Compie mezzo secolo di vita uno dei giocatori più rappresentativi del rugby italiano, sette scudetti, 84 partite in nazionale ed oggi un ruolo dirigenziale di grande importanza
E’ una questione di cuore. E’ una questione di sangue che scorre nelle vene. E’ una questione e legata al DNA… Mettetela come volete, ma il compleanno di Carlo Checchinato che proprio oggi compie 50 anni è, indirettamente, una ricorrenza importante per il rugby italiano. Il cognome è celeberrimo tra gli appassionati. Una generazione iniziata con papà Giancarlo che negli anni Settanta fu uno dei giocatori italiani più rappresentativi vestendo anche la maglia azzurra della nazionale. Il 30 agosto del 1970 viene alla luce Carlo che ci mette ben poco ad ereditare la passione del padre, coltivandola sino al punto che il mondo del rugby diventa ogni giorno che passa il suo mondo. Nato ad Adria, Carlo Checchinato tocca la sua prima palla ovale giocando nel settore giovanile del Rugby Rovigo. Il ragazzo ha stoffa e i tecnici del club rodigino se ne accorgono ben presto. L’ascesa inizia a 18 anni: dopo aver fatto il bello ed il cattivo tempo in ambito giovanile, Carlo Checchinato fa il suo esordio in prima squadra. Pochi minuti che, col passare dei giorni, aumentano sino a che il virgulto seconda linea diventa titolare nel quindici di partenza. La stagione 1989/1990 è la prima che Carlo Checchinato ripone con cura nell’album dei ricordi: a poche settimane dal compiere vent’anni, anche grazie alle sue prestazioni, il Rovigo vince lo scudetto. Tali e tante sono le sue ottime prestazioni che durante quella stessa stagione arriva anche la chiamata in nazionale. Il 30 settembre, per la Coppa Fira, l’Italia ospita la Spagna proprio sul campo di Rovigo. La prova degli azzurri è impeccabile e gli iberici cadono, battuti 30-6. In quella squadra c’è anche Carlo Checchinato che “firma” così la prima di 84 presenze che, nel corso di 14 anni, collezionò con il quindici della nazionale. Una maglia, quella azzurra, che Checchinato difese con onore ed orgoglio giocando da titolare anche quattro edizioni della Coppa del Mondo: 1991 in Inghilterra, 1995 in Sudafrica, 1999 in Galles e 2003 in Australia. In Nazionale, Checchinato segnerà anche 21 mete per un totale di 96 punti (9 del valore di 4 punti e 12 dal valore di 5 punti). Nel ruolo di avanti, quando si ritirò, era il giocatore azzurro ad aver realizzato il maggior numero di mete in incontri internazionali. Nel frattempo, Carlo prosegue anche la sua ascesa come giocatore di club. Dopo essere rimasto per sette campionati a Rovigo, nel 1995 sceglie di spostarsi di qualche chilometro ed entra a far parte della Benetton Treviso, una delle società più ambiziose. L’esordio in bianco-verde non è eclatante, ma solo perché Carlo Checchinato sta “prendendo le misure” per diventare protagonista in una squadra così forte. Nel 1997 così, è tra i primattori del Treviso che detta legge e vince sia lo scudetto che la Coppa Italia, evidenziando una forza collettiva che ancora oggi sono in molti a ricordare ed apprezzare. Quando Carlo Checchinato, nel 2005, si ritirerà dal rugby giocato, nel suo palmares, oltre alle vittorie ottenute a Rovigo, ci saranno i sei scudetti e le due Coppa Italia vinte in 10 anni di militanza alla Benetton, per un totale di 242 partite disputate. Appese le scarpe al chiodo, Carlo Checchinato rimase però nel mondo rugbistico, ricoprendo già nel 2005 il ruolo di Team Manager della nazionale che la Federazione gli propose. A Checchinato fu assegnato un duplice compito: aiutare i coach al momento delle convocazioni ed aprire le porte della nazionale ai giovani e ai nuovi convocati. L’alta competenza dimostrata dal pluriscudettato ha poi convinto gli organi federali di assegnare a Carlo Checchinato un ruolo ancora più specifico: il 9 aprile del 2010, egli è stato nominato direttore dell’Alto Livello di Specializzazione della Federazione Italiana Rugby. Checchinato è quindi il più diretto referente nella struttura che gestisce tutta l’attività delle nazionali e dei due club, Benetton e Zebre, che rappresentano l’Italia alla Celtic League. Per poter svolgere a dovere l’importante ruolo, Carlo Checchinato ha rinunciato all’incarico di dirigente federale e di team manager della nazionale, lasciandolo a Sara Pettinelli, la prima donna consigliere nella storia della Federazione Italiana Rugby. Carlo Checchinato è convolato a nozze con Marta Mandruzzato. Dall’unione sono nati Antonio e Pietro. E’ il primo che sta portando avanti la generazione di rugbisti, cercando di ripercorrere la strada di nonno Giancarlo e papà Carlo.