Persi in un’epoca in cui gli scudetti sono affare di grandi società – come Juventus, Inter o Milan – e solo sporadicamente (e per brevi periodi) altre squadre si pongono in primo piano sul proscenio del calcio italiano, seppellita tra i ricordi dei tifosi di vecchia data, vi è una formazione che – colpevolmente troppo poco celebrata – ha scritto pagine importanti del pallone tricolore.
Stiamo parlando del Bologna, la squadra ribattezzata all’epoca “lo squadrone che tremare il mondo fa” che negli anni ’30 dominò in Italia e –come vedremo – in Europa.
Un genio ungherese in panchina
Arpad Weisz nasce in Ungheria nel 1896, e dopo una gioventù dedita allo sport (interrotta solo dalla Prima Guerra Mondiale), riesce a farsi notare – come calciatore – dall’Alessandria, che nel 1924 lo porta in Italia. Dopo un anno in Piemonte viene preso dall’Inter, per finire la carriera a Milano. Di lì in avanti, l’ungherese si reinventa allenatore, sedendo brillantemente sulla panchina nerazzurra (dove lancia Giuseppe Meazza e vince a ripetizione), per poi, nel 1935, trasferirsi a Bologna a prendere le redini di una squadra in grossa difficoltà.
Prima che le vergognose Leggi Razziali ne determinassero la morte (Weisz era di religione ebraica), riuscì nell’impresa di vincere due scudetti consecutivi con i felsinei, centrando il gruppo sui campioni Schiavio, Andreoli, Biavati e Ceresoli (dando peraltro un grande contributo alla Nazionale Italiana vincitrice dei mondiali del 1934 e 1938).
Inoltre, Weisz riuscì anche a togliersi una grande soddisfazione, nel 1937, in occasione del Torneo dell’Expo Universale di Parigi, portando il Bologna, nei fatti, sul tetto dell’Europa.
Un’antesignana della Champions League
Fino agli anni ’50, lo sappiamo, non c’erano manifestazioni calcistiche che mettessero a confronto le maggiori squadre di ogni singolo paese: l’unico obiettivo era vincere il proprio campionato.
A fare da eccezione a questa regola, negli anni ’30, è stata istituita una manifestazione chiamata “Coppa dei Vincitori”, che prevedeva degli scontri incrociati tra formazioni vincitrici della propria Coppa nazionale o del proprio campionato. Tale torneo ebbe cinque edizioni: quella del 1930, del 1931, del 1934, del 1935 e del 1937.
Ed è proprio l’ultima edizione, quella 1937, ad essere tanto cara ai tifosi felsinei. Disputata in occasione dell’EXPO di Parigi (la celebre fiera itinerante dedicata alle bellezze del pianeta ancor oggi riproposta nei maggiori paesi del mondo) e ubicata proprio nella capitale francese, si poteva davvero considerare un precursore dell’attuale Champions League.
I partecipanti al torneo
Giunsero a Parigi le otto migliori squadre del continente:
- Austria Vienna (Austria);
- Bologna (Italia);
- Chelsea (Inghilterra);
- Lipsia (Germania);
- Olympique Marsiglia (Francia);
- Phobus Budapest (Ungheria);
- Slavia Praga (Cecoslovacchia);
- Sochaux (Francia).
Il regolamento era molto semplice: vi sarebbe stato un tabellone tennistico con scontri di sola andata, con quarti di finale, semifinale e finale.
Il Bologna che tremare il mondo fa
I ragazzi di Weisz, col suo fedele modulo denominato “WM” (una sorta di 3-2-2-3) danno spettacolo sin dal primo turno. Il 30 maggio 1937, a Parigi, l’urna mette di fronte i rossoblu al fortissimo Sochaux, detentore della Coppa di Francia e secondo nel campionato transalpino.
Ma non c’è storia: i felsinei affondano gli avversari con un perentorio 4-1 e si preparano alla semifinale, dove lo scontro sarà con lo Slavia Praga (a sua volta carnefice del Phobus Budapest).
È l’attaccante Busoni a siglare una doppietta fantastica, regolando i cecoslovacchi con un perentorio 2-0 che regala a Weisz la finale del torneo continentale.
Ad attendere i rossoblu all’ultimo atto vi è il temibile Chelsea, favorito per la vittoria finale.
E invece… Weisz sorprende tatticamente gli inglesi, attaccandoli per tutto il tempo, e il 4-1 finale non lascia discussioni. La tripletta di Reguzzoni e il gol di Busoni regalano una vittoria storica al Bologna e all’Italia, che per la prima volta si può fregiare di avere una squadra sul tetto d’Europa.
È una vittoria straordinaria, che fa da preludio a tante storie di sport che il nostro calcio scriverà nel vecchio continente.
Purtroppo – come già anticipato – con l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale e delle Leggi Razziali, Weisz è costretto a scappare da Bologna, con la squadra che a poco a poco perde la magia importata dal tecnico ungherese.
Ma l’impresa di Parigi del 1937 è rimasta negli almanacchi del calcio italiano. Anzi, di quello Europeo.
Il tabellino della finale del 1937
Bologna – Chelsea 4-1
BOLOGNA: Ceresoli; Fiorini, Gasperi; Montesanto, Andreolo, Corsi; Busoni, Sansone, Schiavio, Fedullo, Reguzzoni.
CHELSEA: Jackson; Barkas, Barber, Mitchell, Craig, Weaver, Spence, Argue, Bambrick, Gibson, Reid.
ARBITRO: Leclercq (Francia)
MARCATORI: 14′ Reguzzoni (B), 20′ Busoni (B), 30′ Reguzzoni (B), 72′ Reguzzoni (B), 78′ Weaver (C).