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Mentre all’Horseshoe and Paris Hotel & Casino le World Series of Poker 2024 proseguono il loro cammino, in sala si assiste a grandi giocate e a qualche controversia. Vi proponiamo due situazioni, una per tipo.

Cominciamo dalla controversia che si è verificata durante l’evento #20: $300 Gladiators of Poker No-Limit Hold’em, vinto dallo statunitense Stephen Winters. Il protagonista principale dell’accaduto è però un altro, un vero “maestro” di querelle pokeristiche: Mến Nguyễn. Soprannominato “The Master” per il numero altissimo di risultati raggiunti – ma il nickname potrebbe valere anche per le giocate poco corrette -, il campione vietnamita naturalizzato USA vanta un curriculum impressionante.

Su Thehendonmob.com sono riportati 522 in the money (il numero più alto presente nel database!) a partire dal 1987 e 116 di questi hanno l’etichetta WSOP/WSOPE. Alle World Series Of Poker The Master ha vinto sette braccialetti e raggiunto il final table 34 volte. Senza contare i piazzamenti di rilievo nel World Poker Tour e un anello conquistato nel WSOP Circuit.

Mến Nguyễn è il veterano per eccellenza delle World Series Of Poker, più di Brunson, di Hellmuth, di Seidel. A quasi 70 anni (è nato il 30 dicembre del 1954) The Master è già andato 7 volte a premio nelle WSOP 2024 e sembra non avere intenzione di smettere di giocare. E neppure di creare un po’ di confusione al tavolo!

Men “The Master” Nguyen (credits WSOP/PokerNews)

L’ultima controversia in ordine di tempo è quella verificatasi durante il già citato Gladiators event. L’azione incriminata avviene al livello 36 (bui 500k/1.000k bb ante 1.000k) quando in gara sono rimasti 28 giocatori. L’americano Brian Smith, ormai short, va all-in da utg per 4,5 milioni con J♣5♠. Il connazionale Steve Foutty tribetta da bottone fino a 10 milioni per isolarsi con A♥K♥. L’azione arriva a Mến Nguyễn che spilla A♦K♦ da BB e va all-in a sua volta per 25,3 milioni di chips. Foutty chiama e il board che scende 10♥6♣4♠2♥5♣ premia proprio Smith, autore di un fortunato triple-up grazie alla coppia di 5 chiusa al river!

Subito dopo il torneo va in pausa per il redraw dei tavoli. Tutti i giocatori contano le propri chips per metterle nei contenitori e spostarle su un altro tavolo ma a quel punto Smith si accorge che nel suo stack qualcosa non torna. Si trova ad avere 11 milioni quando invece dovrebbe averne 15: tre volte 4,5 milioni, più lo SB e la BB ante.

Interpellato da Smith, il floor manager va a verificare la registrazione della telecamera. Quando torna, stabilisce “salomonicamente” che The Master e Foutty debbano consegnare a Smith un milione ciascuno. Tuttavia, il “VAR” del poker non ha chiarito la situazione tant’è che “ballano” ancora due milioni. Smith insiste, ma la gara deve riprendere e il direttore di gioco si congeda promettendo ulteriori indagini.

Il torneo si concluderà con l’eliminazione di Smith al 26° posto (itm), mentre Mến Nguyễn arriverà 19° e Foutty 4°. La ripresa delle telecamera mostra The Master e Foutty che riprendono la rispettive quote di chips alla fine della mano, ma non è chiaro chi e come abbiamo commesso l’errore o l’infrazione.

Insomma, anche alle WSOP non sempre è tutt’oro quello che luccica.

Immagine credits WSOP/Pokernews

Dopo questo incidente, ci rifacciamo la bocca con una gran giocata che ha per protagonisti Nick Schulman e Andrew Ostapchenko. Del primo abbiamo già parlato in occasione della sua recente vittoria WSOP.

Ostapchenko è invece un professionista americano con 51 itm alle WSOP nel proprio curriculum su un totale di 167 piazzamenti a premio. Il suo miglior risultato è il primo posto nel $.5200 NLH del Bay 101 Rising Star 2024 di San Jose. Per quanto riguarda le World Series Of Poker, nel 2022 è arrivato 93° nel Main Event e quello rimane il suo miglior piazzamento in termini di prestigio. Monetariamente parlando, però, Ostapchenko quest’anno si è migliorato grazie all’evento #26: $25.000 High Roller No-Limit Hold’em, lo stesso che ha consegnato a Schulman il quinto braccialetto WSOP.

Il derby statunitense che vi proponiamo si è svolto all’inizio del Day3, l’ultima giornata di torneo. I bui sono 40k/80k bb ante 80k e in gara sono rimasti solo 17 giocatori. Ostapchenko apre da hijack fino a 200k, ma subisce il re-reaise a 500k di Schulman da cutoff. Bottone e bui foldano, l’azione torna quindi all’hijack che chiama.

Scende il flop: 8♥A♦2♥. Adesso Ostapchenko prima fa check e poi chiama la bet da 180.000 chips del suo avversario.

L’azione si sposta al turn, un J♦ che induce entrambi i players a fare check.

L’ultima carta del board è un 10♦ sul quale Andrew Ostapchenko esce puntando 1.100.000 gettoni, poco meno del piatto. In questo modo dichiara di aver un punto forte, ad esempio Asso compatibile con il raise-call preflop e il call post flop, se non addirittura un colore di quadri chiuso runner-runner. L’alternativa è che sia in bluff.

Nick Schulman ci pensa un bel po’, il tempo di bere un paio di volte, usare quattro time-bank e alla fine annuncia il call. La scelta è azzeccata. Allo showdown Ostapchenko è costretto a mostrare il bluff tentato con 7♥6♥, flush draw di cuori al flop e poi non chiuso. Schulman gira sul tavolo K♠Kc], top pair, e incassa un bel piatto che lo aiuterà poi a vincere il torneo. Andrew Ostapchenko finirà invece la sua corsa al 12° posto per 75mila dollari di premio.

Immagine di testa: Andrew Ostapchenko (credits WSOP/Pokernews)

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