Una settimana fa si è conclusa la prima edizione delle World Series Of Poker organizzata a Paradise Island, una delle tante isole che compongono l’arcipelago delle Bahamas.
Ribattezzate appunto Paradise (o WSOPP), le World Series Of Poker caraibiche hanno fugato tutti i timori iniziali per un possibile flop. Al termine dei 15 eventi, dei quali 2 disputati integralmente online, la kermesse ha totalizzato 70 milioni di montepremi complessivo, ben 20 in più rispetto a quanto messo in palio dall’organizzazione. Solo un torneo non ha raggiunto il garantito: l’evento #14, $2000 The Closer Turbo Bounty che ha registrato solo 406 entries.
Le iscrizioni ai 13 tornei live sono state 15.328 complessivamente. Va però detto che due di questi, il #2 Millionaire Maker e il #10 Main Event, hanno beneficiato dell’arrivo di giocatori provenienti da Internet. Non parliamo dei classici satelliti di qualificazione, ma di una vera e propria formula “onlive” dove il gioco in digitale e quello reale si sono fusi nello stesso torneo. I risultati l’hanno premiata: l’evento #2 è stato il più affollato (3.496 entries), il ME da 5mila dollari di buy-in è al terzo posto con 3.010 ingressi pagati.
Alla kermesse non sono mancati i grandi giocatori, soprattutto statunitensi. E non sono mancate le grandi vittorie. Su tutte quelle di Erik Seidel che ha conquistato il 10° braccialetto, di Nikolaos Lampropoulos, vincitore in rimonta dopo essere rimasto con solo un big blind e quella del pro russo Artur Martirosian che ha messo in bacheca il suo secondo titolo WSOP.
Lo show, invece, era già garantito dalla location e dalla qualità del gioco ai tavoli. Poi è arrivato Phil Hellmuth che ha aggiunto il suo presentandosi così al Main Event:
In sostanza, le WSOPP 2023 sono state un successo. Con solo una pecca: uno sfortunato errore commesso dal dealer nella fase 3-handed del Main Event.
Vittima della svista è stato il pro australiano Daniel Neilson, già chipleader all’inizio del final table e ancora primo nel count in quel momento. L’azione incriminata vede l’apertura a 2 milioni (bui 500k/1.000k) del tedesco Stanislav Zegal (Bottone) che poi chiama la tribet di Neilson (SB) da 7,5 milioni. Il flop porta Q♥[Kq]5♦: Neilson c-betta 8,5 milioni e Zegal chiama ancora. Il turn è un 9♦ sul quale l’australiano annuncia l’all-in. Il suo avversario snappa e mostra K♣Q♣, doppia coppia floppata, mentre Neilson è indietro con A♠K♦. Il river 10♣ non lo salva e l’australiano perde un monster pot. Ma a quanto ammonta?
E qui arriva l’errore del dealer che conta 48 milioni al posto di 38. Sul momento nessuno se ne accorge e così l’azione va in archivio. Rimasto con solo 5,2 milioni di chips, Neilson uscirà poco dopo per mano di Michael Sklenicka, poi runner-up dietro a Zegal. Il problema è che Neilson avrebbe dovuto avere ancora 15,2 milioni di chips nello stack, abbastanza per non sentirsi committato a pushare tutto con 7♠4♠.
L’elemento più problematico di questa storia riguarda lo streaming. Mentre l’azione tra Zegal e Neilson si svolge, la diretta indica chiaramente 15,2 milioni nello stack dell’australiano (minuto 3:03:00).
Di qui il reclamo a posteriori da parte dell’australiano, per ora respinto dall’organizzazione.
“La posizione ufficiale è che se l’azione viene accettata al tavolo da tutte le parti, non ci può alcun ricorso una volta concluso il torneo,” ha chiarito a PokerMedia Australia il Direttore Esecutivo delle WSOP Ty Stewart. “Qualsiasi correzione andava fatta mentre il giocatore era ancora in gara. Noi, come qualsiasi altro organizzatore nel mondo a me noto, non assegniamo retroattivamente il valore ICM o alcun compenso monetario in tali situazioni“.
Daniel Neilson ha prontamente replicato.
“Non so davvero cosa dire, ovviamente è una situazione di m…a e sono deluso. Quando il dealer ha detto l’importo, ho messo in dubbio che la cifra fosse esatta, perché ero proprio sicuro che avesse 37 o 38 milioni. Il dealer però lo ha confermato e quindi ho pensato che avesse ragione. Avrei dovuto ricontrollare ma, trattandosi della fase a 3 left del Main Event WSOP Paradise, con tutte le telecamere che registrano, ho creduto che il croupier stesse confermando l’entità delle puntate con lo staff dello streaming tramite auricolare. Non pensavo fosse possibile per loro commettere un errore così grande“.
Neilson si è dovuto “accontentare” di 900mila dollari di premio ed è improbabile che le WSOP gli consegnino un’integrazione per il danno subito. Tuttavia, Ty Stewart ha aggiunto nella sua dichiarazione un “stiamo esaminando attentamente la questione” che lascia aperta ancora qualche speranza per il player australiano.
Immagine di testa: credits WSOP/PokerNews