Seconda parte della nostra breve guida sul funzionamento dei tornei di poker. Nella prima abbiamo analizzato i vari tipi di competizioni, la struttura di gioco e la distribuzione dei premi. Riprendiamo allora parlando ancora di soldi, ma questa volta sono quelli necessari per iscriversi.
La domanda è: quanto costa un torneo di poker?
Cominciamo col dire che una delle cose migliori dei tornei di poker è che i giocatori all’inizio sanno esattamente quanto costerà loro giocare. Il buy-in, cioè l’iscrizione, viene sempre pubblicato in anticipo e in maniera chiara ed è uguale per tutti. Una volta pagato l’importo, ogni giocatore riceve la stessa quantità di chip di tutti gli altri. Nessuno ottiene più gettoni, non importa quanti soldi un giocatore è disposto a spendere: in questo senso, il poker da torneo è più equo del cash game perché non c’è vantaggio nell’aver un portafogli più gonfio degli altri.
È anche interessante notare che le meccaniche del torneo non sono influenzate dalle dimensioni del buy-in. Volendo è possibile organizzare e giocare un torneo con la stessa struttura del Main Event delle WSOP e chiedere solo €1 di buy-in. Può infatti succedere che in una manifestazione importante di poker, dove numerosi tornei si svolgono nello stesso luogo allo stesso tempo, si giochino in contemporanea due eventi che hanno praticamente la stessa struttura, ma magari uno costa €300 d’iscrizione mentre l’altro ne costa 5.000.
Nel gioco online, i tornei possono costare fino a 1 centesimo (a volte sono anche gratuiti, noti come “freerolls“) e possono ad alcune centinaia di euro. Dal vivo ti sarà difficile trovare un torneo organizzato con un buy-in inferiore a 50 euro, mentre. Alcuni dei più grandi eventi hanno buy-in di decine di migliaia di euro. I cosiddetti tornei Super High Roller possono arrivare a 100.000 dollari o euro di buy-in.
Parliamo adesso del numero di partecipanti. Normalmente, l’unica limitazione al numero di giocatori in un torneo di poker è lo spazio. Anche i casinò più grandi hanno un numero limitato di tavoli. Detto questo, di solito vige la regola del più siamo meglio è. Maggiore è il numero di giocatori, maggiore è il montepremi. E questa è sempre una buona cosa.
I tornei si svolgono su numerosi tavoli. Nella maggior parte dei tornei, i tavoli sono da otto o nove giocatori, ma ci sono anche competizioni a 6 giocatori per tavolo (6-max), 4 (4-max) o due (heads-up). Tralasciando quest’ultimi che sono a eliminazione diretta come in un tabellone tennistico, in tutti gli altri mano a mano che i giocatori vengono eliminati, i loro posti diventano vacanti e gli organizzatori dei tornei sono quindi in grado di chiudere alcuni tavoli, spostando i giocatori attivi per colmare i vuoti. I tavoli si riducono con il progredire delle eliminazioni: meno giocatori e meno tavoli.
Un modo per aumentare il numero di partecipanti iniziali è quello di spalmare un torneo su più giorni iniziali (i cosiddetti flight). In questo modello, un primo gruppo di giocatori si siede e gioca i livelli di apertura del torneo in un giorno – di solito identificato con Day 1A – e chiunque abbia ancora chip alla fine della giornata le conserva per la sessione successiva. Un altro gruppo di giocatori arriva il giorno dopo – Day 1B – e il gioco ricomincia dal Livello 1. Quando quel giorno è finito, i giocatori rimanenti raccolgono le loro chips e aspettano il Day 2.
Se necessario, può esserci anche il Day 1C, il Day 1D ecc., ma l’idea è che tutti i “sopravvissuti” dei giorni di apertura tornino a giocare tutti insieme nel Day 2.
Ovviamente il gioco online non è affetto da problemi di spazio. Nel regno virtuale è possibile aprire nuovi tavoli per accogliere i nuovi giocatori senza alcun problema e i livelli dei blind possono essere ridotti per far procedere più velocemente il torneo, in caso di un numero elevato di partecipanti. I giocatori passano automaticamente da un tavolo al successivo man mano che il torneo si restringe.
Ma ci sono anche altri tipi di torneo che consentono più di una iscrizione.
Nel modello convenzionale di torneo descritto sopra, i giocatori vengono eliminati quando perdono l’ultima fiche. Per essere precisi, quel tipo di torneo è chiamato freezeout: ogni giocatore riceve solo una pila di fiches e, quando le ha finite, è fuori.
Alcuni tornei offrono uno o più rientri facoltativi, il che consente a un giocatore che è stato eliminato di tornare alla cassa e fare un nuovo buy-in. (Il giocatore riceverà solo la stessa quantità di chip ottenuta con il primo buy-in). Al giocatore verrà assegnato un nuovo posto e ricomincerà da capo.
Il re-entry period (cioè il periodo di tempo durante il quale è consentito il rientro) verrà pubblicizzato all’inizio del torneo, dopodiché il torneo diventa un freezeout. Spesso il periodo di rientro sarà noto come “registrazione tardiva” poiché i giocatori possono anche pagare il primo buy-in in qualsiasi momento durante questo periodo. Di solito non c’è alcun obbligo di sedersi e iniziare a giocare nel preciso momento di inizio del torneo. In sostanza si può fare una “late-registration” fintanto che le iscrizioni sono ancora aperte.
Un torneo rebuy è leggermente diverso. Durante il periodo di rebuy, i giocatori che perdono tutte le loro fiche o un importo prestabilito (di solito più della metà del loro stack), possono decidere di “riacquistarle”. Il giocatore riceverà un altro stack completo in cambio di un altro buy-in, ma rimarrà seduto nello stesso posto al tavolo. I rebuy di solito devono essere acquistati immediatamente. I giocatori non possono essere eliminati, andarsene e poi tornare, come possono fare invece in un torneo di rientro.
E’ importante anche tenere conto della rake o commissione. Chi organizza i tornei di solito non lo fa gratuitamente, per cui una parte dell’iscrizione (una percentuale che viene sempre indicata preventivamente) viene tolta dal montepremi a data all’organizzazione. Questo copre i costi dello staff, nonché l’affitto della sala, oltre a un profitto per l’azienda. A volte la commissione viene indicata come costo aggiuntivo oltre al buy-in. Ad esempio, un Main Event EPT viene solitamente pubblicizzato come un costo di €5.000 + €300 per giocare, di cui €5.000 finiscono nel montepremi e €300 sono la commissione.
Infine, che differenze ci sono tra un torneo dal vivo e uno online? In realtà, i meccanismi di solito sono esattamente gli stessi. La differenza sta solo nel fatto che il gioco online si svolge più rapidamente grazie alla sua automazione. Ciò consente ai siti online di organizzare tornei per piccoli buy-in che non sarebbero economici dal vivo, e a molti più giocatori di partecipare. Quasi sempre i tornei online hanno anche una commissione inferiore rispetto a un torneo dal vivo, dato che le spese generali per l’organizzatore sono inferiori.
La scelta tra live e online riguarda queste differenze ma è soprattutto una questione di gusti: per molti giocatori rinunciare al contatto con il tavolo, le carte, le chips reali e alla presenza degli avversari in carne, ossa e tells è qualcosa a cui non possono rinunciare. A ciascuno il suo!