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Sulle pagine di PokerStarsnews.it parliamo spesso di tornei di poker, un po’ perché tra gli appassionati c’è una forte nostalgia di questo tipo di azione dal vivo, un po’ perché – almeno nell’opinione di chi scrive – i tornei sono la forma più emozionante di poker. Per chi non è mai stato spettatore di un evento di poker live, possiamo solo provare a suggerire qualche immagine: una sala piena con centinaia di giocatori seduti ai tavoli; l’annuncio dello speaker (di solito il direttore del torneo) che dà il via alla competizione con le parole “dealers, shuffle up and deal!”; il rumore di chips e carte; le eliminazioni che si susseguono, fino al momento più emozionante: lo scoppio della bolla. E poi il testa-a-testa finale, con il vincitore che solleva in alto il trofeo.

Ce n’è abbastanza per rendersi conto che il poker da torneo è uno skill game e un vero e proprio sport della mente, così come è stato riconosciuto in molte regioni del mondo. Ma lo ripetiamo, prima di tutto è necessario vederne uno dal vivo per capire bene di cosa stiamo parlando e purtroppo questa, per il momento, è un’opzione piuttosto limitata.

E così nell’attesa del ritorno delle competizioni dal vivo, proponiamo ai meno esperti una breve guida per orientarsi nell’intricato ma interessante mondo dei tornei di poker.

A livello generale, possiamo dire che un torneo di poker funziona nel modo seguente: vince il giocatore che ottiene tutte le fiches degli altri giocatori. Questo non significa che deve essere lui ad eliminare tutti i partecipanti, ma deve però essere l’ultimo a rimanere in gara.

Esistono vari tipi di tornei che si svolgono dal vivo e anche online in tutto il mondo. Hanno un numero variabile di giocatori e offrono una grande varietà di premi. Ci sono anche lievi variazioni nella loro struttura. Ma il last man standing è il vincitore ed è colui che possiede tutte le chips.

Volendo approfondire, ecco una spiegazione più dettagliata. All’inizio di un torneo di poker multi-tavolo (MTT, cioè con più tavoli), i giocatori scambiano una determinata somma di denaro (il buy-in) con una determinata quantità di gettoni (lo stack iniziale), con il quale poi giocano a poker mano dopo mano. Quando un giocatore vince le fiches (o chip), le aggiunge al proprio stack; quando le perde, vanno altrove. Se le perde tutte è eliminato, il torneo per lui è finito.

Nei tornei, una volta pagato il buy-in, le fiches non hanno più valore in denaro. Sono semplicemente gettoni con si gioca. Il premio in denaro, invece, dipende da quanto un giocatore riesce a rimanere nel torneo prima di essere eliminato. Più avanti si riesce ad andare, più alti sono i premi, con quello più cospicuo che finisce ovviamente nelle mani del vincitore. Questo aspetto distingue il poker da torneo da quello di una partita di cash game. In genere, circa il 10-20% dei giocatori iscritti a un torneo vincerà dei soldi. Queste percentuali possono variare leggermente da un torneo all’altro, ma il principio di fondo non cambia mai. Gli organizzatori del torneo calcolano la quantità di buy-in che hanno ricevuto e, una volta chiuse le iscrizioni, annunciano l’entità del montepremi. Lo stesso vale anche per il numero dei giocatori che riceveranno una parte del montepremi (coloro che vanno in the money) e in quali proporzioni.

Significa anche che a un certo punto del torneo un giocatore verrà eliminato immediatamente prima che si inizi a distribuire premi in denaro. Questa fase del torneo è la famosa “bolla” e il giocatore che “scoppia la bolla” è universalmente considerato il più sfortunato (il cosiddetto bubble man o uomo bolla).

La durata di un torneo di poker di solito dipende dalla sua struttura. Il gioco è diviso in livelli di una lunghezza predeterminata, ad ognuno dei quali corrisponde il valore dei blind (cioè il piccolo e il grande buio). I blind aumentano alla fine di ogni livello, il che significa che ogni round di poker diventa progressivamente più “costoso” da giocare. Le chip dei giocatori eliminati rimangono in gioco ma finiscono nelle mani di un numero sempre minore di giocatori, quindi i leader del torneo possono generalmente resistere agli aumenti dei blind grazie ai loro stack. Ma chi invece ha uno short stack si trova sempre più sotto pressione man mano che i livelli passano e sempre più persone vengono eliminate. Sono questi semplici meccanismi che fanno avanzare un torneo. Alla fine, i bui diventeranno così grandi che nessuno sarà al sicuro. Questo vale indipendentemente dal numero di giocatori seduti all’inizio.

Ci sono due fattori critici che determinano se un torneo ha una struttura veloce o lenta: in primo luogo, la lunghezza dei livelli e, in secondo luogo, la velocità di crescita dei blind. In alcuni tornei, in genere quelli online, i livelli possono durare pochi minuti, cioè i bui aumentano rapidamente. Questi sono conosciuti come tornei “turbo” o addirittura “iperturbo“. D’altra parte, alcuni importanti tornei dal vivo hanno livelli che durano più di un’ora e hanno una blind structure che aumenta con piccoli incrementi.

Il Main Event da $10.000 delle World Series of Poker (WSOP) che ogni anno si gioca a Las Vegas, ad esempio, dura più di due settimane. In parte è a causa del numero dei partecipanti, ma la ragione principale sono gli stack incredibilmente profondi del torneo e la lenta struttura. I giocatori iniziano con un numero enorme di fiches in relazione alla entità dei bui i quali a loro volta aumentano poco alla volto attraverso livelli che durano due ore. È una maratona, non uno sprint.

Serve allenamento. Ma anche pazienza, in attesa della seconda parte di questa guida sui tornei di poker. Restate sintonizzati!

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