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Il venerdì è il giorno delle semifinali maschili, all’Australian Open 2025. Djokovic-Zverev e Sinner-Shelton definiranno la composizione dell’attesa finale.

Australian Open 2025, day 13: le semifinali maschili

Anche il singolare maschile è giunto alle semifinali, che si giocheranno tutte tra questa notte e la mattinata italiana di venerdì.

Novak Djokovic-Alexander Zverev (dalle 4:30 italiane)

“Come sempre, se supererà indenne la prima settimana, Djokovic diventerà sempre più insidioso”. Era così che chi scrive aveva presentato l’Australian Open 2025 di Novak Djokovic. Puntualmente, tutto si è avverato e certo non perché il sottoscritto sia un mago, ma perché il talento di Novak Djokovic ha sempre trasceso i meri gesti tecnici, ma ha più a che fare con una personalità dominante, oltre a un modo di gestire il proprio corpo e le energie davvero incredibile. Vale per questa semifinale contro Sascha Zverev molto di quanto detto per il quarto contro Carlos Alcaraz, in cui lo spagnolo non ci ha capito letteralmente nulla. Diciamo subito che Alcaraz ci ha messo del suo, e non è certo un segreto che il suo talento nelle scelte tattiche non sia nemmeno lontanamente paragonabile a quello puramente tennistico e a quello atletico. Però Nole lo ha “cucinato” come ha voluto e adesso la sua sagoma fa paura a tutti i tifosi di Sascha Zverev.

Il bilancio tra i due è di 8-4 per Djokovic, con un eloquente 3-0 nei tornei del Grande Slam. Dal canto suo, Zverev ha mostrato per molti anni grossi limiti caratteriali che ha pagato nelle sfide con i Big 3. Oggi, però, di quella generazione di mezzo è diventato il capostipite, il sopravvissuto, il più affidabile. Non dimentichiamo, inoltre, che Sascha è diabetico e deve iniettarsi insulina quotidianamente. La maturazione del tedesco va oltre il best ranking che ha conquistato nell’ultimo anno, quel numero 2 che vuole tenersi stretto. Zverev vuole anche – tremendamente – lasciare il segno a livello Slam, ma Djokovic – anche a quasi 38 anni – rappresenta una sorta di mostro finale.

Jannik Sinner-Ben Shelton (dalle ore 9:30 italiane)

Ecco, provate a trasferire la sostanza di quello che si è detto per Novak Djokovic su Jannik Sinner, ma con circa 15 anni di differenza. Quello che sta imbastendo il campione azzurro con i suoi avversari è una situazione di disagio preliminare in qualche modo simile a quella che vivono, da anni, tutti quelli chiamati ad affrontare Nole con una racchetta in mano. Certo Jannik è ancora all’inizio del suo percorso di vertice nel tennis mondiale e nessuno può dire se la sua carriera ricalcherà quella del serbo o degli altri Big 3. Però, la scientifica solidità con cui Sinner annichilisce gli avversari è molto simile a quella di Djokovic, così come una certa sensazione di impotenza che molti provano (si pensi al povero Alex de Minaur).

Ben Shelton si approccia alla sua seconda semifinale Slam, dopo quella dello US Open 2023 che lo rivelò al mondo, con la freschezza che lo contraddistingue. L’americano è stato costruito per questi appuntamenti, ma finora si era mostrato ancora un po’ acerbo per arrivare in fondo. Sinner è in tal senso una vera prova del fuoco per lui, visto che i precedenti sono abbastanza sconfortanti: Big Ben ha vinto il primo confronto, agli ottavi di Shanghai 2023, quando Jannik era un po’ con la lingua penzoloni dopo il trionfo di Pechino. Da allora, i due si sono incontrati quattro volte e Shelton non solo non è riuscito più a sconfiggere Sinner, ma neanche a vincere un set. Il parziale è infatti di 9 set a 0, visto che una di queste quattro partite era l’ottavo di finale a Wimbledon 2024.

Altra curiosità che rende l’idea della sitazione, è quella sui tie-break. Sinner e Shelton ne hanno giocato in tutto 5, uno per ogni incontro che hanno disputato. Ben ha vinto quello di Shanghai e poi ha perso gli altri. Il suo servizio è un’arma letale, ma ancora la risposta non è a un livello paragonabile ed è il primo fattore che contribuisce a scavare l’attuale solco tra lui e il fuoriclasse di San Candido.