È fin dai tempi dell’Italia comunale (Basso Medioevo) che il Belpaese è caratterizzato da una serie di piccole e grandi alleanze – o rivalità – interne allo Stivale.
Tracciare una storia dei gemellaggi o delle amicizie e delle rivalità, più o meno forti, tra tifoserie, è dunque un’impresa che già solo nella sua formulazione rischia di risultare fuorviante. Sono molte, infatti, le rivalità che nascono da un precedente gemellaggio, così come sono tanti i gemellaggi che non troverebbero riscontro nella realtà se non ci fosse il calcio di mezzo.
Si è dunque deciso di operare una selezione in base a tre macro-categorie: il gemellaggio può infatti essere politico o cittadino (diciamo pure sportivo), mentre la rivalità è il più delle volte scaturente a contrario dai primi due fattori che contraddistinguono l’unione di due tifoserie.
Saremo più chiari tra un momento. Va ricordato, come premessa doverosa, che parlare di gemellaggio significa fare i conti con un’unione tanto stretta tra due tifoserie da trascendere il calcio giocato. Diversa è l’amicizia, che può riguardare singoli esponenti di gruppi ultras o storie sportive di rilievo.
Il caso del gemellaggio Torino-River
Quando si parla di gemellaggi e rivalità, il terreno è dunque scivoloso. Ma un margine almeno temporale ce lo abbiamo: è infatti dagli anni Settanta in poi che i gruppi Ultras, presa piena coscienza del movimento, iniziano a stringere alleanze e a consolidare rivalità più o meno antiche. C’è una curiosa eccezione, tuttavia.
Parliamo del gemellaggio – più una sorta di amicizia molto forte – tra Torino e River Plate risalente al terribile anno 1949. È infatti proprio in occasione della strage di Superga che Los Millionarios organizzarono un’amichevole contro una squadra locale di Torino per raccogliere fondi da destinare alle famiglie delle vittime dell’incidente aereo più celebre nella storia del calcio italiano.
Questo legame si rinsalderà di generazione in generazione, ed è vivo ancora oggi, ma a livello di tifoserie è meno forte di quanto sia sul piano storico e storico-sportivo.
Diverso è il discorso che riguarda quei gemellaggi nati unicamente in ambito politico. O quasi unicamente. Spesso, infatti, la direzione politica di una curva coincide con il suo stile, la sua presenza allo stadio, il suo modo di fare tifo.
Affinità politiche in curva
Politica spesso e volentieri non è altro che un modo per connotare ciò che non è possibile etichettare – come può un’intera tifoseria schierarsi a destra o a sinistra? È il caso, celebre, dell’amicizia tra Hellas Verona e Lazio. Un’amicizia, per il comune modo di intendere il tifo e la politica, ma non un vero e proprio gemellaggio.
L’Hellas è infatti gemellata con la Sampdoria dal 1973 e con la Fiorentina dagli anni ’80. Come è facile constatare, qui la politica non c’entra affatto. Storie di gruppi, di amicizie, di terzi tempi finiti a ridere, bere e scherzare insieme.
Lo stesso discorso vale per la Lazio nel suo gemellaggio con l’Inter. Gemellaggio che va comunque in primo luogo individuato nei due gruppi celebri delle due curve, gli Irriducibili (stesso nome, stesso legame, anche con la politica). Diverse le ragioni del gemellaggio biancoceleste con Triestina e Real Madrid, decisamente legato a ragioni politiche.
Quasi per legge degli opposti, i tifosi giallorossi sono ufficialmente gemellati con quelli dell’Atletico Madrid, curiosamente di destra estrema come gli Ultras SUR blancos cacciati dal Bernabeu da Florentino Perez. La Roma ha poi un forte legame con il Palermo; siamo tra l’amicizia e il gemellaggio. Lo stesso discorso vale per il Panathinaikos, ma questo gemellaggio era più forte in passato di quanto non lo sia oggi.
Gemellaggi interrotti dalla cronaca nera
Roma e Lazio, divise da tutto, sono unite da un doppio comune nemico: l’Atalanta e il Napoli. Coi bergamaschi, alle ragioni politiche (non a caso i tifosi della Dea e quelli della Ternana sono strettissimi da lungo tempo) si sono aggiunte quelle sportive, soprattutto per i biancocelesti. Negli anni Novanta Atalanta-Roma e Atalanta-Lazio erano due partite da bollino rosso per la polizia locale. Con il Napoli il discorso è diverso. Mentre per la Lazio la rivalità è quasi esclusivamente geografica e cittadina – Roma e Napoli non si sono mai amate troppo – per la Roma la rottura si è negli anni andata aprendo sempre di più.
Oltre ai recenti fatti legati alla morte di Ciro Esposito, tifoso del Napoli, per opera di un tifoso giallorosso, è da ricordare come negli anni Ottanta Roma e Napoli fossero profondamente gemellate (celebre una fotografia, facilmente reperibile sul web, delle due bandiere unite a centrocampo da due tifosi, uno romanista l’altro napoletano): le due tifoserie d’altra parte si richiamano parecchio per passione e atmosfera creata nei 90’.
Nel marzo del ’93, però, il gemellaggio terminò nel sangue degli scontri post Napoli-Roma 1-1. Come detto, i recenti accadimenti non hanno fatto che acuire una ferita già aperta da tempo.
La Juve guarda all’estero
Curioso, invece, il gemellaggio tra Juventus e Ado Den Haag, legato ad alcune iniziali amicizie, poi estese a tutta la tifoseria, tra gruppi. Nonostante l’Ado non sia una delle tifoserie più celebri al mondo, quello tra olandesi e juventini è uno dei più forti sodalizi al mondo a livello Ultras. Va citato in tal senso anche quello tra Brescia e Milan, unite dal 1982 e mai separate in tanti anni di storia. Le ragioni? Senza dubbio geografiche ma anche eminentemente politiche – anche in questo caso a destra.
Le rivalità più terribili della Penisola pallonara nascono proprio per opposizione a questa dinamica solidale. Così per Livorno e Lazio e per Atalanta e Roma. A proposito di Livorno. I toscani erano gemellati con la Fiorentina, prima che questa si mise d’amore e d’accordo con il Verona, tifoseria tra le più nere d’Italia insieme a quelle di Lazio e Padova.
Il gemellaggio Genoa-Napoli
Impossibile non chiudere con il gemellaggio tra Napoli e Genoa. Chi è stato a Napoli e Genova sa bene che le due città si somigliano parecchio: sono egualmente caotiche, bellissime nel loro disordine, s’intende. Lo stesso dicasi dei suoi cittadini, molto simili e assimilabili; la vicinanza al mare e il legame col porto sono un fattore comune non da sottovalutare.
A livello di tifo, l’amicizia tra le due nasce nel 1982 quando i rossoblù, in trasferta al San Paolo, furono incitati da tutto lo stadio nella gara decisiva per la salvezza. Partita che costò la serie B al Milan per una delle retrocessioni più clamorose della nostra serie A.
Da allora i rapporti tra le due tifoserie si sono consolidati, fino a quando entrambe saliranno in Serie A, al termine di Genoa-Napoli, nel 2007. Due anni fa il rapporto si è interrotto per ragioni poco chiare.
In un calcio che è sempre più in mano al business, preda di interessi che esulano dal rettangolo verde, e che certamente non finiscono nelle curve dei tifosi più accesi, la storia dei gemellaggi e delle rivalità mantiene viva la fiaccola di un calcio autentico, legato a valori umani, senza dubbio alle volte troppo umani, ma essenziali per lo spettacolo che, dagli spalti, si trasferisce in campo. Aspettando il ritorno negli stadi, non possiamo che augurarci nuove storie da aggiungere a quelle appena raccontate.