Il fantastico momento che il tennis nostrano sta vivendo negli ultimi anni, è frutto di una programmazione che si è posta la Federazione qualche anno fa, che non si è fermata alla pratica tutta italiana di guardare solo ed esclusivamente sotto il proprio naso per risolvere i problemi di carattere immediato e congiunturale.
Sono sbocciati almeno 4 campioni, due dei quali albergano con una certa continuità tra i primi 10 al mondo e questo, non va mai dimenticato, è merito di chi li ha tirati su fin da bambini, oltre che del loro mero lavoro e talento.
I due nostri tennisti di punta rispondono al nome di Matteo Berrettini e Jannik Sinner e noi, con questo articolo, vogliamo mettere a confronto quelli che un tempo venivano chiamati fondamentali e che oggi, alla luce di un tennis moderno in cui ogni aspetto marginale di qualche anno fa è diventato oggi ben più importante nella formazione di un campione, abbracciano tutta una serie di voci che vanno al di là del servizio, dritto e rovescio.
Ma proprio da questi tre aspetti “tradizionali”, vogliamo partire.
BERRETTINI | SINNER | |
---|---|---|
8.5 | Servizio | 7.5 |
9 | Dritto | 8 |
7 | Rovescio | 8.5 |
8 | Gioco al volo | 6.5 |
7.5 | Tenuta fisica | 7 |
7 | Tenuta mentale | 8.5 |
Il servizio
Berrettini
Il tennista romano ha nel servizio una delle sue qualità più performanti. Potenza e precisione fanno della battuta di Berrettini una delle più invidiate del circuito.
Matteo batte il 63% di prime palle in carriera e di queste trova il punto il 78% delle volte. Ha vinto qualcosa come l’88% dei giochi con il servizio ed è a un passo dai 2.000 aces in carriera. Può servire a 235 KM/H.
Voto 8,5.
Sinner
Sono diverse le caratteristiche al servizio dell’altoatesino, anche in virtù del peso che può trasmettere sulla palla nell’atto del contatto con la racchetta.
Rispetto a Berrettini, Sinner utilizza molto di più lo slice esterno per liberare il campo e chiudere al volo sulla risposta degli avversari. Ha una percentuale complessiva di prime palle pari al 60%. Inferiore rispetta a quella di Berrettini, anche quella dei punti ottenuti con la prima di servizio, il 72%.
Voto 7,5
Il dritto
Berrettini
È il colpo principale del nostro portacolori. La potenza del dritto del romano non ha eguali nel circuito ATP.
L’aggressività del gioco di Berrettini, lo porta spesso a chiudere i punti in maniera rapida, soprattutto nelle superfici veloci, dove il servizio lo porta a trarre vantaggio ancora maggiori.
Voto 9
Sinner
Sono stati in tanti a studiare il dritto di Jannik Sinner, anche per la particolare accelerazione ritardata che il nativo di San Candido riesce a imprimere alla racchetta.
La maggior parte dei giocatori distribuisce la velocità del dritto nell’arco di tutto il movimento di rotazione, il che origina un impatto meno forte rispetto a quello che viene originato se si ha la possibilità di accelerare solo nei momenti immediatamente precedenti all’impatto, dove velocità, fianchi e addominali, lavorano all’unisono per dare una maggiore spinta propulsiva alla palla.
Sinner è uno dei migliori a fare questo tipo di movimento, ma anche qui paga qualcosa in termini di potenza a Berrettini.
Voto 8
Il rovescio
Berrettini
Non è un segreto che il rovescio di Matteo sia stato per anni il cruccio su cui lo staff tecnico di Vincenzo Santopadre ha lavorato pesantemente. I miglioramenti si sono avuti e non sono stati nemmeno pochi.
Il problema è che è talmente abbacinante la bellezza del suo dritto, che l’altra metà del cielo è considerata ingiustamente poco performante. In realtà il miglioramento apportato in questo fondamentale negli ultimi 3 anni, ha catapultato Berrettini tra i tennisti più completi del circuito.
Voto 7
Sinner
Di tutti i colpi di Jannik Sinner, quello del rovescio è stato quello meno costruito dall’azzurro nell’arco della sua ancor giovanissima carriera.
La naturalezza con cui lascia andare il suo rovescio a due mani fanno di questo fondamentale l’arma migliore dell’azzurro. Pericoloso, inoltre, il movimento che gli permette di lasciare la mano sinistra per scatenare tutto l’effetto dei suoi rovesci tagliati che a Wimbledon gli hanno permesso di mettere in difficoltà chiunque gli si parasse innanzi.
Voto 8,5
Il gioco a volo
Berrettini
Molto più performante quando si tratta di giocare le volèe in attacco che in difesa, Berrettini ha in questi anni migliorato moltissimo anche le sue giocate sotto rete.
Va da sé che il servizio apre spesso la strada a tutta una varietà di colpi al volo che diventano abbastanza semplici per via della difficoltà alla risposta palesata dal 90% dei suoi avversari. Ma anche l’attacco di dritto e qualche approccio in slice di rovescio, fanno del gioco al volo di Berrettini, uno dei migliori del tour.
Voto 8.
Sinner
Un tempo molto meno sicuro di oggi, Sinner ha migliorato sensibilmente questo suo aspetto del gioco. Non è certamente John McEnroe, ma l’azzurro, anche per via delle proprie caratteristiche, che lo portano a palesare una varietà di colpi da fondo campo molto spesso vincenti, non si presenta con frequenza sotto la sedia del Giudice Arbitro.
Preferisce una palla corta e un passante, ma negli ultimi due tornei giocati ha fatto capire che anche questo fondamentale potrebbe dargli qualche soddisfazione in più.
Voto 6,5
Tenuta fisica
Berrettini
In molti hanno pensato che Berrettini potesse avere seri problemi a chiudere i suoi match al quinto set, ma se si vanno a controllare le mere statistiche, parliamo di 6 vittorie e una sconfitta in carriera, 2-0 quest’anno.
Il record è comunque buono anche se parliamo dei match chiusi al 3° o al 5°, 35 vittorie e 24 sconfitte. Meno buono, ma statisticamente nella norma, il bilancio dopo aver perso il primo set, 25 sconfitte e 56 vittorie.
Voto 7,5
Sinner
Ha meno partite-maratona sulle gambe, essendo ovviamente più giovane e avendo raggiunto certi livelli dopo il romano. Quest’anno ha perso l’unico incontro giunto al quinto e in carriera ha 2 perse e 3 vinte nel circuito professionistico.
Son 15 su 52 le partite vinte dopo aver perso il primo set. Da valutare, ma questo vale per entrambi, la tenuta fisica a medio e lungo termine, che negli ultimi anni ci ha fatto sospirare in più di un’occasione.
Voto 7
Tenuta mentale
Berrettini
Parliamo di un aspetto del gioco di entrambi che si lega a doppio filo con l’argomento trattato nel paragrafo precedente. Non sbagliamo se cataloghiamo il tennista romano nella schiera dei giocatori “latini”, in cui la spinta del pubblico, da una parte o dall’altra, incide in maniera profonda sull’esito dell’incontro.
Ma a prescindere dagli spettatori, Berrettini ha in passato incontrato qualche difficoltà ad uscire da qualche momento buio. Ma le rotture prolungate all’interno dei match, non sono più frequenti come un tempo e anche qui Berrettini ha dimostrato di averci saputo lavorare con profitto.
Voto 7
Sinner
Seppur penalizzato, passateci il termine, dalla giovane età, Jannik ha dimostrato fin dalla sua esplosione di un paio di anni fa, che la costruzione mentale della sua carriera è stata caratterizzata solo da tappe perfette.
Quasi un robot quando si tratta di affrontare anche le partite più difficili, Sinner sorprende per la sua innata capacità di mettere tutto sul campo, senza aver mai nessun timore reverenziale rispetto ai suoi avversari.
Le emozioni in casa Sinner arrivano solo ed esclusivamente quando l’arbitro pronuncia al microfono quelle tre paroline fondamentali che assegnano la vittoria di uno dei due rivali. Game, set, and match.
Voto 8,5.