Che la stagione tennistica post pandemia avrebbe potuto subire dei contraccolpi sorprendenti soprattutto in virtù di qualche risultato potenzialmente poco pronosticabile al termine di qualche Grande Slam, ci poteva stare alla vigilia del Roland Garros 2021, ma ciò che è successo in campo femminile non accadrà probabilmente mai più.
Teste di Serie cadute come le mosche
Il percorso del torneo è sembrato subito abbastanza tortuoso per le teste di serie del tabellone femminile.
La numero 1 e la numero 2, rispettivamente assegnate alla Barty e alla Osaka, sono cadute al secondo turno, la prima fermata da un infortunio fisico e la seconda ritiratasi per le note vicende del caso “sala stampa”, con la giapponese piuttosto polemica nei confronti dei giornalisti a suo dire fin troppo aderenti ad una logica tradizionale che li vuole dietro a domande studiate a tavolino, sempre uguali e poco digeribili e digerite dalla campionessa nipponica.
La Sabalenka, la testa di serie numero 3, era partita alla grande, non concedendo nemmeno un set alle sue due prime avversarie, Konjuh e Sasnovich, per poi farsi sorprendere dalla Pavlyuchenkova al terzo turno, mentre la Kenin è, tra le quattro, colei che ha fatto più strada, uscendo agli ottavi per mano della sorprendente Sakkari.
Semifinali a sorpresa
Ed ecco che, giunti al penultimo atto di questa edizione del Rolland Garros, tra le 4 semifinaliste del torneo, si sono presentate l’appena citata Pavlyuchenkova da una parte, testa di Serie numero 31 e la greca Sakkari, testa di serie numero 17.
La altre due semifinaliste, invece, Zidansek e Krejcikova, erano addirittura orfane del numeretto di fianco al proprio nome a inizio torneo.
Tralasciando il percorso delle altre teste di Serie, la tabella che segue mostra quelli che sarebbero dovuti essere gli ottavi di finale teorici del tabellone femminile.
[1] A. Barty vs [13] J. Brady
[9] Ka. Pliskova vs [5] E. Svitolina
[4] S. Kenin vs [14] E. Mertens
[12] G. Muguruza vs [8] I. Swiatek
[7] S. Williams vs [11] P. Kvitova
[15] V. Azarenka vs [3] A. Sabalenka
[6] B. Andreescu vs [10] B. Bencic
[16] K. Bertens vs [2] N. Osaka
Già agli ottavi di finale, quindi, secondo la griglia delle teste di serie, non ci sarebbe dovuta essere nemmeno una delle 4 semifinaliste che invece sono effettivamente giunte in fondo.
Barbora Krejcikova
La sorpresa delle sorprese è certamente rappresentata dalla finalista originata dal cammino della parte alta del tabellone, Barbora Krejcikova.
È un dato oggettivo che la giocatrice della Repubblica Ceca sia una fortissima giocatrice di doppio, che ha conquistato ben due titoli del Grande Slam nella specialità con la sua storica compagna, la connazionale Katerina Siniakova, entrambi vinti nel 2018, il French Open e Wimbledon, mentre le due si sono arrese solo in finale agli Australian Open di quest’anno, dove hanno perso dal duo Mertens-Sabalenka.
La giocatrice ceca ha collezionato anche tre titoli di doppio misto, tutti portati a casa nelle ultime tre edizioni dell’Australian Open, due volte con lo statunitense Rajeev Ram e uno con il croato Nikola Mektic.
Le Krejcikova non ha avuto gli stessi risultati nei singolari degli slam, dove ha conquistato il secondo turno sempre a Melbourne, ma non è mai andata oltre le qualificazioni a Wimbledon e agli US Open, ma è in una forma strepitosa, visto che, alla vigilia del Roland Garros, ha messo in cascina un altro sorprendente risultato, la vittoria del WTA 250 di Stasburgo ottenuto a fine maggio.
In questa edizione del Roland Garros, ha faticato al primo turno, vincendo in 3 set contro Krystina Pliskova, per poi battere una dietro l’altra, Alexandrova, Svitolina, Stephens agli ottavi, tutte sconfitte in due set.
La semifinale con la Sakkari di ieri pomeriggio è stata una vera e propria battaglia, al termine della quale è emersa la maggiore esperienza della tennista ceca, che ha portato a casa la vittoria al terzo set per 9-7.
Nonostante sia un’ottima giocatrice di volo, anche e soprattutto per l’esperienza maturata nel suo main game, il doppio, appunto, nella semifinale contro la Sakkari è scesa a rete una non altissima frequenza.
Anastasia Pavlyuchenkova
Più esperta e più completa, anche Anastasia Pavlyuchenkova trova la sua prima finale ad un torneo del Grande Slam, dopo aver raggiunto in ciascuna delle 4 competizione del tennis mondiale, i quarti di finale come traguardo massimo.
Ha conquistato 5 titoli in carriera e veste i panni della perfetta predestinata che però poi non mantiene le promesse.
Nata a Samara, in Russia, nel 1991, quando non ha ancora compiuto 16 anni ha già due Slam giovanili alle spalle vinti in Australia, mentre al Roland Garros perde solo in finale ed è costantemente tra le primissime nel ranking del circuito junior femminile.
È la classica giocatrice che si trova a suo agio nei WTA 250 e 500, dove centra qualcosa come 20 finali, ma nei 1.000 trova sempre grandissima difficoltà e non esplode mai tra le top giocatrici mondiali.
Caratterialmente piuttosto esigente con se stessa, la Pavlyuchenkova fa la trottola alla ricerca di un allenatore che le possa dare ciò che lei cerca da anni e, dopo giri immensi, si affida come a inizio carriera al fratello Aleksandr che, con gli ultimi risultati raggiunti dalla ceca, parrebbe finalmente la scelta azzeccata.
Ha raggiunto il suo ranking massimo nel settembre del 2013, quando toccò la 21ª posizione.
Ottima in risposta, che aggredisce soprattutto le seconde delle sue avversarie, la giocatrice russa ama giocare da fondo campo, ma con la caratteristica principale di voler condurre il gioco, sia di dritto che di rovescio e per questo motivo alla fine dei suoi match si contano un gran numero di vincenti al pari di errori non forzati.
La chiave della finale
Sembra una delle finali più equilibrate della storia del Rolland Garros, ancora di più di quelle a cui abbiamo assistito nell’era moderna, in cui in campo femminile, nelle ultime sette edizioni non ha mai vinto la stessa giocatrice.
Sarà così anche quest’anno e tra le due emergerà colei che riuscirà a fare meno errori e ad adattare meglio il proprio gioco a quello della rivale.
La Krejcikova dovrà ricordarsi di essere un’ottima giocatrice di doppio per sfruttare qualche discesa in più a rete, anche perché la sua avversaria sembrerebbe superiore nel gioco da fondo campo.
Da valutare anche uno dei colpi migliori della giocatrice ceca, il rovescio lungo linea che ha messo spesso in difficoltà la Sakkari in semifinale, insieme alle palle alte e senza peso di difficilissima lettura per la greca.
Per ultimo, la Krejcikova dovrà fare attenzione al servizio della Pavlyuchenkova, che ama spingere anche la seconda palla in determinati momenti del match.
Si gioca domani, sabato 12 giugno, al Philippe–Chatrier con partenza alle ore 15,00.