Esistono rivalità di ogni risma all’interno del panorama calcistico internazionale. Ci sono quelle semplicemente territoriali, come i derby stracittadini nostrani, oppure quelle di carattere nazionale, come in Spagna quella ormai storica tra Real e Barcellona. Poi ci sono quelle di carattere religioso e/o politico-sociale, come quelle presenti in alcune parti del Regno Unito.
Ma se parliamo di quella che più di ogni altra parte del mondo fa capo a una rivalità che si porta dietro qualcosa di mistico, di magico e incomprensibile è quella che in Argentina mettono in atto da tanti decenni River Plate e Boca Juniors.
L’ultimo episodio di una lunga serie
Cominciamo da quella che è stata considerata l’ultima di una infinita serie di sgarri tra le due squadre, quella che, lo scorso novembre del 2018, portò lo spostamento del ritorno della Finale di Copa Libertadores addirittura da un continente all’altro, quello europeo, sede scelta: Madrid.
Dopo le semifinali conquistate rispettivamente contro le brasiliane Gremio e Palmeiras, le due squadre si sarebbero dovute incontrare con la solita formula di andata e ritorno, la prima in casa del Boca, nella leggendaria Bombonera, e la seconda al “Antonio Vespucio Liberti”, meglio conosciuto come “El Monumental“.
Tutto bene, o almeno quasi, nella partita di andata quando un pirotecnico 2-2 chiuse senza vincitori ne vinti la prima delle due sfide.
Il rinvio di dicembre a Madrid
Il 24 novembre di quell’anno rimarrà una data storica per il calcio argentino. Il “nuovo” Monumental tirato a lucido per l’occasione, era pronto a dare l’ennesimo segno tangibile della passione argentina per il calcio, ma le intemperanze, per usare un eufemismo, dei padroni di casa che accolsero con fitte sassaiole il pullman degli ospiti, originando le proteste ufficiali dei dirigenti del Boca e un pericoloso turbinio di scontri sfociato anche all’interno dello stadio pronto ad accogliere i tifosi, fecero propendere i vertici del calcio argentino per un rinvio della partita.
Quelle ore furono concitate, si rimandò la partita di ora in ora e anche in Italia tutti gli appassionati del calcio sudamericano attaccati alla TV, assistettero ad un capitolo che rimarrà leggendario.
Seguirono giornate caldissime col Boca che chiedeva la vittoria a tavolino e il River pronto a giocare in ogni dove.
Si scelse il Santiago Bernabeu e una data congrua per fare organizzare le due tifoserie, il 9 dicembre.
La vittoria andò al River dopo i tempi supplementari per 3-1.
Questo che vi abbiamo appena rinfrescato è l’episodio massimo che spiega cosa può succedere tra due squadre che si portano una rivalità piena di passione.
«Scene pugilistiche» nel 1913
L’episodio della Libertadores del 2018 ha riportato alla mente dei tifosi argentini e degli osservatori di tutto il mondo, quello accaduto nel 2015, quando un tifoso del Boca ebbe la brillante idea di terrorizzare i giocatori del River con uno spray al peperoncino, sempre in una partita della Libertadores, ma questa volta alla Bombonera.
La violenza e le scazzottate tra i tifosi delle due squadre, risalgono a un secolo fa, quando, nel lontano 1913, si disputò il primo incontro ufficiale tra le due squadre, al termine del quale uno dei pochi giornalisti dell’epoca presenti all’incontro, parlò di “scene pugilistiche tra tifosi e giocatori”.
Oscar Ruggeri e la casa bruciata
Non sono tanti gli scambi di giocatori tra le due squadre, soprattutto perché sono stati gli stessi campioni a evitare la “materia“.
Il caso più eclatante, e tutto sommato recente, riguarda Oscar Ruggeri, difensore centrale visto per qualche mese anche ad Ancona nel 1992, che giocò i primi 7 anni della sua carriera dividendosi tra Boca e River.
Il passaggio non fu gradito ai suoi ex compagni di squadra, segnatamente a Roberto Passucci, che decise di affondare un violentissimo tackle su Ruggeri il quale rischiò di chiudere la carriere quando ancora essa era agli inizi.
L’episodio si aggiunse al regalino offertogli dai tifosi del Boca che diedero fuoco alla sua casa…
Chi ha più tifosi tra Boca e River?
Sembrerebbe che le due squadre detengano la predominanza in termini di tifosi in tutto il territorio argentino, tanto che uno studio ha rivelato che il 65% del popolo Albiceleste si divida tra Giallo Blu e Bianco Rossi.
Lo stesso studio ha provato anche a mettere in evidenza il numero dei membri delle due squadre, ma mentre il conteggio per gli aventi diritto del River si è fermato a quota 146.000, il Boca si è infastidito dimostrando di possedere 193.000 membri.
Ovviamente sono numeri che non troveranno mai una collocazione corretta, si pensi solo che il motto del River è “El Mas Grande”, mentre quello del Boca è “La Mitad Mas Uno”.
Le vere origini: Xeneizes contro Millonarios
Entrambe le squadre nascono da uno dei quartieri più popolari del sud di Buenos Aires, Boca, che si affaccia sul porto meridionale della capitale argentina.
Poco dopo la nascita del club, buona parte della dirigenza in contrasto con l’altra metà del club, River, si trasferì a Nunez, un quartiere che diventò col tempo meno popolare e più imborghesito.
Il commercio e una serie di famiglie facoltose di quell’area, cominciarono a dare supporto economico alla nuova costola della squadra, diventata ben presto i “Millonarios”, mentre i tifosi del Boca, il cui stadio nasceva molto vicino ad una fabbrica nota per l’odore di sterco, vennero soprannominati i “Manure Handles”.
Nonostante il patrimonio di entrambi i club sia cresciuto a dismisura anche grazie al prestigio sportivo che le due squadre hanno saputo costruire nel tempo, quel marchio “socio–economico” sembra essere rimasto nel tempo, ragione per la quale ancora oggi l’enfasi e la passione dei tifosi, detiene sempre lo stesso fascino che non accenna a scemare.