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Saranno Jack Draper e Andrey Rublev ad affrontarsi nella finale dell’ATP 500 Doha. Il 23enne inglese non ha mai battuto il 27enne russo nei tre precedenti, ma la finale di oggi potrebbe segnare un momento cruciale in entrambe le carriere.

ATP 500 Doha: la finale del 22 febbraio

Oggi, al Khalifa International Tennis Complex, si gioca la finale dell’ATP 500 Doha, che ci darà il nome del successore di Karen Khachanov. Il titolo si giocherà tra Jack Draper e Andrey Rublev.

Come si è arrivati alla finale Draper-Rublev

Dalle semifinali, entrambi intense e impegnative, emerge sicuramente un dato: Jack Draper e Andrey Rublev stanno molto bene. L’inglese ha prevalso ancora una volta in rimonta da un set sotto, come gli era successo contro Berrettini nei quarti. Il russo ha vinto al tie-break del terzo set, ed è la decima volta che ci riesce nelle ultime 13 in cui si è trovato nella medesima situazione. In totale, Rublev è rimasto in campo per 31 minuti in più rispetto al suo avversario odierno (7h e 36′ contro 7h e 5′),

Jack Draper-Andrey Rublev: cosa aspettarci dalla finale

Cerchiamo adesso di capire non solo e non tanto lo stato di forma, ma in che momento della carriera arrivano i due giocatori a questa finale.

Jack Draper

Per Jack Draper, la finale di oggi, rappresenta di sicuro un punto di partenza più che di arrivo. Il classe 2001 era la grande speranza del tennis inglese, prima che una serie di infortuni – in particolare una schiena delicata – ne mettessero a repentaglio la carriera. Oggi Jack può dire di avere pienamente ripreso quel percorso prima interrotto e ha tecnicamente tutte le caratteristiche per arrivare all’elite del tennis. A fondamentali solidi e una formazione giovanile come attaccante nato sull’erba che allarga la sua comfort zone sul campo, Draper aggiunge una capacità difensiva che era già notevole ma è andata migliorando con il tempo. Djokovic, Medvedev e Sinner sono lì a dimostrare che capacità difensive d’elite sono un fattore nel costruirsi una carriera di vertice. Vedremo oggi come reagirà a un giocatore che ha storicamente un unico imperativo categorico: tirare fortissimo.

Andrey Rublev

Dall’altra parte, però, c’è un Rublev che ha sorpreso tutti per un singolo aspetto: la calma. C’è uno scambio esemplificativo, anche se si tratta di un punto abbastanza inutile giocato durante il primo set della semifinale contro Felix Auger-Aliassime:

Il Rublev degli ultimi mesi sarebbe andato in crisi, martoriando la racchetta o il proprio corpo. Andrey però sta lavorando su se stesso e su una perdita di controllo dei nervi che era diventata ormai un problema grosso come una casa. Lo si è visto in tutto questo torneo, nei 7 match point mancati contro Alex de Minaur, ma anche dei diversi set point e match point mancati di un soffio contro Felix Auger-Aliassime. Il Rublev di qualche mese fa si sarebbe mangiato la collana, andando in tilt e probabilmente perdendo il match dopo essersi fatto del male fisico. Questo Andrey, però, ha raggiunto livelli ormai insperati di autocontrollo.

Dove può arrivare il russo, allora? Rublev rimane un giocatore monodimensionale, e lo dimostrano proprio le sue migliori statistiche. Contro Auger-Aliassime ha vinto il 23° match in carriera al tie-break decisivo, su 40 disputati. Di questi, 10 sono arrivati nelle ultime 13 occasioni e 3 sono avvenuti in tornei del Grande Slam. Negli Slam, però, Rublev rimane un giocatore da 0 vittorie in 10 incontri di quarti di finale disputati.

Se allora non è un fattore fisico, cosa impedisce a Rublev di diventare un giocatore competitivo anche quando conta a livello Slam? Sicuramente la mancanza di alternative tattiche ha avuto un ruolo primario, oltre a un gioco difensivo che non è all’altezza dei migliori, e a questi va aggiunto oggi anche Jack Draper.