Euro 84 è la seconda edizione dei campionati europei con la nuova formula che prevede i gironi. A partire da questo torneo inoltre dopo la fase a gironi si svolgono semifinali e finalissima, con l’abolizione della finalina di consolazione per il terzo. Si arriva quindi a quella che sarà la formula standard per tutti gli europei futuri.
Le qualificazioni ad Euro 84
Percorso di qualificazione ad Euro 84 che prevede 32 squadre divise in 7 gironi: si qualificano le prime che andranno ad aggiungersi alla Francia, paese ospitante della manifestazione.
E durante le qualificazioni non mancano sorprese e polemiche.
Le sorprese sono quelle della mancata qualificazione di Inghilterra e URSS, sconfitte nel loro girone da due formazioni emergenti come Danimarca e Portogallo. La polemica divampa invece nel girone che prevede la presenza di Spagna e Olanda.
Gli olandesi terminano il loro girone con 13 punti e una differenza reti di +16. La Spagna deve giocare l’ultima partita con Malta, con due punti in meno e una differenza reti di +5. Se la vittoria non appare assolutamente in dubbio, viene realisticamente giudicata impossibile una qualificazione spagnola: per staccare il pass per Francia 84 le furie rosse dovrebbero battere Malta con 11 gol di scarto, in modo da pareggiare la differenza reti olandese ma segnando un gol in più.
Il 23 dicembre 83 si gioca a Siviglia Spagna – Malta, e dopo appena 4 minuti i padroni di casa usufruiscono di un calcio di rigore che Juan Antonio Señor però fallisce. Sembra un cattivo presagio. Santillana la sblocca al 15′ ma appena dieci minuti dopo arriva il clamoroso pareggio maltese. Dopo un quarto di partita, la Spagna che doveva vincere con 11 gol di scarto, sta pareggiando in casa con Malta. Alla luce di tutto questo, appare ancor più stridente e sospetto il fatto che il succitato Juan Antonio Señor, a 5 minuti dal termine della gara, segni il gol che fissa il punteggio sul clamoroso 12-1 per le furie rosse.
Nel secondo tempo la Spagna ha imposto un parziale di 9-0 a Malta. Sembra tutto molto sospetto, ma ad oggi nessuna combine è stata provata. L’Olanda ovviamente protesta, chiede chiarezza, ma non verrà mai ascoltata. In Francia, ci vanno gli spagnoli.
L’Italia a Euro 84
Ma la sorpresa più grande della tornata di qualificazioni arriva purtroppo dall’Italia. È la splendida Italia di Bearzot, che ha appena vinto i mondiali del 1982, ed è considerata una delle favorite assolute. Un girone di qualificazione con Romania, Svezia, Cecoslovacchia e Cipro, seppur insidioso, non sembra rappresentare un problema.
Le prestazioni offerte dagli azzurri saranno invece sconcertanti. Non solo l’Italia non si qualifica, ma durante tutte le qualificazioni rimedia figuracce di ogni tipo. Perde secco in casa con la Svezia per 0-3, e addirittura viene fermata sul pareggio dalla cenerentola Cipro, che coglie il suo risultato più prestigioso di sempre fermando i campioni del mondo.
Il ruolino è imbarazzante: in otto partite gli uomini di Bearzot rimediano 1 sola vittoria, 3 pareggi e ben 4 sconfitte, segnando la miseria di 6 gol subendone 12. È una disfatta amara, che non promette nulla di buono nemmeno per i mondiali di Messico 86, dove la Nazionale dovrà difendere il titolo del Mondo.
I gironi di Euro 84
Tra defezioni e polemiche si completa quindi il quadro delle magnifiche 8, che vengono incasellate nei rispettivi gironi.
Nel primo i padroni di casa della Francia, con Danimarca, Belgio e Jugoslavia. Nel secondo la Germania Ovest, con Spagna, Portogallo e Romania.
I pronostici della vigilia vedono due squadre favorite su tutte: sono Francia e Germania, e il loro scontro è atteso fin dalla splendida semifinale mondiale di due anni prima, che ha visto prevalere i teutonici nonostante il vantaggio acquisito dai francesi durante i supplementari. Una partita epica e drammatica, che ha svuotato a tal punto di energie i tedeschi, incapaci poi di opporre resistenza all’Italia nella finalissima.
Le due nazionali sono anche quelle che ospitano le stelle annunciate del Torneo, vale a dire Michel Platini e Kalle Rummenigge. In particolare l’attesa per Le Roi è altissima, visto che guida la squadra di casa, unica tra le nazionali europee di rilievo a non aver mai vinto nulla. La pressione è insomma tutta su Platini.
Girone A: Francia padrona, Danimarca sorpresa
Nel girone della Francia inizia poi a mostrare qualcosa di buono la sorprendente Danimarca. È una squadra a cui non si da molto credito, ma che dispone di buonissimo talento abbinato a forza fisica. È guidata in panchina da Sepp Piontek, coach tedesco che capisce ben presto che per esaltare quel gruppo di calciatori bisogna impostare un frizzante gioco d’attacco: nasce così la cosiddetta Danish Dynamite, una squadra spettacolare e dinamica, che sorprenderà tutti ad Euro 84 e ai mondiali messicani del 1986. Capace di goleade spettacolari è l’embrione di quella Danimarca che poi vedrà proprio nei campionati europei del 1992 il suo apice massimo.
Ma, danesi a parte, il girone A di questi campionati europei viene vinto da Platini. E non è un modo di dire. Con tutta la pressione su di lui, le roi si scatena e si esalta. Nelle prime 3 gare del girone mette a segno qualcosa come 7 reti, firmando due triplette contro Belgio e Jugoslavia, dopo aver risolto la gara inaugurale contro la Danimarca.
Segna di destro, sinistro, di testa, di opportunismo, di punizione, di classe. Raramente si era visto un tale dominio di un solo giocatore in campo. Con la Francia a punteggio pieno, è l’ultima giornata a decidere la seconda qualificata: si affrontano Danimarca e Belgio.
I danesi sono il nuovo che avanza, i belgi sono formazione esperta, ma che ha iniziato a mostrare qualche crepa. Le due squadre sono appaiate a 2 punti, con la differenza reti nettamente a favore dei danesi, che nella giornata precedente hanno travolto la Jugoslavia per 5-0. Stesso risultato, ma subito, per il Belgio contro la Francia.
Alla squadra di Piontek basta un pareggio per qualificarsi alle semifinali, ma la maggiore esperienza del Belgio sembra fare la differenza, e porta i diavoli rossi sul 2-0. Ma questi sono anche gli europei della Danish Dynamite: spinta dalla rivelazione Larsen Elkjaer la formazione danese recupera, e sarà proprio l’attaccante, da li a qualche mese protagonista dello scudetto del Verona, a siglare il sorpasso per il definitivo 3-2 che manda clamorosamente la Danimarca alle semifinali.
Girone B: Germania eliminata a sorpresa
Nell’altro girone la Germania Ovest sembra la favorita assoluta: sono vice campioni del mondo e dispongono di Rumenigge, oltre che di uno stuolo di altri campioni. Per la seconda piazza sembra esserci la Spagna, con sullo sfondo però il Portogallo che ha ben impressionato nelle qualificazioni.
La gara inaugurale dei gironi mostra subito dei portoghesi combattivi e compatti, che bloccano la Germania Ovest sullo 0-0. La Spagna non va oltre il pareggio con la Romania, e la seconda giornata conferma le previsioni della vigilia: tedeschi vittoriosi sui rumeni grazie ad una doppietta del giovane Völler e Spagna e Portogallo che impattano per 1-1 nel derby iberico.
All’alba dell’ultima giornata la situazione vede la Germania Ovest in netto vantaggio e padrona del proprio destino: con due risultati su tre contro la Spagna la qualificazione sembra a portata di mano. Agli spagnoli basta fare lo stesso risultato del Portogallo, che soffre di una differenza reti peggiore rispetto ai cugini.
Le gare si giocano in contemporanea, e quando mancano 10 minuti al termine, Germania e Spagna sono qualificate, e sembrano trotterellare in campo senza volersi far male.
Ma da Nantes arriva la notizia del gol del portoghese Nene e gli scenari cambiano: ora la Spagna spinge alla ricerca del gol qualificazione, la Germania deve difendersi. Sono 10 minuti di fuoco, dove i teutonici sembrano reggere, e provano a sfruttare lo sbilanciamento degli spagnoli: il portiere Arconada tiene i suoi a galla. All’ultimo assalto la Spagna però compie il miracolo: Juan Antonio Señor, sempre lui, si libera sulla destra e piazza il classico cross dell’Ave Maria. Tutti gli attaccanti sono marcati, ma dalle retrovie arriva come un treno il centrale difensivo Maceda, che impatta la palla in mezzo tuffo e piega le mani di Harald Schumacher.
È il gol che manda la Spagna in semifinale come prima del girone. Ad attenderla la Danimarca, mentre nell’altro match saranno il Portogallo e la favoritissima Francia a giocarsi l’accesso alla finale.
Semifinali di Euro 84: ancora Platini decisivo
La Spagna se la vede quindi con la sorprendente Danimarca nella semifinale di Lione. I danesi partono forte e vanno subito avanti con Soren Lerby. Gli spagnoli soffrono la freschezza danese, ma hanno un Arconada in forma smagliante che li tiene a galla. Nel secondo tempo poi trovano anche il pareggio, ancora con Maceda, che sfrutta una palla fuoriuscita da una mischia sua azione di corner, per fiondare in rete un destro preciso.
Ma è sempre la Danimarca a guidare il gioco, sorretta dalla classe di Michael Laudrup, che disegna calcio per i suoi compagni e in particolare per Larsen Elkjaer. Le furie rosse però resistono, e si arriva ai rigori.
Sul 2-2 tocca proprio a Laudup battere dal dischetto, ma come spesso accade l’uomo di classe si lascia ipnotizzare: Arconada para, ma tra lo stupore generale l’arbitro Courtney ordina la ripetizione del penalty. Uno come Laudrup non sbaglia due volte, ma la Spagna ha il merito di non farsi innervosire. L’ultimo rigore danese è affidato a Larsen Elkjaer, fin qui assoluto protagonista del torneo: il pallone del bomber si spegne però direttamente tra le braccia dei tifosi, oltre la traversa. Tocca a Sarabia mandare in paradiso la Spagna, che passa dalla qualificazione sospetta nelle eliminatorie, fino a quella acciuffata per i capelli ai gironi, per giungere incredibilmente in finale.
Ancor più drammatica l’altra semifinale, disputata a Marsiglia. La Francia domina il Portogallo in lungo e in largo, va in vantaggio con una punizione calciata da Domergue e avrebbe decine di occasioni per raddoppiare. Ma quella sera la rete portoghese sembra stregata: Bento para tutto il parabile e al resto ci pensa l’imprecisione dei padroni di casa. A 15 minuti dal termine il Portogallo è ancora clamorosamente in corsa. E per una legge non scritta del pallone trova il pareggio con Jordao.
Ai supplementari succede l’impensabile: la Francia sembra impaurita, schiacciata dalla pressione di dover vincere davanti al proprio pubblico e bloccata dal pensiero di aver perso delle occasioni clamorose. Il Portogallo gioca invece con la forza dei nervi distesi, e va incredibilmente in vantaggio. Recuperare un gol nei supplementari è impresa quasi difficile, ma ne sa qualcosa la Francia a cui questa sorte è toccata due anni prima nella semifinale mondiale contro la Germania Ovest.
Messi alle strette, i transalpini gettano letteralmente il cuore oltre l’ostacolo: con un’azione quasi rugbistica Domergue trova il pareggio, ma la Francia non si accontenta, cosciente di essere superiore al Portogallo e non volendosi giocare l’accesso in finale ai calci di rigore.
Tutta la pressione dei padroni di casa si esplicita nell’ultimo disperato assalto: Tigana conduce il pallone fin dentro l’area portoghese seminando panico e difensori, arriva sul lato corto dell’area piccola con Bento che esce alla disperata. Il centrocampista francese butta la palla al centro sperando di trovare un compagno, e sulla sfera vagante si trova Platini: siamo al 119′ di una semifinale europea e un qualsiasi giocatore con la porta spalancata andrebbe al tiro il prima possibile, ma non Platini, che glaciale ed elegante stoppa il pallone mandando fuori tempo difensori, compagni e i cuori dei tifosi francesi, creandosi così lo spazio per depositare la palla in rete. È un gol difficilissimo nella sua apparente facilità, che scatena scene di entusiasmo incontrollato al Velodrome di Marsiglia. La Francia è in finale.
Le Roi ha la sua corona: Francia campione
Euro 84 è stata senza dubbio un’edizione spettacolare, che ha mostrato bel gioco e tanti gol, ed è ricordata a tutt’oggi come una delle migliori. Purtroppo però non possiamo includere la finale tra le gare che hanno contribuito a rendere speciale questo torneo. Sembra quasi che il carico di sorprese e spettacolo si sia esaurito nel culmine delle semifinali.
La finale tra Francia e Spagna prevede una favorita d’obbligo, cioè la formazione di casa. Ma l’importanza della gara blocca le due contendenti. Durante tutto il primo il primo tempo non si registrano praticamente tiri nello specchio della porta. La Francia da l’impressione di avere il classico “braccino del tennista” con quella paura di vincere che l’attanaglia.
La Spagna è una squadra senza troppi squilli, arrivata alla finale in maniera davvero rocambolesca. Per sbloccare la situazione ci vuole una prodezza. E questa arriva al 57° minuto.
Si tratta in realtà di una prodezza al contrario però. Su una punizione calciata – nemmeno troppo bene – da Platini, Arconada compie una papera clamorosa, facendosi letteralmente bucare da un pallone innocuo, che scivola beffardo in rete.
La Spagna prova ad organizzare una reazione, ma non ha sufficienti qualità per contrastare la Francia: nemmeno la superiorità numerica arrivata a 5 minuti dal termine favorisce un forcing finale degno di nota da parte delle furie rosse.
Anzi, nell’ultimo minuto arriva il sigillo transalpino, con un morbido pallonetto di Bellone, su suggerimento di Tigana.
Al fischio finale il più commosso è però Platini. Lui che aveva tutta la pressione addosso, che doveva caricarsi la squadra sulle spalle, è riuscito a spezzare la maledizione francese per il calcio e a portare finalmente un titolo importante in bacheca. Lo ha fatto giocando un torneo pazzesco, siglando 9 reti totali, per un record imbattuto a tutt’oggi, quando di partite se ne giocano quasi il doppio per vincere il trofeo.
La sua immagine, con una faccia sfigurata dalla gioia al momento di alzare la coppa, rimane la figurina di questi campionati europei, tra i più belli mai visti.