Partiamo da una verità incontrovertibile: le Nitto ATP Finals 2024 sono state un successo pieno, straordinario e innegabile non solo sul campo, con il dominio assoluto di Jannik Sinner, ma anche sotto ogni altro aspetto possibile. Detto questo, alcune parole del presidente FITP Angelo Binaghi sono apparse del tutto fuori luogo.
Nitto ATP Finals: un successo su tutta la linea
Secondo i dati diffusi dalla stessa FITP, l’impatto economico delle Finals è stato di 503 milioni di euro tra diretto (226), indiretto (233) e indotto (86). Un risultato inferiore soltanto a due Masters 1000 come Indian Wells e Internazionali d’Italia, tra gli eventi di simile categoria, ma anche equivalente a oltre il doppio rispetto al GP d’Italia di Formula 1 2024.
I benefici sociali sono calcolati in 332 milioni di euro. In calo i benefici per gli investitori esteri, come era normale attendersi in un’edizione che si presentava già con un possibile dominio da parte di un tennista di casa.
In occasione della presentazione del bilancio dell’evento, il presidente FITP Angelo Binaghi ha anche approfittato per parlare delle attuali dimensioni dell’industria tennis e padel, un settore da oltre 8 miliardi di euro. di cui 6,6 provenienti dal tennis e 1,5 dal padel.
In generale, come ordini di grandezza, l’industria congiunta del tennis e del padel è al momento in un rapporto di 1 a 3 con il calcio, ma con trend in netto miglioramento che dovrebbe proseguire anche negli anni a venire, considerando i risultati sportivi di Sinner, Paolini e compagnia e il relativo traino. Del resto, a livello di praticanti la parità è vicina: 7,9 milioni per il calcio, 6,5 milioni per tennis e padel congiunti.
Binaghi, il caro-biglietti e il malinteso su Robin Hood
Fatta la doverosa premessa con tutti gli ottimi dati che accompagnano il momento più roseo nella storia del tennis italiano, il presidente Angelo Binaghi ha risposto anche alle domande sul costo dei biglietti per le ATP Finals, con delle considerazioni che non solo gli hanno attirato una miriade di reazioni indignate, ma sono anche segnale di un grossolano errore, di valutazione e di comunicazione, da parte del presidente FITP.
Queste le sue parole:
“Se ho un rimpianto è quello di non avere il coraggio di aumentarli ancora di più. Domani scatta la prevendita per il 2025 e i nostri tesserati, con lo sconto del 20%, potranno acquistare un tagliando per qualche decina di euro. Quelli che lo comprano un anno prima sono le categorie che noi dobbiamo tutelare: gli appassionati, i tesserati, i soci dei circoli, quelli che ci sono sempre […] Poi scatta l’operazione Robin Hood, quella che riguarda i ricchi attratti dal grande spettacolo: a me piace molto che quei 9 milioni che spenderemo nella scuola dell’obbligo per aiutare lo Stato a diffondere lo sport, siano tutti soldi stranieri richiamati dalle nostre grandi manifestazioni, in termini sia di sponsor sia di biglietteria. Io li voglio spremere fino in fondo per investire nel tennis di base”.
Diciamo subito che l’argomento non è banale, perché la domanda rivolta a Binaghi verteva sul principio di rendere il tennis uno sport sempre più popolare e chiedeva al presidente se non fosse il caso, visti i problemi economici nel paese, di fermare il caro-prezzi. Un argomento, peraltro, che avevamo toccato anche noi di recente, nell’intervista a Federico Ferrero.
La posizione del presidente è anche condivisibile, dal punto di vista del principio. Ovvero, preferisco utilizzare i soldi che provengono dal botteghino e dal ticketing dei grandi eventi per promuovere la diffusione del tennis nelle scuole ed abbassarne i costi. Detto questo, c’è un gigantesco errore di fondo nella valutazione che fa il presidente, prima che nel modo di comunicarla.
Identificare in un’unica categoria di “ricconi” quelli da spremere per finanziare il tennis nelle scuole è banalmente stupido, anche senza entrare nell’arbitraria distinzione tra italiani e stranieri. Se il costo dell’acquisto di un biglietto è alto, lo è per il “ricco straniero” utilizzato da Binaghi come cliché di comodo, ma anche per lo studente che fa sacrifici per mesi per guadagnarsi la possibilità di andare a vedere Sinner e tutti gli altri campioni dal vivo, per il padre o la madre di famiglia che vogliono regalare questa emozione ai figli e, più in generale, per qualsiasi persona normale che sia semplice appassionata e non abbia voglia o possibilità di spendere centinaia di euro con un anno di anticipo.
L’applicazione di un ragionamento del genere, rimanendo nella metafora di Robin Hood, fa venire in mente molto di più lo sceriffo di Nottingham.