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In una settimana storica per il tennis italiano, l’ennesima di questo incredibile 2024, ci occupiamo di un talento ancora acerbo, ma sulla cui esplosione sono pronti a giurare in tanti: Federico Cinà.

Il tennis italiano e l’ennesimo record del 2024

Il 2024 è già passato alla storia come il migliore di sempre, per l’Italia, in questo sport. Oltre a tutti i record già battuti da Jannik Sinner e Jasmine Paolini, abbiamo da segnare un altro primato e, per la prima volta, abbiamo almeno un atleta in top 10 di tutte le discipline: singolare maschile (Sinner), singolare femminile (Paolini), doppio maschile (Vavassori e Bolelli) e doppio femminile (Errani e Paolini).

Siamo dunque nel mezzo del periodo più bello di sempre, un momento che – anche per questioni anagrafiche – è destinato a durare ancora un bel po’. Per giunta, dietro a Sinner e compagnia, c’è una giovane generazione che promette molto bene e che ha in Federico Cinà il prospetto più evidente.

Chi è Federico Cinà

Nato il 30 marzo del 2007, il palermitano è figlio d’arte. Il padre Francesco è infatti ex giocatore, oltre che storico coach di Roberta Vinci. Ma anche mamma Susanna Attili è un’ex tennista professionista. Era dunque prevedibile che il piccolo Federico sarebbe cresciuto tra palline e racchette, ma la strada verso il professionismo è sempre lastricata di incognite e tanto, tanto lavoro.

Destrorso, con un bel rovescio bimane (che ricorda un po’ quello di Sinner) e un dritto in crescita ma ancora con ampi margini di miglioramento, Federico Cinà si è messo in luce molto presto, alimentando diverse voci su un possibile futuro di alto livello. Tuttavia, la storia insegna che la prudenza è un’ottima compagna di strada, anche perché non si contano i fulgidi prospetti che poi si sono persi per strada.

Federico sembra però avere tutto in regola per costruirsi una carriera importante, oltre a essere seguito da papà Francesco che ne sta giustamente rispettando i ritmi biologici. A 17 anni si può iniziare a lavorare sulla potenza, l’aspetto che più spesso manca nei ragazzi a questa età per ovvie ragioni. Tuttavia, il materiale su cui lavorare è di primissimo ordine.

Il 2024 di Cinà: due finali ITF e un giro di prova nei Challenger

Già nel febbraio scorso, Federico Cinà aveva centrato la sua prima finale in carriera in un torneo ITF, sul cemento di Monastir, perdendo in tre set da un altro prospetto interessante come il croato classe 2005 Matej Dodig.

L’estate scorsa, Cinà aveva iniziato anche ad assaggiare il circuito Challenger, grazie alle Wild Card ottenute a Perugia, Sassuolo e Milano. Il bilancio era stato di tre sconfitte in altrettanti match, ma non bisogna dimenticare che Federico li affrontava da 960 al mondo contro rispettivamente Luciano Darderi (n.41), Thiago Augustin Tirante (n.124) e Marco Cecchinato (n.365 ma con un passato glorioso). Si tratta della classica esperienza che si fa, in tornei nei quali la struttura fisica e la potenza fanno ancora tanta differenza. Infatti, il ragazzo ha raccolto i frutti già il mese scorso.

La prima vittoria non si scorda mai e il best ranking

Sulla terra di Buzau, in Romania, ha vinto il suo primo torneo ITF M15 (15.000$ di montepremi), sconfiggendo in finale il giocatore di casa Alexandru Chirita. Quel successo, insieme alla semifinale nel M25 di Satu Mare sempre in Romania, hanno prodotto un gran bel balzo in classifica.

Oggi Federico Cinà è numero 704 ATP, secondo assoluto tra gli under 18 dietro solo al tedesco Justin Engel, anch’egli classe 2007 e numero 522. Di questo passo, la prossima stagione sarà quella in cui Federico Cinà avrà la classifica per cimentarsi con costanza nel circuito Challenger.

Cosa facevano Sinner e Alcaraz alla sua età

Alla sua età, Jannik Sinner aveva un ranking all’incirca analogo (intorno al n.700), mentre Carlos Alcaraz flirtava già con la top 500. Ma, se c’è una cosa che non bisogna fare con i ragazzi, è mettere loro fretta.

Come detto, Federico Cinà deve lavorare molto per irrobustirsi e ora ha l’età per iniziare a farlo, deve mettere più certezze al servizio e lavorare per far diventare il dritto ancora più competitivo. La velocità di braccio è notevole e i primi riscontri hanno già detto che si tratta di un giocatore che potrebbe non avere alcun problema di superficie. Lui, se dovesse scegliere la partita della vita, la giocherebbe sul cemento indoor. Per sognare, tuttavia, c’è ancora tanto tempo.

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