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L’importanza di saper “foldare” vale nel poker come nella vita.

Il concetto è lo stesso: saper rinunciare a qualcosa che sul momento può sembrare la scelta migliore ma che, ad una seconda analisi, si rivela essere una trappola.

Come il caso di Viktor Blom, cioè “Isildur1“, del quale abbiamo parlato in passato. Pur essendo uno dei più grandi giocatori di poker, ad un certo punto della propria carriera Blom ha capito di dover cambiare percorso, accantonando l’ego e lo show mediatico delle partite high-stakes online di Pot Limit Omaha. Il suo è stato un fold “esistenziale” che probabilmente gli ha salvato bankroll e salute mentale, oltre ad avergli fatto ritrovare in seguito la giusta passione per il poker.

Poi ci sono i fold fatti al tavolo, quelli dei campioni che riescono a “mettere sotto” una mano forte perché hanno capito di essere battuti. Spesso accade che si ottengano grandi risultati nei tornei proprio grazie a questi i fold. Vediamone alcuni.

Il primo ha per protagonista Roberto Romanello, giocatore gallese ma di chiare origini italiane. Il britannico è professionista dal 2006 e oggi vanta 145 piazzamenti ITM live ufficialmente registrati su TheHendonmob.com. I più importanti sono però due.

Nel 2010 il gallese si aggiudica l’EPT di Praga per €640mila, imponendosi su un final table che comprende tre italiani: Emiliano Bono (2°), Marco Leonzio (5°) e Roberto Nulli (8°). Ma si lascia alle spalle anche pezzi grossi quali il polacco Marcin Horecki, il russo Jan Bendik e lo statunitense Kevin McPhee. Un anno dopo arriva il secondo evento top: il WPT di Bratislava che porta nelle casse di Romanello altri 140mila euro.

A questo punto Romanello è vicinissimo a diventare il nono vincitore del Triple Crown, cioè il “triplete” del poker. Ci riesce nel 2020, anno in cui si aggiudica il $1.500 No Limit Hold’em alle WSOP per 216mila dollari. Il torneo si gioca online per la pandemia, ma è ugualmente valido per il Triple Crown.

A proposito di WSOP, il grande di fold di Romanello riguarda proprio il campionato mondiale del poker. L’azione si svolge al Main Event del 2008 e inizia con il limp (bui 50/100) da early position di Mike Matusow che in mano ha 9♥9♦. Lo stesso fa Roberto Romanello da middle position con J♥J♦. Gregory Geller, invece, decide di rilanciare da BB forte della sua coppia di K neri. Il doppio call fa scendere questo flop: A♠J♠K♥, set per Romanello e set superiore per Geller! Nessuno però punta.

Al turn scende un 10♣ e di nuovo non ci sono altre chips nel piatto. Si arriva così all’ultima carta, un 10♦ che trasforma i set di Romanello e Geller in altrettanti fullhouse. Matusow checka ancora. Romanello questa volta ne approfitta puntando circa metà piatto, ma subisce il pot-raise di Geller che induce al fold Matusow. A quel punto Romanello cerca qualche tell nell’avversaro con il classico “Se foldo mi fai vedere le carte?“. Geller risponde di no, ma dopo qualche minuto ci ripensa e appena comunica a Roberto che gli mostrerà la mano, quest’ultimo passa. Il fold di Romanello è davvero pazzesco!

Geller mostra i due Re e sono applausi per il gallese che solo a quel punto gira i suoi Jack. Purtroppo per lui, ad un grande fold non farà seguito un buon risultato, perché il gallesse verrà eliminato prima della zona in the money.

Roberto Romanello (credits PokerNews)

La seconda mano proviene dall’EPT di Copenhagen del 2006. Si comincia con l’apertura del norvegese Frode Fagerli da early position con coppia di 7 rossi, seguita da ben tre call: quelli di Brandon Sampson con 10♠10♦, del vincitore del ME WSOP 2005 Joe Hachem che ha 7♣5♥ e del danese Jensen con 8♥6♥.

Il flop 5♠9♦7♠ regala qualcosa di buono a tutti. Sampson ha over pair, Hachem doppia coppia, Jensen scala e Fagerli tris di 7. E infatti si scatena l’inferno. Il primo a puntare è quest’ultimo che trova il call di Sampson e il rilancio di Jensen, seguito dal re-raise di Hachem. Fagerli ci pensa e chiama la puntata di Hachem, instant fold di Sampson e all-in di Jensen. Hachem tanka ma alla fine decide di foldare. Anche Fagerli si prende qualche momento per pensare ma non riesce a passare il suo tris: ad aggiudicarsi il gran piatto è la scala di Jensen.

Chiudiamo con un’action forse meno spettacolare delle precedenti ma che racconta l’abilità di uno dei giocatori più celebrati nel periodo d’oro del poker. Non per nulla fa parte anche lui come Romanello dei nove che finora possa vantare almeno un titolo delle WSOP, un ME del WPT e uno dell’EPT.

Parliamo di Bertrand “ElkY” Grospellier. Il francese ha messo in mostra le sue skills in molti modi, anche quando si tratta di grandi fold. Uno in particolare è diventato famoso, quello realizzato all’Asian Pacific Poker Tour del 2007, prima edizione del torneo. Di fronte a lui c’è William Tan che apre con A♦Q♥. ElkY rilancia con Q♦J♦ e riceve il call del giocatore australiano. Al flop cadono 8♥5♥Q♥: Grospellier opta per un check, mentre Tan decide di puntare metà piatto. Il francese studia l’avversario e decide di foldare la top pair.

Un laydown saggio che consentirà a Bertrand Grospellier di raggiungere un 5° posto da 48mila dollari, una posizione in più di Tan.

Foto di testa: Joe Hachem (by PokerNews)