La delusione per la sconfitta di Indian Wells contro Carlos Alcaraz è ancora tanta, perché le aspettative su Jannik Sinner sono ormai altissime. Ma sono forse troppo alte e dovremmo rivederle al ribasso? No, ma non bisogna dimenticare che lo sport di vertice è un percorso, in cui si mette in conto di perdere contro quelli più forti, con l’obiettivo di superarli.
Jannik Sinner è sopravvalutato?
Quando questo roscio altoatesino ha fatto la sua comparsa nel tennis professionistico, tutto il mondo ne fu da subito impressionato non solo per la solidità dei colpi ma anche per quella mentale, assolutamente merce rara per un teenager. Questa è rimasta una caratteristica di Jannik e presumibilmente lo sarà sempre, ma proprio quella forza mentale lo ha portato a decisioni difficili, come quella di cambiare team di coaching.
Si parla spesso della mancanza di completezza dell’arsenale tecnico come il più grande difetto di Sinner, ma le cose non stanno proprio così. Sulla palla corta sta lavorando, sul gioco di rete c’è moltissimo da fare anche se lui sa bene che non diventerà mai Pat Rafter. Dove Jannik paga ancora qualcosa contro i rivali più forti è nel fisico e nel servizio.
Il fisico e il servizio decisivi con Alcaraz
Nel match dell’altro giorno contro Carlos Alcaraz, avevamo di fronte un 21enne contro un 19enne, ma quest’ultimo molto più avanti nella formazione fisica e muscolare. Certo, l’Alcaraz di oggi è un tennista che “sa fare più cose” rispetto a Sinner, il suo essere così maturo anche tatticamente a 19 anni è strabiliante, ma la differenza la fa la consistenza fisica che accompagna il talento.
E poi c’è il servizio, certo. Capitano le giornate in cui la prima non vuol saperne di entrare, ma contro uno come Alcaraz la vulnerabilità di questo fondamentale è venuta fuori in tutta la sua gravità. Perché servendo il 51% di prime puoi salvarti se giochi con un top 40, un top 30, ma contro i migliori è qualcosa su cui paghi dazio. Questo ci porta all’argomento più importante di questa analisi: la reale competitività di Jannik Sinner ad altissimi livelli.
Jannik forte solo contro i deboli? Fake news, soprattutto oggi
I più critici hanno sempre sottolineato che Jannik Sinner aveva un gioco buono per battere i più deboli, ma insufficiente per battere i più forti. Numeri alla mano, anche se il concetto risulta troppo banalizzato, non si può dire che sia falso tout court.
Jannik ha costruito la sua classifica in maniera intelligente, vincendo molto e scalando i ranking in maniera esaltante. Ma il suo score con i top 5 è stato ed è estremamente deficitario. Ad oggi, nei match contro i top 5 il suo bilancio è di 3 vinte e 17 perse. I numeri, però, vanno indagati al loro interno.
Delle prime 13 partite giocate contro un top 5, Jannik Sinner ne ha perse 13, con un saldo di set vinti-persi di 5-31. Si tratta della testimonianza in cifre di quel “quid” che mancava all’altoatesino per misurarsi contro i più forti. Ho detto “misurava”, perché solo un cieco non vedrebbe i recenti miglioramenti di Sinner sotto questo aspetto.
Sinner vs i top 5: la svolta nel 2023?
Delle 3 vittorie ottenute contro un top 5, 2 sono arrivate nel 2023: Tsitsipas al secondo turno di Rotterdam, Fritz ai quarti di Indian Wells. L’altra invece risale alla finale di Umag nel luglio scorso, proprio contro Carlos Alcaraz.
Dunque non bisogna fasciarsi la testa se oggi Alcaraz si è dimostrato più forte di Sinner. Tra i due le differenze sono molto più sottili di quanto si pensi e vanno trovate nei dettagli, nelle pieghe di ogni match che entrambi sanno interpretare in maniera profonda, nonostante l’età.
Alcaraz-Sinner, rivincita a Miami?
Già a Miami i due potrebbero incontrarsi nuovamente in semifinale e Alcaraz sarà ancora una volta favorito: la superficie su cui si gioca il Miami Open è quel Laykold adottato anche agli US Open, dal rimbalzo che si adatta perfettamente al gioco dello spagnolo. Ma non sottovalutate la capacità di Jannik Sinner di imparare dalle sconfitte: sarebbe un errore gravissimo.