Se è vero come è vero che Iga Swiatek può essere considerata come la grande assente della finale degli US Open 2023 in campo femminile, nessuno può gridare allo scandalo se a sostituire la ormai ex numero uno del mondo polacca, c’è la statunitense Coco Gauff che sfiderà la giocatrice che, invece, siederà sul trono WTA a prescindere da quale sarà il risultato finale della partita di questa sera, Aryna Sabalenka.
Il vademecum di Gauff-Sabalenka
- La finale degli US Open tra Aryna Sabalenka e Coco Gauff è in programma questa sera ad un orario pressoché perfetto per noi in Italia, le ore 22:00 di un tranquillo sabato 09 settembre orfano del Campionato di Calcio di Serie A, con la partita della nazionale azzurra che starà quasi per finire, speriamo, con il risultato già acquisito.
- Il match sarà visibile in chiaro e in diretta su Supertennis, così come lo è stato per tutta la durata del torneo.
Il cammino delle due finaliste
Nonostante sia Gauff che Sabalenka siano giunte alla finale di quest’anno attraversando momenti piuttosto difficoltosi, non sono pochi i punti in comune delle loro partite precedenti.
La giovane americana ha dovuto concedere per ben tre volte un set alle sue avversarie: nella partita di esordio contro Siegemund, che rimane senza dubbio la sua prestazione peggiore in questo Slam, se non altro per le aspettative di inizio match, al terzo turno contro Mertens, comunque un’avversaria di altissimo lignaggio e alla rediviva Wozniaki, la giocatrice danese che si è rifatta sotto con una certa insistenza nell’ultimo periodo ed è rifiorita ancora una volta a questi US Open, approdando addirittura agli ottavi di finale, fermata 6-1 al terzo set, probabilmente preda di una stanchezza e di un caldo che a Flushing Meadows si è fatto sentire in maniera asfissiante. Molti meno problemi al secondo turno contro Andreeva e tra quarti e semifinale, agevolmente superati contro Ostapenko, protagonista dell’eliminazione di Swiatek e Muchova.
Sabalenka è stata ben più lineare e performante durante il suo cammino, visto che a parte il grosso spavento della semifinale, ha letteralmente asfaltato tutte le avversarie che le si sono poste innanzi nei turni precedenti, segnatamente Zanevska, Burrage, Burel, Kasatkina e Zheng.
Semifinale, dicevamo, iniziata malissimo contro Madison Keys, l’altra statunitense che sognava un derby in finale e che era quasi riuscita a raggiungerlo, visto che, a parte il 6-0 del primo set durante il quale la bielorussa è sembrata irriconoscibile, al nono gioco della seconda frazione, la Keys era avanti 5-4 15-0 e servizio a favore, preludio di una battaglia che si è invece protratta fino al super tie break del terzo e decisivo set, vinto poi dalla Sabalenka 10-5.
Le chiavi tattiche del match tra Sabalenka e Gauff
“La potenza è nulla senza controllo“, diceva un vecchio spot di qualche anno fa con l’effige di Ronaldo il fenomeno che posava per una nota marca di pneumatici e tale frase potrebbe essere la stessa che ci serve come presentazione del match di questa notte.
Il marchio di fabbrica della nuova numero 1 del mondo, è senza dubbio la sua potenza e la capacità di scagliare termosifoni verso la parte opposta del campo, con una naturalezza che, quando viene supportata da un minimo di testa, crea disastri immani su psiche, difese e reazioni di chi prova ad arginare cotanta esuberanza fisica.
Con questo enunciato sarebbe sbagliato non porre l’accento sul miglioramento prettamente tecnico che Sabalenka ha messo in mostra negli ultimi 18 mesi, peraltro accompagnato da una forza mentale che era probabilmente il suo cruccio maggiore e che la portava a raggiungere le parti finali dei tornei, ma senza acuti nei major come gli Slam.
Aryna ha cambiato marcia e gli Australian Open portati a casa lo scorso gennaio, ne sono la lampante dimostrazione, ma se volevamo una tangibile prova che le cose sono definitivamente cambiate, il match di semifinale al quale abbiamo appena fatto cenno, è ancor più sintomatico rispetto al trionfo di Melbourne.
Il percorso di Gauff non è molto differente, ma va da sé che la maturità in relazione alla crescita puramente fisico-atletica dovuta all’età della statunitense era un prezzo da pagare evidentemente necessario affinché la 19enne di Delray Beach cominciasse a macinare vittorie su vittorie.
La classe non le manca di certo e i paragoni con campionesse del recente passato, se ad un certo punto della sua carriera potevano essere pesanti e per certi versi dannosi, adesso sono tangibili e finalmente leciti.
Analizzando l’ultimo match che le due hanno giocato, salta subito all’occhio un elemento sul quale gli staff delle due finaliste dovranno lavorare parecchio: le prime palle.
Gauff, nonostante non abbia nel servizio la sua arma migliore, quando serve bene sa di poter mettere in difficoltà le sue avversarie e questo particolare non può essere ignorato contro Sabalenka, che risponde in modo profittevole soprattutto sulle seconde delle sue avversarie, prendendo coraggio e avvicinandosi moltissimo alla riga di fondo, talvolta mettendo i piedi dentro il campo se ha sentore di poterlo fare con continuità.
L’americana ha messo dentro una percentuale troppo bassa, il 55% di prime contro la Muchova e se la ceca non è riuscita ad approfittare di questa situazione, Sabalenka lo saprà fare senza ombra di dubbio.
Dall’altra parte c’è inoltre la potenza della quale abbiamo già parlato e che si manifesta anche nel servizio della giunonica campionessa bielorussa. Sono stati 12 i servizi vincenti della Sabalenka e la differenza tra il primo e i successivi due set, è lampante se si pensa che lo 0-6 della frazione di apertura contro la Keys, è stato accompagnato da soli 2 Ace, mentre sono stati 5 per parte quelli del secondo e del terzo set, che hanno aiutato Sabalenka nei momenti più difficili.