in partita nel secondo set, scappa subito 3-0 e poi gestisce, anche per il prevedibile calo dell’americano. Sul 4-2 15-30, in un momento molto delicato, Lorenzo trova un recupero irreale che passa esternamente al paletto e quindi, dopo l’altrettanto pazzesco recupero di Nakashima, chiude con un drittone inside out. Tutto, ancora una volta, da applausi a scena aperta.

Terzo set

Nel terzo set si viaggia sul filo dell’equilibrio, con Musetti che deve supplire a un servizio sempre troppo ballerino con colpi da antologia. In particolare, un pallonetto di controbalzo nel primo punto del 7° game fa gridare al miracolo, ma Nakashima continua a essere più consistente e riceve un aiuto costante dal servizio, chiudendo 6-3 la terza partita.

Quarto set

Il quarto set è quello che fa gridare vendetta, perché Lorenzo parte fortissimo e vola sul 4-0, ma poi succede quello che non si aspetta più nessuno, tranne il suo avversario.
Sul 4-3 30-15 e servizio, Musetti commette tre doppi falli consecutivi, regalando il secondo controbreak al suo avversario. Mentalmente è un colpo durissimo, ma anche qua Musetti si conferma cresciuto, reagisce bene e vince un logorante nono game. Si arriva al tie-break dove però la differenza la fa il servizio, che assiste Nakashima e mentre per Musetti latita ancora una volta, l’ultima. Finisce qui, 6-2 3-6 6-3 7-6.

Il servizio che (non) fa la differenza

Diciamo subito che il match Lorenzo lo ha perso con le incertezze in battuta, come ha onestamente ammesso anche lo stesso toscano a fine match, mentre Nakashima ha sempre trovato nel servizio un supporto fondamentale per impostare il suo gioco.

Brandon Nakashima ha dominato il primo set in ogni fondamentale, ma partendo da un mostruoso 74% di prime palle messo dentro, contro il 53 dell’azzurro.

Non è un caso se il secondo set, dominato da Musetti, sia l’unico in cui l’italiano ha messo dentro più prime palle del suo avversario (72% vs 62%). Nel quarto e decisivo set, la differenza è stata nuovamente abissale: 73% di prime in campo per Nakashima, solo il 53 per Musetti che non riesce ad aggrapparvisi nei momenti importanti, come invece fa scientificamente il suo avversario.

Lorenzo Musetti e il supplizio dei nastri avversi

Un aspetto curioso, che abbiamo visto un po’ in tutto il match ma in particolare nel cruciale quarto set, è qualcosa di paradossale: l’incidenza della fortuna.

Nel suo periodo di involuzione, diciamo così, Lorenzo Musetti era solito attribuire alla sorte avversa alcune sconfitte. E allora questo avversario ha sculato, quell’altro ha giocato il match della vita, quell’altro ancora prende le righe eccetera.

Sappiamo bene che la fortuna, nel tennis, non esiste. O meglio, non esistono carriere decise da un nastro, ma nel breve periodo gli elementi aleatori possono incidere eccome. E ieri lo hanno fatto, senza alcun dubbio.

In una trama davvero beffarda, il recupero da 0-4 a 4-4 di Brandon Nakashima è stato supportato da diversi nastri piuttosto pesanti, uno dei quali in un punto di importanza cruciale.

Siamo sul 4-3 Musetti, servizio Nakashima. Sul 30-30, Lorenzo era riuscito a trovare un angolo pazzesco in recupero di dritto, praticamente da 4 metri fuori dal campo, procurandosi una palla break che poteva riportarlo avanti 5-4 e servizio. Sul 30-40, però, Nakashima trova un nastro che muore poco oltre la metà campo di Musetti, ad annullare il break point.

Da lì all’epilogo del tie-break, ci sono almeno altri due nastri che perlomeno infastidiscono Musetti, come uno che devia un dritto interlocutorio di Nakashima, sbilanciando l’italiano che poi offre facile chiusura al rivale.

Sembrava una sorta di prova del nove, un test per provare la resistenza di Lorenzo Musetti ai momenti di sfortuna, la sua capacità di essere impermeabile alla sorte avversa e continuare a guardare punto per punto. Inevitabilmente, la tenuta mentale di Musetti vacilla, lo si rivede imprecare lamentando che all’avversario accada “OGNI CA**O DI PUNTO”. Noi che lo guardiamo da casa non possiamo che solidarizzare con lui, sperando che la crescita di questi ultimi mesi lo sorregga. Non è servito per vincere il match, ma l’atteggiamento e le risposte post-match ci dicono che la strada imboccata è quella giusta.

Lorenzo Musetti è oggi più forte di qualsiasi sfortuna che momentaneamente lo colpisca, sa mettersi le negatività alle spalle e ha una solidità atletica impensabile fino a poco tempo fa.

Deve lavorare ancora molto su un servizio troppo ballerino e poco alleato nei momenti caldi, ma questo lo sa anche lui.