I successi di Wierer, Brignone e Moioli rilanciano alla grande l’immagine dello sport azzurro negli sport invernali. Un bello “spot” in vista di Milano-Cortina
Il 2026 è ancora lontanissimo, è vero. Nell’inverno di quell’anno Milano e Cortina d’Ampezzo saranno idealmente unite dai cinque cerchi più famosi dello sport mondiale. Ma se è vero che quell’evento è ancora in fase embrionale, è altrettanto vero che dal mondo femminile degli sport invernali sono arrivati tre fragorosi “acuti” di quelli capaci di spezzare i cristalli. Nel giro di una settimana, seppur nell’inverosimile cornice di una nazione che sta cercando di contenere gli effetti del contagio da corona virus, le pagine della vita quotidiana italiana si sono riempite anche della bella storia di tre ragazze incredibili.
Dorothea Wierer ha completato il suo fantascientifico 2020 conquistando, per il secondo anno consecutivo la Coppa del Mondo di biathlon. L’altoatesina, come nel più bello dei film a lieto fine, ha messo in campo la tenacia e il talento che tutti hanno già avuto modo di conoscere in molteplici altre occasioni. Non voleva gareggiare, Dorothea Wierer che aveva tacciato la Federazione Mondiale di pensare più ai soldi degli sponsor che alla salute degli atleti. Si è presentata ai nastri di partenza incidendo sul calcio della sua carabina “Andrà tutto bene, vinceremo insieme”. Poi è entrata in gara mettendo in campo le residue energie fisiche e mentali. E’ arrivata undicesima, guadagnando la manciata di punti necessaria per tenersi alle spalle la tedesca Tiril Eckhoff. Potrà fregiarsi ancora della Coppa di cristallo, prima atleta italiana a farlo per due anni consecutuvi. La metterà in bacheca accanto alle due medaglie d’oro e a quella d’argento che ha conquistato ad Anterselva un mesetto fa ai Campionati del Mondo.
C’è un’altra splendida atleta che ha vinto la Coppa di Cristallo, anche se le attuali e poco probanti circostanze le hanno impedito di poterla alzare al cielo come sognava di fare: Federica Brignone, 29 anni, valdostana di La Salle che è stata la grande protagonista del circuito femminile di sci alpino. La dimostrazione di forza della Brignano è stata incredibile: 5 vittorie (Courchevel, Altenmarkt, Sestriere, Soči Krasnaja, Crans Montana), 1378 punti (record per una sciatrice italiana nella storia della Coppa del Mondo) e il meritato successo nella classifica finale dopo che la Federazione Internazionale ha cancellato la gara scedese di Are e le finali di Cortina d’Ampezzo. Venticinque anni dopo Alberto Tomba, Federica Brignone è la prima donna italiana a vincere la Coppa del Mondo ed entra a far parte di un ristrettissimo club che oltre al guascone di Sestola comprende il mitico Gustavo Thoeni. Federica Brignone è la più forte al mondo anche se, conoscendola, avrebbe preferito dimostrarlo a Cortina, dove si sarebbe presentata al cancelletto di partenza con oltre 100 punti di vantaggio sulla statunitense Mikaela Shriffin (seconda a quota 1225) e sulla slovacca Petra Vlhova (terza con 1189 punti). Nessun può comunque obiettare sulla superiorità di una atleta che nel corso della stagione si è aggiudicata anche la Coppa del mondo di slalom gigante e di combinata.
Il “tris d’assi” degli sport invernali femminili italiani è compoletato da Michela Moioli, dominatrice assoluta della Coppa del mondo di snowboard nella categoria del cross. La bergamasca di Alzano Lombardo ha vissuto la parte finale della stagione in uno stato d’animo particolare, viste le notizie provenienti dalla sua zona d’origine: il ricovero del nonno positivo al Covid-19 e la messa in quarantena di tutta la sua famiglia. Una voglia di cacciare ogni brutto pensiero che si è trasformato nell’urlo lanciato da Michela Moioli prima della finale dell’ultima prova, urlo che è idealmente rimbalzato per centinaia di chilometri. Per Michela Moioli è stata una stagione trionfale, che consacra, se ancora ce ne fosse bisogno, una ragazza che ha già messo al collo la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Pechino nel 2018. Ventiquattro anni, talento e coraggio da vendere, la Moioli ha costruito il suo trionfo passo dopo passo, salendo sul podio in tutte e cinque prove disputate. Ha iniziato col secondo posto a Montafon in Austria ma è passata al comando della classifica generale già alla seconda prova vinta a Cervinia. Primato consolidato in Canada con l’affermazione a Big White cui ha fatto seguire il secondo posto nella gara che recuperava quella non disputata a Feldberg. La ciliegina sulla torta è arrivata questa settimana a Veysonnez in Svizzera: vittoria di tappa e 5400 punti in classifica generale, oltre 1000 in più dell’australiana Belle Brockhoff seconda con 4100 punti. Più distanziate la francese Chloe Trespeuch (3340), la ceca Eva Samkova (3210) e l’americana Faye Giulini (2030). Dorothea, Federica e Michela: tre atlete straordinarie che a loro modo hanno voluto regalare successi mondiali alla loro nazione, così tremendamente in difficoltà. E’ il trionfo della tenacia, del talento, della determinazione, del volersi mettere sempre in gioco… E’ un vero peccato che Milano-Cortina sia così lontano…