Novak Djokovic al centro delle polemiche, non per una partita vinta o persa ma per una dichiarazione che ha fatto il giro del web: il tennista serbo ha rilasciato oggi una lettera scritta al New York Times nella quale spiega perché si sia dichiarato contrario alla vaccinazione obbligatoria per il Coronavirus
“Personalmente sono contrario alla vaccinazione e non vorrei essere costretto da qualcuno a prendere un vaccino per poter viaggiare”. Questo uno sunto delle dichiarazioni, rilasciate dal numero 1 al mondo ATP Novak Djokovic in una chat su Facebook insieme ad altri atleti serbi. Parole che hanno scatenato inevitabilmente un ventaglio di polemiche in tutto il mondo, sportivo e non solo. Nole, però, ha ribadito il concetto in una lunga lettera inviata quest’oggi al New York Times.
“Se posso dire la mia sono contrario alla vaccinazione contro COVID-19 per poter viaggiare. Se diventerà obbligatorio, dovrò prendere una decisione. Non so se cambierà la mia decisione ma influenzerà davvero la mia professione. Ad essere sincero sono un po’ confuso, sono in dubbio su quale potrebbe essere la cosa migliore da fare anche con tante informazioni a disposizione. Il vaccino non è ancora stato sviluppato e per il momento non abbiamo info adeguate per prendere una decisione”, ha ammesso Novak Djokovic che nel corso della ‘lettera’, pretende di avere maggiori informazioni sull’intero processo prima che il vaccino diventi obbligatorio per chiunque debba viaggiare per lavoro, eventualità che ovviamente riguarda lo stesso tennista serbo, sebbene la stagione del tennis 2020 sia ancora a rischio e non ci sia ancora una data progettata per la ripartenza. “Non credo di essere un esperto ma voglio avere la possibilità di scegliere cosa penso sia meglio per il mio corpo. Vorrei tenere una mente aperta e continuerò a fare ricerche perché ciò riguarderà tutti noi per il nostro futuro”, ha chiosato Novak Djokovic che ha voluto precisare la propria posizione, che può essere non condivisibile ma che deve essere comunque rispettata e ascoltata, soprattutto in tempi come questi in cui si è costantemente bombardati da notizie spacciate prima per verità assoluta ma poi derubricate in fake news.