Con i tornei in programma tra oggi e domani, le World Series Of Poker edizione 2021 sono al giro di boa: 44 tornei su 88. Nel frattempo ieri è andato in scena un evento che ha visto la partecipazione dei numeri 1 e 2 della All Time Money List italiana.
Dario Sammartino e Mustapha Kanit si sono trovati uno di fronte all’altro nell’evento #38, High Roller 8-handed da 50mila dollari di buy-in.
E’ andata meglio a Kanit che è riuscito a raggiungere il suo secondo final table in questa edizione delle WSOP. Sammartino invece si è fermato a un passo dalla zona in the money.
Il player campano si è visto scoppiare gli assi da Scott Ball che ha centrato la doppia con 10♣9♣ su questo flop: 9♠10♥Q♥. I due sono finiti ai resti al turn, un ininfluente 6♠, mentre il river 9♦ ha consegnato fullhouse a Ball. Per ulteriori informazioni su quel tavolo, il rimando è all’articolo di Assopoker.com.
Peccato, perché se il colpo fosse andato a buon fine, Sammartino avrebbe avuto ottime chance di affiancare Kanit al final table. E’ comunque un segno di buona salute pokeristica per MadGenius: il pro italiano si sente ancora molto motivato, come ci ha detto in una recente recente intervista.
Insomma, lo spirito e la testa sono ancora quelli dell’annata magica di Dario Sammartino a Las Vegas.
Alle World Series Of Poker 2019, le ultime giocate interamente live prima di quest’anno, il giocatore originario di Napoli va a segno ben 8 volte. Tre di queste sono final table.
Dopo un 152° posto all’esordio nel $1.500 NLH 6-handed, Sammartino sfiora il braccialetto. L’11 giugno chiude terzo nel $10.000 H.O.R.S.E., per un “bronzo” che vale $184.854. Quattro giorni dopo arrivano altri due ITM: 11° nel $3.000 NLH Shootout e 40° nell’HR di Pot Limit Omaha da 25mila dollari di ingresso. Nelle sue tasche entrano 44mila dollari.
MadGenius ne aggiunge 75.000 con il 4° posto nel torneo WSOP.online $1.000 Double Stack. Dopo un intermezzo (134° posto) dedicato al Tag-Team in compagnia di Walter Treccarichi, Federico Anselmi e Flaminio Malaguti, Dario Sammartino entra nella fase finale delle WSOP 2019. Quella più ricca ed emozionante.
Si comincia con il $50.000 Poker Players Championship (evento #58). Il torneo è un mixed games che cattura l’attenzione dei migliori player al mondo. Dario Sammartino è tra questi, insieme a Phil Ivey, Dan Cates, Shaun Deeb, David Oppenheim. L’azzurro raggiunge il Day4 in compagnia di 10 avversari.
La gara inizia bene per Sammartino che sale prima a 2,3 milioni eliminando nella fase di Stud Hi/Lo Andrew Brown e poi raggiunge il picco della sua performance con 3,2 milioni di chips nello stack. Ma da quel momento in poi le speranze di accedere al final table a 6 iniziano a crollare. Perde pezzi nel NLH, nel PLO e nel Fixed Limit fino al colpo finale arrivato in modalità 2-7 Triple Draw. Siamo a 9 left e l’esecutore è David Oppenheim che elimina Sammartino in due mani consecutive: Dario Sammartino esce al 9° posto con un premio di $93.764.
L’ultima fermata delle WSOP 2019 si chiama Main Event.
La cavalcata di Dario Sammartino verso la gloria pokeristica inizia il 4 luglio, in mezzo a un field enorme: 8.569 giocatori che pagano $10.000 di buy-in per partecipare al torneo più ricco. Il montepremi è infatti di $80.548.600. In termini di partecipazione si tratta del secondo Main Event di sempre, dopo quello del 2.007 (8.773 giocatori).
Il player italiano raggiunge senza troppe difficoltà il Day4, il giorno che dà il via ai premi. Il Day5 è invece più burrascoso: Sammartino lo chiude con 860.000 chips, poco più di 10bb e penultimo posto in classifica.
La riscossa arriva all’inizio della sesta giornata. Le carte girano come meglio non potrebbero per Dario Sammartino, il quale coolera un paio di avversari e scoppia Antonio Esfandiari con AQ vs AK e scala chiusa al turn. Il pro azzurro gioca bene ed è in “run totale”: una combinazione devastante per chi lo sfida al tavolo.
La stessa musica si ripete al Day7, quello che conduce al final table a 9. Verso metà giornata raggiunge la terza posizione con una mano ai danni di Kevin Maahs: Sammartino trova sul board la doppia coppia con J♥9♥ in mano e si fa pagare i massimi dalle “Donne” del suo avversario.
Poi però arriva la ben nota mano del “VAR” che gli costa 22 milioni di chips. Riesce comunque ad entrare nei final 9 con uno stack di 33.400.000, sesto posto nel chipcount.
Da qui alla fase 3-handed passano due giorni durante i quali Sammartino dà lezioni di gestione dello stack. Non corre mai troppi rischi e lascia che gli avversari si scannino fra loro quando non è attrezzato per intervenire. Anche perché ogni gradino del payout significa uno scarto a 6 cifre. Dario Sammartino chiude il Day9 con il terzo stack, 67,6 milioni di chips. Davanti a lui ci sono Alex Livingston (ex giornalista di settore) che ha 120.400.000 chips e il tedesco di origine iraniana Hossein Ensan che fa gara solitaria con 326.800.000 gettoni.
A quel punto si materializzano alcune offerte di sponsorizzazione. Dario Sammartino le rifiuta tutte, un po’ perché poco appetibili, un po’ perché ha in mente un altro sponsor. Sceglie di indossare la patch di Reg Charity che non è una pokeroom ma un’associazione benefica fondata da alcuni giocatori per aiutare le persone.
L’ultima giornata, quella per il titolo e i 10 milioni di primo premio, si apre con un grande call di Dario Sammartino. I bui sono 1.000K/2.000 bb ante 2.000K quando Alex Livingston rilancia a 4,5 milioni. Call degli altri due giocatori. L’azione a tre si svolge senza più chips nel pot fino al completamento di questo board: 7♣8♠8♦9♥A♥. Al river Livingston punta 7.500.000. Ensan folda subito, Sammartino invece ci pensa un paio di minuti e poi chiama: il canadese è costretto a mostrare J♣4♣, “bianco totale”; Sammartino gira K♥6♥ e incassa il piatto con King high.
Questo però non basta, perché Livingston rimonta ai danni dell’italiano fino a costringerlo a navigare in acque pericolose. Ma di nuovo è il canadese a rimetterlo in gioco, questa volta con un’action sfortunata. Livingston apre con coppia di K e Sammartino difende con un modesto 10♠6♦. Il problema – per Livingston – è che sul board cadono prima un 6♥ al flop e poi un 10♣ al turn: resti del canadese, Sammartino snappa e il river non cambia l’esito della mano.
Poco dopo Livingston esce per mano di Ensan.
L’ultimo atto del ME inizia con una situazione di sostanziale parità. Nonostante il tedesco sia un giocatore meno talentuoso e spettacolare di Sammartino, è però esperto e determinato. E lo dimostra nei successivi due livelli, durante i quali si porta avanti 350,5 vs 164,5 milioni di chips. Sul finire del livello 43 arriva la fiammata.
Hossein Ensan apre il gioco da bottone con 11.000.000 di chips, che Dario Sammartino chiama. Il flop recita 10♠6♠2♦ e l’italiano va in check-call sulla c-bet da 15 milioni di Ensan. Il turn è un 9♣. Sammartino sceglie ancora il check, sul quale il tedesco piazza una second barrel da 33 milioni di chips. A questo punto Dario Sammartino rilancia immediatamente all-in (140 milioni) e Ensan snappa. Showdown:
Hossein Ensan: K♥K♣
Dario Sammartino: 8♠4♠
MadGenius ha una combo draw a colore e scala a incastro. 12 potenziali out, circa il 27% di possibilità per ribaltare il vantaggio della top pair di Ensan. Il river, purtroppo per Dario Sammartino e per tutti i tifosi italiani, è una Q♣ che non cambia il destino di questo final table.
Vince Hossein Ensan che incassa 10 milioni di dollari, oltre al braccialetto più ambito. Per Sammartino c’è una “consolazione” da 6 milioni di dollari e la consapevolezza di aver scritto una pagina storica per il poker azzurro.
Foto di testa: Dario “MadGenius” Sammartino (credits PokerNews)