La Cina è sempre più vicina, soprattutto per gli appassionati di sport invernali visto che proprio a Pechino prenderanno il via i Giochi Olimpici sulla neve con l’edizione numero ventiquattro (XXIV) dell’evento mondiale.
Una cerimonia di apertura prevista per il 4 febbraio, sperando che tutto proceda per il meglio e la pandemia non costringa a ulteriori limitazioni o peggio, qualche rinvio. Vogliamo però essere ottimisti, sia per quanto riguarda le sorti globali sia a livello sportivo, visto che sono sempre state tante le soddisfazioni azzurre in queste competizioni.
Il medagliere azzurro alle Olimpiadi invernali
Dallo sci al biathlon, dal pattinaggio allo slittino, passando per il bob e il più recente snowboard. Sono tante le discipline olimpiche in cui lo sport italiano ha trovato grandi gioie e naturalmente anche qualche amarezza.
In totale gli azzurri sono saliti sul podio 124 volte, portandosi a casa un bottino di 40 medaglie d’oro, 36 d’argento e 48 di bronzo. Certo davanti a noi ci sono nazioni decisamente più avvezze alle nevi (la Norvegia per esempio è riuscita ad aggiudicarsi qualcosa come 368 medaglie in totale di cui 132 del metallo più prezioso), ma come detto, ci siamo difesi piuttosto bene in questi anni con anche qualche momento di esaltazione (vedi la storica prestazione di Lillehammer nel 1994, quando con 20 medaglie di cui 7 ori, chiudemmo al quarto posto assoluto nel medagliere).
Non è andata così bene nell’ultimo periodo, con il record negativo della storia più recente di Sochi nel 2014 (zero ori) e quello di Vancouver 2010 (solo 5 medaglie totali). Risollevandoci però proprio nella scorsa edizione di PyeongChang nel 2018, quando con 10 medaglie e 3 ori siamo riusciti a toglierci qualche piccola soddisfazione.
Gli atleti azzurri più medagliati della storia
In tutto questo la lista dei grandi nomi dello sport invernale italiano è lunga e ricca di prestigio, oltre che fortunatamente molto tinta di “rosa” oltre che di azzurro. L’atleta che ha vinto più medagli di tutti infatti, è Stefania Belmondo, vera e propria leggenda dello sci di fondo, capace di aggiudicarsi 10 podi olimpici di cui 2 del metallo più prezioso (la vittoria nella 30Km di Albertville nel 1992 e dieci anni dopo quella a Salt Lake nella 15 Km).
Ma anche a seguire vediamo come siano le donne in particolare ad aver accresciuto il nostro bottino, con Arianna Fontana che nello Short Track si è portata a casa 8 medaglie con l’oro finale conquistato proprio nell’ultima edizione di Pyeongchang nel 2018, e Manuela di Centa con le sue 7 medaglie nello sci di fondo (due ori conquistati entrambi a Lillehammer nel 1994 nella 15 e nella 30 Km tecnica classica).
Lo sci di fondo del resto ha sempre regalato gioie ai nostri porta colori, dove abbiamo visto in grande evidenza altri grandi talenti come Gabriella Paruzzi (5 medagli per lei con l’oro nella 30Km a Salt Lake), Marco Albarello (5 medaglie), Silvio Fauner (oro nella staffetta 4×10 Km di Lillehammer proprio insieme ad Albarello), Pietro Piller Cottrer e Giorgio Vanzetta (4 medaglie) e naturalmente Giorgio di Centa che porta avanti la tradizione di famiglia con 3 medaglie in tutto tra cui però il prestigioso oro Olimpico a Torino nella 50 Km.
Dobbiamo fare forse un passo indietro, ma anche il Bob ha avuto una forte tradizione italiana negli anni cinquanta e sessanta, forte del talento di Eugenio Monti che raccolse 6 medaglie olimpiche tra cui il doppio oro di Grenoble del 1968 (nella disciplina a due e a quattro). Per quanto riguarda le piste ghiacciate dello slittino invece, ecco che non possiamo non fare il nome di Armin Zoggeler, 6 medaglie all’attivo vinte peraltro in sei edizioni di fila, per un record assoluto davvero incredibile (due ori per lui).
Spostandoci sui campi di pattinaggio (velocità), il primo nome è invece quello di Enrico Fabris, che realizzò l’impresa di vincere non solo il primo oro azzurro nella specialità, ma addirittura due nell’edizione di Torino nel 2006 (nei 1500 e nell’inseguimento a squadre) e pure un bronzo (nei 5000).
Lo sci alpino azzurro alle Olimpiadi
Un capitolo a parte forse lo merita una delle discipline più seguite del lotto, quella dello sci alpino. Merito forse dei tanti campioni che hanno saputo portare questo sport a un altro livello, primo tra tutti il nostro Alberto Tomba, vero e proprio eroe olimpico con 5 medaglie tra cui tre ori tra Calgary 1988 (speciale e gigante) e Albertville (gigante) con tutto il paese fermo davanti alla televisione per vedere le imprese dello sciatore bolognese (tanto da fermare persino il Festival di Sanremo per trasmettere la sua seconda manche).
Certo prima di lui c’erano stati altri grandissimi campioni, a cominciare da Gustavo Thoeni che di medaglie se ne aggiudicò 3 in carriera, solo una però d’oro vinta in quel di Sapporo nello slalom gigante.
Anche in campo femminile lo sci alpino ci ha riservato grandi soddisfazioni, con le quattro medaglie di Deborah Compagnoni capace di vincere l’oro addirittura in tre Olimpiadi differenti (la prima al mondo a riuscirci): Albertville, Lillehammer e Nagano. In quegli stessi anni la valanga “rosa” mostrò anche la classe e la potenza di Isolde Kostner, che nelle discipline più veloci vinse tre medaglie, pur senza mai riuscire a salire sul gradino più alto del podio (1 argento e 2 bronzi).
Quante medaglie per l’Italia a Pechino?
Lasciando da parte le glorie del passato e concentrandoci invece verso quelle (probabili) del futuro, per sapere come andranno gli azzurri in quel di Pechino non resta che affidarci alle previsioni di Nielsen Gracenote (società che si occupa proprio di raccolta dati e nuove tecnologie) che già con le Olimpiadi estive aveva azzeccato con estrema precisione il bottino italiano delle 40 medaglie a Tokyo (avevano detto 41 per la verità, ma in ogni caso molto più vicino di quanto si potesse immaginare).
Questa volta la loro sentenza non è proprio così favorevole per noi, visto che ci affidano un totale di sole 11 medaglie tra cui un Oro (poi 5 argenti e 5 bronzi). Intendiamoci, sarebbe comunque una medaglia in più rispetto all’ultima edizione, ma con due ori in meno però.
Al netto della facile idea di una Norvegia straripante (44 medaglie di cui la metà d’Oro), le previsioni vanno verso una Michela Moioli ancora protagonista (dovrà difendere l’oro nello Snowboard cross), mentre dovranno lottare per il podio tutti gli altri.
Nel Biathlon grande attesa per Dorothea Wierer (non al top della forma però), accreditata di almeno due medaglie (la staffetta e la 10 Km), mentre dallo sci in evidenza le discipline veloci con Sofia Goggia (di cui sono da valutare le condizioni) e Domink Paris pronti a giocarsi il podio nella discesa.
Poi ovviamente Arianna Fontana, ancora protagonista nello short track (con nove medaglie potrebbe diventare l’atleta più medagliate di tutte nella specialità) e Lorenzo Sommariva, anche lui tra i favoriti nella gara mista di snowboard che lo ha già visto portarsi a casa l’argento ai mondiali. Altre possibili medaglie in arrivo da Federico Pellegrino (gara sprint di fondo), ma chissà che non si possa avere qualche sorpresa anche da qualche outsiders: da Marta Bassino in gigante (anche se non al top in questo periodo) a Roland Fischnaller e Aaron March nello snowboard, così come per Dominik Fischnaller nello slittino.
Insomma le speranze di vedere un Italia ancora protagonista in questo inizio 2022 (come lo è stata sportivamente parlando per tutto l’anno appena passato) ci sono eccome, e non resta che aspettare febbraio e tifare come sempre gli azzurri di ogni disciplina in quel di Pechino.