Mancano ormai pochi giorni al via del torneo di Wimbledon, finalmente tornato alla normalità dopo la bizzarra (o disastrosa, dipende dai punti di vista) edizione 2022 con l’esclusione di russi e bielorussi e la decisione di non assegnare punti per le classifiche ATP e WTA. Vediamo di tastare il polso ai big, per vedere come arrivano all’importantissimo appuntamento.
Wimbledon 2023: le (probabili) prime 16 teste di serie
Il seeding non è ancora ufficiale, ma le prime 16 teste di serie del singolare maschile dovrebbero essere le seguenti, esclusi terremoti dell’ultim’ora:
1 – Carlos Alcaraz (Spagna)
2 – Novak Djokovic (Serbia)
3 – Daniil Medvedev (Russia)
4 – Casper Ruud (Norvegia)
5 – Stefanos Tsitsipas (Grecia)
6 – Holger Rune (Danimarca)
7 – Andrey Rublev (Russia)
8 – Jannik Sinner (Italia)
9 – Taylor Fritz (USA)
10 – Frances Tiafoe (USA)
11 – Karen Khachanov (Russia)
12 – Felix Auger-Aliassime (Canada)
13 – Cameron Norrie (Inghilterra)
14 – Borna Coric (Croazia)
15 – Lorenzo Musetti (Italia)
16 – Alex de Minaur (Australia)
Wimbledon 2023, come stanno i big?
Cerchiamo di capire adesso come arrivano al torneo i big, ovvero i principali candidati al successo finale: le prime 8 teste di serie.
Carlos Alcaraz
Avrà la testa di serie numero 1, anche se non sarà il primo favorito del torneo. Ciò non significa che Carlos Alcaraz non abbia delle grosse chance di vincere il suo secondo Slam dopo l’US Open 2022.
- Precedenti su erba: 9 vinte, 2 perse
- Miglior risultato a Wimbledon: quarti (2022)
A 20 anni appena compiuti, non è che ci si potesse aspettare di più. Le uniche due partite perse sono state entrambe a Wimbledon: nel secondo turno 2021 da Medvedev e nei quarti 2022 da Sinner. Alcaraz viene dal convincente successo del Queen’s, dove ha faticato a carburare solo al primo turno per poi battere, senza perdere un set, nell’ordine: Lehecka, Dimitrov, Korda e De Minaur. Proprio l’australiano in finale è parso in una delle sue migliori versioni, ma ciò non è bastato contro un Alcaraz al solito spietato, con ottimo timing nelle discese a rete. In generale, Carlos è apparso migliorato nel gioco di volo, in cui aveva già una ottima base di partenza pur non essendo il suo habitat naturale.
Novak Djokovic
- Precedenti su erba: 112 vinte, 18 perse
- Miglior risultato a Wimbledon: vittoria (2011, 2014, 2015, 2018, 2019, 2021, 2022)
Un uomo in missione. Nole non si può definire altrimenti, in questo 2023. Dimenticate il gomito, dimenticate il Djokovic che stenta nella prima parte della stagione su terra battuta. A 36 anni, al campionissimo serbo importa una sola cosa: provare a fare quel Grande Slam che due anni fa gli sfuggì proprio all’ultimo ostacolo (US Open perso in finale da Medvedev).
E non preoccupa nemmeno il fatto che Nole arrivi a Londra senza aver giocato una sola partita su erba, essendo stato il suo ultimo match la finale del Roland Garros del 29 maggio scorso. Dei 7 Wimbledon vinti, solo nel 2018 Nole aveva assaggiato la superficie in un altro torneo (Queen’s, in quel caso), prima di trionfare all’All England Lawn Tennis and Croquet Club, battendo in finale Kevin Anderson.
Daniil Medvedev
- Precedenti su erba: 45 vinte, 21 perse
- Miglior risultato a Wimbledon: ottavi (2021)
La solita, grande, incognita. Uno con il gioco di Danilo non può, seriamente, avere un ottavo di finale come best result sull’erba più prestigiosa al mondo. Ma Medvedev è così, un mix di genio e sregolatezza capace di battere chiunque, ma anche di perdere contro chiunque se qualcosa non gli quadra, dalla superficie al giudice di sedia, a qualcuno in mezzo al pubblico, fino alle palle. Proprio le palle pesanti usate in tanti tornei sulla terra gli avevano dato molti problemi, ma con le Slazenger di Wimbledon non dovrebbe avere di che lamentarsi.
A Wimbledon arriva dopo essere riuscito a perdere per due volte in una settimana da Roberto Bautista Agut (quarti a Maiorca e Halle). Nel frattempo ha fatto anche 1° turno a ‘s-Hertogenbosch, da Mannarino. Non benissimo, diciamo, ma da lui ci si può aspettare di tutto.
Casper Ruud
- Precedenti su erba: 3 vinte, 6 perse
- Miglior risultato a Wimbledon: 2° turno (2022)
Una quarta testa di serie a Wimbledon che abbia un record di 3 vinte e 6 perse su erba si fatica a ricordare. Casper è un giocatore intelligente, che in campo fa quasi sempre la cosa giusta, ma il verde non pare proprio il suo colore preferito. Paradossalmente, se riuscisse a scollinare verso la seconda settimana, con i campi più “spelacchiati” avrebbe maggiori chance di andare avanti. Ma ci deve arrivare, al quarto turno.
Stefanos Tsitsipas
- Precedenti su erba: 21 vinte, 15 perse
- Miglior risultato a Wimbledon: ottavi (2018)
Qui non siamo sui livelli di Ruud, perché Tsitsi tocco e sensibilità per l’erba li avrebbe anche. Tuttavia il suo rapporto con Wimbledon non riesce proprio a decollare. La sua stagione erbivora è iniziata con un KO al primo turno da Gasquet a Stoccarda e da un KO al 2° turno da Jarry ad Halle. Non convince.
Holger Rune
- Precedenti su erba: 3 vinte, 4 perse
- Miglior risultato a Wimbledon: 1° turno (2022)
Anche qua non ci si poteva attendere molto di più, visto che parliamo di un 2003 (come Alcaraz, ma lo spagnolo non fa testo). Ad Halle abbiamo visto un discreto Rune, che ha avuto la meglio su Musetti solo “bullizzandolo” ma poi ha ceduto alla migliore attitudine di De Minaur. Il ragazzo rimane con un futuro da top, ma deve migliorare sotto l’aspetto comportamentale, perché certi atteggiamenti a Wimbledon non sono per niente graditi.
Andrei Rublev
- Precedenti su erba: 21 vinte, 12 perse
- Miglior risultato a Wimbledon: ottavi (2021)
Andrey Rublev è sempre l’Andrey Rublev che abbiamo imparato ad amare, soprattutto nei difetti. La versione 2023 sembra positiva, a parte il vizio di perdere le finali (3 su 4, ha vinto solo a Montecarlo). L’ultima ad Halle contro “il re dei testamatta”, che risponde al nome di Alexander Bublik. A meno di tabelloni durissimi, Rublev stavolta è almeno da quarti.
Jannik Sinner
- Precedenti su erba: 9 vinte, 9 perse
- Miglior risultato a Wimbledon: quarti (2022)
Tutti i maggiori esperti indicano l’erba come la superficie su cui Jannik può fare le migliori cose. Certo, ma il gioco di volo deve assolutamente migliorare perché rimane una lacuna anche mentale, oltre che tecnica. Tuttavia, questa volta ciò che preoccupa di più gli appassionati di tennis (non solo italiani) sono le condizioni fisiche di Sinner.
Il ritiro ai quarti ad Halle è sembrato più precauzionale che altro, ma è il terzo ritiro del 2023, il primo durante un match (gli altri due prima di scendere in campo, a Marsiglia con Fils e a Barcellona con Musetti). Questi ritiri vanno ad aggiungersi ai 4 del 2022 (Indian Wells, Miami, Roland Garros e Sofia). C’è da preoccuparsi? Speriamo di no, ma l’altoatesino e il suo staff stanno lavorando molto sul fisico, per portare Jannik a livello degli altri entro un paio di anni.
Qualcuno ha espresso dei forti dubbi, sul modo in cui viene spinto all’estremo il fisico di alcuni giovanissimi nel tennis, compreso Alcaraz. Ma ci sarà tempo e modo di parlarne in un altro articolo.