Barcellona, Real Madrid, Inter, Athletic Bilbao e… nulla, nessuno in più. Prendendo come punto di riferimento le cinque grandi competizioni d’Europa, queste sono le squadre cosiddette ‘intoccabili’. E cioè quelle che non hanno mai giocato in una categoria che non fosse una prima divisione, di fatto una Serie A rapportata al proprio paese d’origine. L’unica eccezione? Il Paris Saint Germain, un po’ per tutto. Del resto, il club francese nasce nel 1970 ed è formato da due società che hanno fatto la storia della Ligue2: lo Stade Saint-Germain (appunto) e il Paris FC. Nonostante la squadra oggi allenata da Tuchel, da cinquant’anni, non sia mai retrocessa, si fa comunque fatica a collocarla in questo piccolo harem.
L’esempio spagnolo
L’esempio più florido arriva dalla Spagna. La Liga, creata nell’anno 1929, mantiene in prima divisione almeno tre squadre, e praticamente da sempre tra le top del campionato locale. Partiamo dal Barcellona: quasi fu retrocesso nel 1941-42, un rischio che oggi è finito nel dimenticatoio e sotto i colpi di mille vittorie, nazionali ed europee. Eppure, qualcuno ricorda ancora il tremore di quei giorni, lì dove il calcio è e sempre sarà una vera religione: si salvò dopo una gara unica contro il Murcia. Finì in goleada, un 5-1 che spazzò dubbi e preoccupazioni. Soprattutto, allontanò uno storico tracollo.
Ovviamente, parli di Barcellona e arriva anche il Real Madrid. Le due squadre che in Liga prendono record e li sgretolano, praticamente a braccetto. Ma condividono anche un destino in comune: quello di essersi salvati solo all’ultima giornata. Accadde sei anni dopo l’esperienza del Barça: fu decisiva l’epilogo della stagione, una vittoria esterna, per sbrigliare la matassa ed eliminare paure.
Paradossalmente, una squadra ben più piccola come l’Athletic di Bilbao – e con regole ferree sul mercato, come la predilezione (quasi esclusiva) di giocatore baschi – non ha mai sofferto una situazione complessa come quella dei due colossi. Ha tenuto botta, e s’è fatto esempio per tutti. In Spagna e in Europa.
Italia, Germania e Inghilterra
Come ben sappiamo – del resto, gli stessi tifosi non perdono occasione di ricordarlo, data l’assoluta eccezionalità della faccenda -, in Italia è rimasta soltanto una squadra con l’allergia alla Serie B: nel corso di una storia lunghissima, l’Inter ha saputo mantenere la massima categoria sin dal 1929, data della nascita.
Un record condiviso con la Juventus fino al 2006, quando le vicende di Calciopoli decretarono la retrocessione d’ufficio per il club bianconero. Sorte simile al Milan, in B per decisione della giustizia sportiva a seguito dello scandalo totonero del 1980, per effetto del campo nel 1982. La Roma, invece, scese nella serie cadetta nel 1951.
In Germania? C’era l’Amburgo a resistere. Rimasto nel gruppo degli eletti fino al 2018, cadendo dopo una stagione sciagurata: a oggi, infatti, la Bundesliga non ha club mai toccate da retrocessione. Mentre sei sono i club inglesi che hanno sempre giocato in Premier League: Manchester United, Arsenal, Chelsea, Liverpool, Tottenham ed Everton. Inamovibili nella prima categoria inglese… nata nel 1992!
Sì, il trucco c’è. Anche perché tutti, nel proprio passato, hanno sofferto il trauma di una retrocessione. Anche se restano esempi massimi come l’Arsenal, dal 1919 nella prima divisione di quella che è la lega più vecchia del mondo. Il Liverpool retrocesse nel 1895 e nel 1904, poi di nuovo giù tra il 1954 e il 1962; il Manchester United, arrivato in Premier nel 1892, giocò in Championship tra il 1894 e il 1906, ancora una volta tra il 1922 e il 1925, poi tra il 1931 e il 1936, ancora nel 1938 e un’ultima volta nel 1974, risalendo un anno dopo per rimanere fino a oggi nell’elite inglese.
Negli altri campionati
Se la lista si estende con le altre sette leghe europee con maggior seguito, il numero di “intoccabili” tocca altre 15 squadre. E si sommano Ajax, Feyenoord, PSV e Utrecht in Olanda. Benfica, Porto e Sporting in Portogallo; Celtic ed Aberdeen in Scozia; Besiktas, Fenerbahce e Galatasaray in Turchia e Olympiakos, Paok e Panathinaikos in Grecia. Altro esempio è la Dinamo Kiev (mai retrocesso né ai tempi dell’URSS, né dopo nel campionato d’Ucraina). La Stella Rossa e il Partizan in Jugoslavia e Serbia, oppure l’Hajduk e la Dinamo Zagabria in Jugoslavia e Croazia.
Il caso della Russia? Sarebbe tecnicamente simile a quello inglese. La competizione nacque nel 1992 con lo scioglimento dell’antica Unione Sovietica. Da allora, CSKA, Lokomotiv e Spartak, i tre club di Mosca, hanno sempre giocato in Premier. Il CSKA fu retrocesso nel 1984, lo Spartak lo fece nel 1976 e il Lokomotiv è sceso per ben due volte nella seconda lega dell’URSS.