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Dal 4 al 15 dicembre, Praga ospita l’ultima tappa dell’European Poker Tour per la stagione 2024.

Il torneo, anche quest’anno organizzato al King’s Casino, inizia con il Main Event Eureka e prosegue con gli altri due tornei del tour minore, ovvero l’Eureka Cup e l’High Roller. Dal 9 dicembre l’attenzione si sposta sull’EPT vero e proprio, che scalda i motori con il Super High Roller per poi lasciare spazio al clou del festival: il Main Event , in programma dal 9 al 15 dicembre.

Nell’edizione di quest’anno ci sono anche due novità. La prima è rappresentata dal 5.300 euro Main Event Mixed Game (12-17/12), con dieci specialità diverse di poker. A questo proposito, l’organizzazione ha fatto sapere che in futuro l’EPT concentrerà nella settimana finale tutti gli eventi Mixed Game in programma. In questo modo, i giocatori potranno dedicarsi alle loro specialità spendendo meno, sia in termini di tempo che di costi per il soggiorno.

L’altra new entry si chiama Spin & Go Championship live. Nell’arco di due giorni (14-15/12), gli appassionati del poker rapido avranno la possibilità di misurarsi con il famoso format da “fast&furious”!

I programmi completi dell’Eureka e dell’EPT sono consultabili qui. Ricordiamo, infine, che sarà possibile seguire lo streaming del torneo sulla pagina YouTube di PokerStarsNews, come sempre con il commento in italiano di Giada Fang, Alberto Russo e Pier Paolo Fabretti.

Immagine credits RIHL

Saranno 12 giorni di grande poker sportivo e attività collaterali, nella cornice prestigiosa di una delle più antiche e incantevoli città europee, nonché location consolidata dell’EPT. Praga è infatti presente nel tour dall’ormai lontano 2007 ed è la seconda città con più partecipazioni: 16 su 18 stagioni, al pari di Montecarlo. Solo Barcellona può vantare un perfetto 18 su 18!

Da sempre, la capitale ceca fa da tappa conclusiva dell’EPT, con l’eccezione del 2022 quando ha ospitato due volte il tour. Nel corso di questo lunga militanza, Praga ha offerto momenti di poker indimenticabili, sia in termini di storie personali che di risultati. Tra questi ultimi ci sono tanti piazzamenti di grande valore ottenuti dai giocatori italiani, in primis la vittoria di Salvatore Bonavena nel Main Event 2008.

In vista dell’EPT di Praga 2024, abbiamo deciso di ricordare un altro momento importante per l’Italia del poker. La stagione è la numero 7 dell’EPT, e il torneo principale si svolge dal 13 al 18 dicembre 2010.

Salvatore Bonavena (credits RIHL)

Ci sono 563 iscritti quell’anno. Si partecipa ancora in modalità freezout e, con un buy-in ormai consolidato a 5.300 euro, il prizepool netto arriva a €2.730.550. Dopo i due Day1 e il Day2, in sala rimangono 93 giocatori. Il giorno successo, cinque di questi escono a mani vuote. Tra gli 88 che invece vanno a premio ci sono sette italiani: Luca Pagano, Salvatore Irace, Andrea Ferrari, Salvatore Bonavena, Roberto Nulli, Marco Leonzio ed Emiliano Bono.

Pagano, che alle spalle ha già 5 tavoli finali e altri 10 itm targati EPT, e Bono abbandonano la comitiva nel Day3, rispettivamente al 43° e al 26° posto. Ferrari (20°), vincitore de La Notte degli Assi proprio quell’anno, e Bonavena (17°) si arrendono nel Day4, vedendo così svanire il sogno del final table. Un traguardo, questo, raggiunto invece da Nulli, Leonzio, Bono e con tre italiani su 9 finalisti è lecito sperare nella seconda vittoria “azzurra” nel Main Event EPT di Praga. A maggior ragione se il chipleader è proprio uno di loro.

L’ultima volata per il titolo inizia infatti con Marco Leonzio al primo posto, seguito dal russo Peter Skripka. Al terzo posto c’è un futuro braccialettato WSOP (nel 2023), il ceco Marcin Horecki che due anni prima aveva chiuso terzo nell’EPT di Londra. Quarta piazza del count per Emilliano Bono e sesta per Roberto Nulli.

Final table a 8 dell’EPT Main Event Praga 2010 (credits PokerNews)

Tra i due rappresentanti del Belpaese si piazza un altro giocatore il cui cognome che fa pensare a una svista degli organizzatori, perché vicino alla sua foto non c’è la bandiera italiana. In realtà è tutto corretto. Si chiama Roberto Romanello, ma di fatto è un suddito di Sua Maestà britannica. Lui però ci tiene a sottolineare l’identità gallese.

La sua storia è un classico del Novecento europeo. Il cognome è quello dei nonni che nell’immediato secondo dopoguerra si sono trasferiti dall’Italia nel Galles, in cerca di un futuro migliore. Qui è nato Frank, il papà del futuro giocatore campione di poker, e poi lo stesso Roberto Romanello. Dopo alcune difficoltà iniziali, negli anni ’70 la famiglia svolta grazie al business del fish ‘n’ chips. Tutto parte da un piccolo ristorante di pesce fritto e patatine che si trasforma in una catena di tre locali. All’interno lavora tutta la “family”, compreso Roberto e i suoi tre fratelli. Ma nel DNA dei Romanello non c’è solo la ristorazione.

Il papà Frank è anche un buon giocatore di poker e trasmette la passione e qualche skills a Roberto. Il giovane player va subito a premio in vari tornei, prima nelle pokeroom di Swansea, poi a livello internazionale. Quando nel 2010 si siede al final table di Praga, Roberto Romanello vanta già 43 itm e ha sfiorato la vittoria all’EPT ME di Copenhagen (6°) e alle WSOPE di Londra (7° nel torneo di PLO). Adesso ha la terza chance di mettere a segno il primo colpo grosso.

Frank Romanello (credits PokerNews)

Il tavolo finale prende il via con l’eliminazione dell’americano Kevin McPhee, che non ha ancora al polso gli attuali due braccialetti WSOP (uno è il ME WSOPE 2015) ma ha già vinto un ME EPT, qualche mese prima a Berlino. Poi esce Roberto Nulli, eliminato da Horecki: AT off vs QQ e board liscio.

Le eliminazioni si susseguono rapidamente. Dopo l’uscita del francese Manuel Bavand, se ne va un altro pezzo grosso. E’ Jan Bendik che incappa in un classico coin flip favorevole a Skripka. Lo slovacco si rifarà con gli interessi sei anni dopo, vincendo il Main Event EPT a Montecarlo.

A questo punto, mentre Leonzio è ancora al comando, inizia la risalita di Roberto Romanello. Alcune ottime giocate, soprattutto un paio di call difficili, consentono al gallese di incassare parecchie chips. La sua vittima prediletta è Marco Leonzio, con il quale ingaggia simpatici siparietti in “italenglish”. L’azzurro si ritrova improvvisamente dalle stelle alle stalle, e prima Horecki e poi Romanello lo mandano al tappeto (5° posto). Poco dopo anche Skripka lascia il torneo, per mano di Horecki.

Marco Leonzio (credits PokerNews)

L’azione 3-handed è piuttosto frenetica e il primo a farne le spese è proprio Martin Horecki. Il suo giustiziere è Emiliano Bono che lo scoppia in due round ravvicinati. Nel secondo gli cracka AK off con AJ off e J♠ al river. L’heads-up tra Emiliano Bono e Roberto Romanello può iniziare, con quest’ultimo avanti per 10,6 milioni a 6,3.

La rimonta dell’azzurro, purtroppo, non arriverà mai. In un’ora il Main Event finisce, quando Bono deve forbettare all-in gli ultimi 2,5 milioni con A♦J♣. Dall’altra parte Romanello spilla 10♠10♣ e chiama. La prima carta del flop, un 10♦, mette praticamente fine alla partita consegnando set al galles. Il resto scorre 4♣4♦5♥4♥, da set a full, e Roberto Romanello può finalmente sollevare il trofeo del vincitore!

Emiliano Bono (credits PokerNews)

Per Roberto Romanello è il primo titolo di grandissimo valore, anche economico: 640.000 euro, ancora oggi il suo incasso più elevato in un torneo di poker.

Ma è anche il primo passo verso la futura conquista del Triple Crown. Un traguardo che arriverà nel 2020 con un braccialetto delle WSOP.com, non prima però di aver vinto il titolo WPT nel 2011.

Roberto Romanello (credits RIHL)

Immagine di testa: Roberto Romanello (credits RIHL)

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