Se in campo Novak Djokovic continua a macinare vittorie e trofei, fuori dal terreno di gioco il serbo rischia di creare una crepa nel mondo del tennis: ecco perché
Novak Djokovic ha vinto il Western & Southern Open di Cincinnati/New York sconfiggendo in finale il canadese Milos Raonic con il punteggio di 1-6, 6-4, 6-4. Il serbo può vantarsi di un altro record perché è il primo uomo a vincere tutti i Masters 1000 almeno due volte in carriera, ottenendo così il Career Golden Master. Il titolo a Cincinnati è l’80° in carriera (su 114 finali disputate) anche il 35° a livello Masters 1000 e permette a Nole di agganciare il record di Rafael Nadal, anche lui a quota 35. Più che per il torneo, però, ad alimentare il dibattito è stato il post partita perché il serbo ha annunciato la nascita di una nuova associazione per tennisti che potrebbe creare qualche scompiglio o crepa nella struttura organizzativa del tennis mondiale.
“Dopo il successo dell’incontro di oggi, siamo lieti di annunciare l’istituzione della Professional Tennis Players Association (PTPA), la prima dal 1972”, ha scritto Novak Djokovic con un post su Instagram trovando l’appoggio tra gli altri del canadese Pospisil e dell’americano Isner, entrambi dimessisi dal consiglio dei giocatori interno all’ATP, a loro giudizio non in grado di far rispettare appieno le esigenze e necessità dei singoli giocatori. La decisione di Djokovic è mossa dall’esigenza di contrattare direttamente con ATP, ITF e organizzatori dei singoli tornei e trova il pieno dissenso di Federer e Nadal che, sempre tramite social, hanno manifestato la propria disapprovazione: “Il mondo sta vivendo una difficile e complicata situazione. Personalmente credo ci siano momenti in cui bisogna rimanere calmi e lavorare tutti nella stessa situazione. È tempo di unità, non divisione”, il commento dello spagnolo a cui fa eco l’elvetico: “Sono tempi difficili ma penso che sia decisivo per noi giocatori rimanere uniti”. Anche Andy Murray non ha sposato la causa di Djokovic, asserendo come causa principale il fatto che le donne non siano (al momento) incluse in tale associazione che inevitabilmente ha provocato una reazione da parte dell’ATP, associazione che cura gli interessi dei tennisti maschi dal 1972 e, in esclusiva, dal 1990: “Riconosciamo le difficoltà a cui fanno fronte i nostri membri nelle circostanze attuali ma siamo sicuri che sia tempo di fare prova di unità piuttosto che di altre divisioni”.