Nata il 14 settembre 1964, fu la prima sciatrice italiana della storia a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi nello sci alpino. Seppe vincerne molte altre
Il fratello più grande, Livio, è uno dei più apprezzati allenatori di sci alpino in circolazione, tecnico capace di portare ai massimi livelli le sorelle Fanchini o la talentuosa slovena Tina Maze. Il fratello più piccolo, Oscar, ha calcato con brillanti risultati il palcoscenico della Serie A di calcio, perno dell’Atalanta prima e del Napoli poi ed è oggi apprezzato dirigente del Feralpi Salò. Entrambi avranno un bel pensiero per la sorella Paola, Magoni di cognome, degna rappresentante di una famiglia che ha dato tanto allo sport italiano e che proprio oggi, 14 settembre, compie 56 anni. “Paoletta”, così com’è conosciuta nell’ambiente, è senza ombra di dubbio una delle più talentuose atlete venute prepotentemente alla ribalta in un periodo prodigo di soddisfazioni per lo sci alpino italiano. Coniugata Sforza (ed in gara utilizzerà spesso il doppio cognome) la ragazza nata a Selvino ha scritto pagine gloriose della sua personalissima storia sportiva ma anche di quella della nazione che ha rappresentato con grande onore. Nella sua carriera splende l’oro della medaglia olimpica che Paola Magoni Sforza seppe conquistare tra i paletti dello slalom speciale ai Giochi di Sarajevo nel 1984. Non fu, quella conquistata il 17 febbraio, una medaglia banale. Sino ad allora, nell’ambito dei Giochi Olimpici, nessuna atleta era riuscita ad arrivare alla conquista della medaglia d’oro, nello sci alpino femminile italiano. La sua fu una grande impresa sportiva: terza alla fine della prima manche, Paola Magoni fu superlativa nella seconda, quando ottenne il miglior tempo e risalì in classifica. Un successo che produsse una grande eco, perché la diciannovenne sin lì aveva un sesto posto in Coppa del Mondo quale suo miglior risultato. Riflette bella luce anche la medaglia di bronzo che la brava sciatrice della Val Seriana ottenne sulle nevi conosciute di Bormio, nella vicina Valtellina, quando nel 1985 giunse terza, sempre nello slalom speciale, ai Campionati del Mondo. Due traguardi che sono le “punte di diamante” di una carriera che Paola Magoni ha costruito passo dopo passo, camminando sempre nella giusta direzione. Il suo nome rimbalzò per la prima volta sulla ribalta internazionale nel 1980 quando vinse la medaglia di bronzo ai Campionati Europei di Madonna di Campiglio. Da Juniores, Paola riuscì a fare ancora meglio negli anni successivi: nel 1981 sale di un gradino ed arriva all’argento agli Europei di Skofia Loka, stavolta in slalom speciale. La sua capacità di adattarsi a qualsiasi disciplina, nel nome di un innato talento, è premiata nel 1982 quando ai Mondiali di Auron piazza il colpo grosso in combinata e conquista medaglia d’oro e titolo iridato. Entrata dalla porta principale nel “circo bianco” di Coppa del Mondo, Paola Magoni si mantiene a livelli alti per diverse stagioni. Non brillerà nella classifica generale (suo miglior piazzamento è il 24° nel 1985) ma sale per tre volte sul podio, sempre nello slalom speciale. L’acuto vincente è quello che piazza il 14 gennaio del 1985 a Pfronten, in Germania, dove Paola Magoni mette tutti in fila. Prima di ritirarsi dall’attività, nella stagione 1987-1988, la Magoni seppe consolidare quella leadership in Italia che le ha consentito di vincere cinque titoli assoluti partendo dalla combinata nel 1980 e passando per i successi in speciale nel 1984, 1985, 1987 e 1988. In Italia, seppe salire sul podio anche in slalom gigante (argento nel 1988) e discesa libera (bronzo nel 1980 e 1982). Undici, in totale, le medaglie messe al collo dalla bergamasca in ambito nazionale. Dopo aver smesso di sciare, Paola Magoni Sforza è tornata sul palcoscenico per raccogliere le meritate gratificazioni dovutele dopo una carriera così intensa e soddisfacente. Il 25 giugno del 2014, su iniziativa dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la Magoni è stata insignita dell’Onorificenza di Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Il 15 dicembre del 2015, dalle mani del Presidente del Coni Giovanni Malagò ha ricevuto invece la massima onorificenza prevista per un atleta italiano, il “Collare d’Oro al merito sportivo”.