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Dopo 7 giornate di torneo e 42 livelli di gioco, nella pokeroom del Casinò Barcelona ieri si è concluso l’Estrellas Main Event 2024.

Dalle 7.138 iscrizioni iniziali – secondo miglior risultato di sempre – è emerso il nome del nuovo campione. E’ il francese Sylvain Berthelot che nel final day si è lasciato alle spalle gli ultimi 18 avversari sopravvissuti alla durissima selezione del torneo. Nel testa-a-testa conclusivo, Berthelot ha battuto il messicano Santiago Nadal, già chipleader al termine del Day3.

Il francese, ma residente a Lisbona, non è un giocatore professionista. Prima di questo torneo aveva ottenuto solo 5 piazzamenti a premio nell’arco di 10 anni (fonte thehendonmob.com), per un totale di circa 7.500 euro. Grazie a questo risultato, ha aggiunto €499.224 alle sue vincite e ha messo in bacheca uno dei trofei di poker più preziosi a livello europeo.

Il merito di Berthelot è stato quello di saper scegliere sempre l’azione giusta in base al momento della partita. Ha spinto sull’acceleratore quando la situazione lo ha permesso e ha rallentato quando non era il caso di rischiare. Il resto è dipeso dalle carte: i suoi all-in hanno sempre retto e questo ha fatto la differenza con Nadal, giocatore più esperto ma ieri anche più sfortunato. D’altra parte, questo è il poker e va accettato così.

Santiago Nadal (credits RIHL)

E’ stato il mio torneo, il mio momento, il mio colpo grosso“, ha dichiarato Sylvain Berthelot subito dopo la vittoria. “Non ci credo ancora, ho bisogno che un amico mi dia un pizzicotto per rendermi conto che non si tratta di un sogno!

Complimenti a lui, anche se bisogna ammettere che non è stato il giocatore più spettacolare del Day4. In questo ruolo si sono ben calati il canadese Parker “Tonkaaaa” Talbot e lo statunitense Martin Zamani. I due pro hanno offerto grandissime giocate, il loro è stato un vero e proprio show al tavolo che in più occasioni li ha messi uno contro l’altro.

Talbot è stato sulle proverbiali montagne russe per quasi tutta la giornata, concedendosi sia le discese ardite che le risalite. Alla fine ha chiuso al 4° posto. Zamini ha invece preso il largo a due terzi di giornata e a quel punto ha iniziato a “bullare” il tavolo, tribettando di continuo e mettendo a segno anche un paio di bluff notevoli. Il grinder americano, uno dei più prolifici degli ultimi anni (il suo miglior risultato rimane la vittoria nel PCA High Roller 2019), ha però chiamato troppi all-in e alla fine il suo monster stack si è sgretolato. Per lui è arrivato un terzo posto da €463.250, frutto anche di un deal a tre con Nadal e Berthelot.

Martin Zamani (credits RIHL)

L’ultimo capitolo riguarda gli italiani. Il migliore di tutti è stato Francesco Macrì, sesto alla fine per quello che è ad oggi il suo miglior torneo. Decisamente meno soddisfatto crediamo sia Claudio Di Giacomo. L’esperto giocatore italiano partiva infatti dal terzo posto del chipcount, ma non è mai riuscito ad entrare nel vivo dell’azione, anche a causa di un’assenza quasi totale di carte giocabili. Alla fine è arrivato 11°. Completano il quadro Wissam Ouertani (14°) e Dario Pieruzzini (19°). Forse ci si poteva aspettare di più, ma bisogna anche applaudire l’Italia del poker che è stata la più presente al final day: 4 giocatori contro i 3 della Francia.

Questo è il payout del Day4:

  1. Sylvain Berthelot, France, €499.224
  2. Santiago Nadal, Mexico, €394.526
  3. Martin Zamani, USA, €463.250
  4. Parker Talbot, Canada, €227.000
  5. Jean-Pierre Benvenga, Switzerland, €173.000, 
  6. Francesco Macri, Italy, €136.400
  7. Stanislovas Vinicenka, Lithuania, €104.500
  8. Johannes Verhagen, Netherlands, €79.400
  9. Magnus Persson, Sweden, €61.680
  10. Tony Lin, USA, €50.590
  11. Claudio Di Giacomo, Italy, €50.590
  12. Alexandre Reard, France, €42.130
  13. Guy Kevin Madar, France, €42.130
  14. Wissam Ouertani, Italy, €35.120
  15. Guy Cicconi, USA, €35.120
  16. Hugo Gotuzzo, Argentina, €30.530
  17. Theodoros Ampelikiotis, Greece, €30.530
  18. Dorian Dizy, Spain, €26.540
  19. Dario Pieruzzini, Italy, €26.540
Parker Talbot (a sx) e Martin Zamani (a dx). Credits RIHL

GLI HIGHLIGHTS DELLA GIORNATA

Il primo ad uscire è proprio uno dei 4 azzurri ancora in gara. Ormai short, Dario Pieruzzini mette gli ultimi 10bb (scarsi) da utg con J♣8♣ e trova il call di Hugo Gotuzzo che gioca alla sua immediata sx. L’argentino ha K♣K♦, il board non fa miracoli e l’italiano è out al 19° posto.

Dario Pieruzzini (credits RIHL)

Nell’arco di un livello e mezzo, il field si è già ridotto a 14 giocatori. Parker Talbot ha dilapidato buona parte dello stack chiamando con 8♣7♣ da BB un all-in: carte libere ma non sufficienti a fargli incassare il piatto.

Al 14° posto esce Wissam Ouertani, rimasto con soltanto due bui. L’azzurro li investe quando in mano ha 10♠7♣ ma Alexandre Reard chiama da BB con J♥10♣ e centra la doppia coppia al flop. Game over per Ouertani.

In 12ma piazza esce il giocatore più titolato, Alexandrea Reard. Il francese, due volte vincitore di un titolo WSOP, va all-in da hijack con J♥J♠ e trova il call da cutoff dello svizzero Jean Benvenga che ha A♦7♥. Reard parte avanti 70-30, ma l’A♣ si materializza subito al flop e il resto del board elimina Reard.

Nel frattempo, Talbot recupera ma da giocare molto forte e al tempo stesso poco “parsimionoso” entra in un tolgo-e-do che alla fine del livello 37 lo vede di nuovo nella parti basse del count. Ad uscire è però Claudio Di Giacomo, autore di una prova un “tight” che ha progressivamente eroso il suo stack. Al 10mo posto esce invece il cinese Ren-Li, eliminato da Talbot, e il final table a 9 è servito.

Dopo la pausa da 20 minuti, inizia lo show di Martin Zamani. Il player americano, sull’onda di un paio di bluff ben riusciti, si concede alcune giocate ai limiti che tuttavia lo premiano.

Ad esempio, quando Magnus Persson apre a 1,7milioni da hijack con K♣K♦ e Zamani chiama con 6♣2♣. Il flop porta 6♦6♥4♦: i due investono tutto a colpi di raise e reraise, e il resto del board A♦3♥ mette la parola fine sul torneo dello svedese.

Con la chiplead nettamente in pugno, Zamani apre il gioco molto spesso, rilanciando o tribettando. E tutti gli all-in continuano a premiarlo. La sua prima vittima in questa fase è Stanislovas Vinicenka. Zamani apre a 2.200.000 da cutoff e il lituano tribetta all-in da small blind per 5.900.000. Lo statunitense chiama.

Stanislovas Vinicenka: A♦3♣
Martin Zamani: 6♠3♠

Vuoi fare una side bet su questa mano?” Zamani chiede al suo avversario, sapendo di essere in netto svantaggio. “Sono al verde“, gli risponde Vinicenka. Ciononostante, la scaramanzia di Zamani funziona.

Il flop 4♠3♥K♣ mantiene il vantaggio di Vinicenka, ma il turn 7♥ regala a Zamani gli out per la scala a incastro. Il river 5♦ è proprio uno di questi ed elimina Stanislovas Vinicenka. “Per fortuna che non ha accettato la side bet,” sottolinea Zamani in maniera un po’ maligna.

Poi lo statunitense manda a casa l’ultimo italiano. Francesco Macrì pusha con i Kappa e riceve il call di Zamani con A♣6♣. L’americano parte ancora un volta in svantaggio ma il board 9♠8♠5♥2♦7♥ gli consegna una scala decisamente inaspettata.

Martin Zamani (sx) congeda Francesco Macrì (dx) (credits RIHL)

Con poco meno della metà delle chips nello stack, Zamani entra in quasi tutte le situazioni di all-in. Ne perde un paio ma poi elimina Jean Benvenga in maniera clamorosa: A♠3♠ dello svizzero vs 4♠2♠ dell’americano. Sul board arrivano due 4, tris per Zamani che manda Bencivenga a monetizzare il suo 5° posto.

Nell’immediato post cena tocca a Parker Talbot. Il canadese tribetta all-in sull’apertura di Zamani e call finale del giocatore statunitense: A♦10♣ vs 9♣7♣. Il flop premia subito Zamani con 9♥4♦9♠. Al turn un 10♠ apre una fioca luce di speranza per Talbot, ma il river Q♥ la spegne rapidamente.

Raggiunta la fase 3-handed, i giocatori si accordano per un deal che favorisce il vantaggio in chips di Zamani. Alla ripresa del gioco, la durata dei bui viene dimezzata.

Arriva così il colpo che azzoppa Martin Zamani. Coin flip classico contro Santiago Nadal che ha AK e Zamani la coppia (99): board K♣J♥3♣4♥8♠, top pair per il messicano che raddoppia mentre Zamani scende a 58 milioni di chips. Poco dopo lo statunitense esce: all-in con A♥4♦, Sylvain Berthelot chiama e lo domina con A♣Q♣. Board liscio e il testa-a-testa tra Nadal e Berthelot è servito.

Sylvain Berthelot (al centro). Credits RIHL

L’ultima sfida dura poche mani, nonostante gli stack di partenza consentano azione. Berthelot è avanti con 130.000.000 di chips vs 84.140.000 del suo avversario, quando i bui sono 1.000k/2.000k bb ante 2.000k.

Nelle giocate iniziali Santiago Nadal si avvicina al francese in termini di stack (95 milioni a 118, circa). Poi, all’improvviso, il torneo si conclude con un’unica gigantesca mano.

Santiago Nadal apre a 4.000.000 e Sylvain Berthelot difende da big blind. Flop: A♦Q♥6♦. Il francese decide di andare in check-call per altri 4 milioni. Al turn scende il 10♦ sul quale Berthelot decide di uscire puntando 10 milioni. Il messicano ci sta e il suo call fa atterrare al river un K♥. Berthelot announcia l’all-in per uno stack che, come abbiamo detto, copre quello dell’avversario ma non di molto. Sono poco più di 20 milioni di differenza, cioè 20bb del livello in corso: i due giocatori sanno che questa è quasi certamente la mano decisiva e c’è da rifletterci sopra.

A Nadal bastano invece pochi secondi per annunciare il call. Allo showdown trova però la brutta sorpresa: Berthelot mostra K♦4♦, colore chiuso al turn. Nadal ha invece K♣J♠, scala a incastro completata anche lui al turn, ma inutile di fronte al nuts del suo avversario il quale si alza dalla sedia per esultare.

Sylvain Berthelot (credits RIHL)

Immagine di testa: Sylvain Berthelot (credits RIHL)

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