È lo Slam più prestigioso, non tutti possono vincerlo, ma è certamente ambito per storia, predecessori e quell’inconfondibile profumo di erba misto a strawberries and cream.
Wimbledon, il sapore della storia
Il torneo di Wimbledon è di gran lunga lo Slam più antico del mondo ed è l’unico che si gioca in una superficie veloce come l’erba.
Il prestigio di un evento così datato conserva tutto il fascino e la magia della tradizione tennistica e ci vogliono caratteristiche ben precise per riuscire nell’impresa di portarlo a casa.
Nato verso la fine del 1800, il torneo di Wimbledon resiste all’usura del tempo e quella che si gioca a partire da lunedì prossima, 28 giugno, sarà l’edizione numero 134, terza prova del Grande Slam.
L’erba non è mai stata azzurra
Il feeling tra i giocatori italiani e l’erba di Wimbledon, non ha mai originato qualcosa di grandioso per i nostri tennisti, tanto che mai nessuno di essi è mai riuscito a sollevare il “Rosewater Dish”.
La nuova nidiata di giocatori italiani che hanno invaso negli ultimi due anni il circuito ATP, sembra però regalarci qualche speranza in più.
La storia ci insegna che mai nessuno dei nostri è riuscito a conquistare un posto in finale, anche se Nicola Pietrangeli ci andò molto vicino nel 1960, quando venne sconfitto in semifinale solo al quinto set dal mostro sacro Rod Laver.
Da quel momento in poi ci sono state precluse anche le semifinali.
Partendo dall’era “Open”, che comincia nel 1968, pochi anni più tardi è Adriano Panatta a conquistare il terzo turno, risultato che rimarrà comunque il migliore per tutto il decennio successivo, eguagliato dallo stesso Panatta e dal già citato Pietrangeli, ma fino al 1979 raccogliamo le briciole tra secondi turni e poco più, con Zugarelli, Marzano, Ocleppo e ancora Panatta.
È di nuovo Panatta a farci sperare nel 1979, quando arriva fino ai quarti di finale, facendosi battere da Du Prè al quinto set dopo essere andato in vantaggio per due set a uno.
Panatta termina la sua storia a Wimbledon un anno dopo, fermandosi ancora una volta al terzo turno e segnando un record di 16 vittorie sull’erba londinese, ancora oggi mai nemmeno sfiorato.
Gli anni 80 sono anche peggio e il solo Diego Nargiso, nel 1988, riesce ad arrivare al terzo turno.
È Davide Sanguinetti a regalarci un nuovo quarto di finale nel 1998, sconfitto poi da Krajicek, vero artista del serve and volley, in soli tre set.
Gli ultimi anni
L’ultima parte del nuovo millennio porta con sé qualche risultato positivo.
Tra i migliori giocatori sull’erba, è Andreas Seppi a conquistare i risultati migliori, centrando tre finali di cui una vinta a Eastbourne nel 2011.
Seppi è stato testa di serie per 5 volte a Wimbledon, trovando anche un quarto turno nel 2013, sconfitto da Del Potro.
Bene anche Simone Bolelli e Fabio Fognini, ma entrambi mai andati oltre la prima settimana di torneo.
Per arrivare ai nostri anni, Thomas Fabbiano, sorpresa del 2018 arrivato dalle qualificazioni e Fabio Fognini raggiungono ancora una volta il terzo turno, ma si fermano contro Tsitsipas e Vesely.
Quella del 2019 è invece l’ultima edizione del torneo di Wimbledon prima dello stop forzato causa Covid e Berrettini ci regala un ottavo di finale, perso in tre set contro Federer, mentre ancora un ottimo Fabbiano e il solito Fognini si fermano al terzo turno.
Mai così tanti italiani come quest’anno a Wimbledon
Saranno almeno 9 gli italiani presenti nel tabellone principale di Wimbledon, numero che rappresenta un record di partecipazioni azzurre sull’erba londinese.
Vediamoli nel dettaglio.
Matteo Berrettini N. 9 ATP
Èd è proprio il giocatore romano colui sul quale le nostre speranze si poggiano con maggiore concretezza.
A parte l’ottimo periodo di forma, Matteo Berrettini si trova perfettamente a suo agio sull’erba e l’ottavo di finale raggiunto nel 2019, è certamente di buon auspicio per credere in una nuova cavalcata verso la seconda settimana del torneo.
In questi giorni ha inaugurato la sua stagione sull’erba con il botto, vincendo il tradizionale torneo pre-Wimbledon del Queen’s dimostrando di essere al top della condizione fisica ma anche mentale essendo arrivato sull’erba londinese come testa di serie n°1 del torneo e quindi con tutta la pressione del favorito.
Il servizio potente, un dritto poderoso e un fastidioso rovescio in slice piuttosto performante su questa superficie, sono le sue armi più adatte per trovare la perfetta fiducia a Wimbledon.
Matteo ha un record di 16 vinte e 5 perse su questa superficie e sembrerebbe arrivato il suo momento.
Jannik Sinner N. 23 ATP
È stato lui stesso ad affermare di avere poca esperienza sull’erba e sarà la prima volta che parteciperà ad un torneo come quello di Wimbledon.
I segnali non sono incoraggianti, visto che al Queen’s è stato battuto al primo turno da Jack Draper, numero 309 del ranking.
In carriera Jannick Sinner ha giocato in tutto sei partite sull’erba vincendone solo due e tutto si può dire del talento altoatesino, ma non certo che sia un erbivoro.
Wimbledon sarà un banco di prova importante, ma tutto fa brodo e se non andrà come tutti speriamo, Sinner la vivrà come una splendida esperienza per crescere.
I suoi punti di forza che potrebbero servirgli a Wimbledon, sono la profondità dei suoi colpi e gli spostamenti laterali.
Lorenzo Sonego N. 26 ATP
Nemmeno Lorenzo Sonego ha cominciato alla grandissima la sua stagione sull’erba, uscendo anch’egli al primo turno del Queen’s.
Il torinese ha partecipato a Wimbledon nel 2018 e nel 2019, senza mai passare il primo turno e ha un record di 7 vittorie e 7 sconfitte sull’erba.
Su questa superficie ha però vinto il suo primo torneo ATP, il 250 di Antalya in Turchia, sconfiggendo gente del calibro di Mannarino, Carreno-Busta e Kecmanovic.
Fabio Fognini N. 29 ATP
Insieme ad Andrea Seppi è il giocatore che ha più esperienza sulla superficie e i risultati non sono mai mancati al nativo di Arma di Taggia.
Sull’erba ha disputato in carriera ben 41 incontri da professionista e la percentuale di vittorie è vicina al 50%, visto che di questi ne ha vinto 20.
La rapidità nei movimenti e nel colpire la palla, sono sempre stati i punti di forza del ligure ed ancora nel pieno della sua carriera, possono aiutarlo per provare a regalarsi un risultato importante a Wimbledon.
Lorenzo Musetti N. 88 ATP
Chi invece di esperienza ne deve fare ancora parecchia, è Lorenzo Musetti, al suo esordio a Wimbledon.
Il 19enne di Carrara ha disputato fin qui solo quattro match sull’erba, tutti nel 2018, di cui tre vinti ed è lui stesso a dichiarare che nel suo immaginario, Wimbledon è il suo torneo preferito, anche se non lo ha mai giocato.
Dopo aver fatto tremare Djokovic a Parigi, Musetti potrebbe rappresentare la vera sorpresa di Londra.
Andreas Seppi N. 91 ATP
Carta di identità a parte, Andreas Seppi ha dimostrato di essere il giocatore migliore sull’erba dell’ultimo decennio e il suo record sulla superficie sta lì a dimostrarlo.
Il 35enne di Bolzano ha giocato sull’erba qualcosa come 126 partite vincendone ben 74 per una percentuale di vittorie che sfiora il 60%.
Se arriva una mano dal tabellone e Seppi non avrà grossi problemi fisici, ci si aspetta l’ennesimo miracolo.
Gli altri giocatori italiani presenti nel tabellone principale saranno Stefano Travaglia, Salvatore Caruso e Gianluca Mager.