Tra limitazioni al gioco dettate dalla pandemia, cronaca nera e lutti, il mondo del poker non sta vivendo un momento felice.
Nel cuore della notte appena trascorsa, dagli Stati Uniti è arrivata la notizia della morte di uno dei volti più rappresentativi di questo settore. All’età di 72 anni si è infatti spento Mike Sexton, al termine di una lotta contro un nemico imbattibile: un cancro alla prostata che negli ultimi mesi si era esteso anche ad altri organi.
A darne la notizia è stata una delle sue amicizie di più lunga data, Linda Johnson, che in un tweet ha spiegato come Mike Sexton sia “morto serenamente a casa, circondato dalla sua famiglia e dall’estremo saluto di tantissimi giocatori di poker, provenienti da ogni parte del mondo. I dettagli sul funerale verranno comunicati al più presto, nel frattempo tenete nei vostri pensieri la sua famiglia, colpita dalla dolorosa perdita”.
Il tributo a Mike Sexton è arrivato realmente da ogni angolo del pianeta, ma più di tutti si è fatto sentire quello dei grandi campioni che con lui hanno contribuito a trasformare il gioco e l’intero mondo del poker, prima ancora che Chris Moneymaker accendesse la miccia del boom con la sua vittoria nel Main Event WSOP del 2003. Parliamo di Doyle Brunson, Daniel Negreanu, Jennifer Tilly, Phil Hellmuth, Jennifer Harman, Erik Seidel e in particolare di Mike Matusow, il quale ha voluto dedicare a Mike Sexton quasi 5 ore di stream all’interno del suo show online The Mouthpiece, con interviste a giocatori, immagini di repertorio e tanto memento per uno dei più grandi personaggi che il poker americano abbia avuto. Per chi volesse farsi un’idea, ecco il video realizzato in diretta da “The Mouth” Matusow:
Il termine “personaggio” è intenzionale e vorrebbe comprendere i tanti ruoli che Mike Sexton ha avuto nel poker, anche se raccontarli tutti in dettaglio richiederebbe troppe pagine. Giocatore, commentatore, promotore di eventi live e di pokeroom online, Mike Sexton è stato forse il primo e forse più efficace testimonial del poker come fenomeno di massa globale.
Dal suo esordio come giocatore all’ultimo capitolo della sua carriera, quello di chairman (il nostro Presidente di C.d.A.) di partypoker, ci sono quasi 40 anni di storia di questo gioco. Il suo primo in the money in un torneo live è infatti datato 1981. A questo ne sono seguiti altri 283 – l’ultimo è arrivato nel dicembre del 2019 – tra i quali un braccialetto WSOP conquistato nel 1989 nel $1.500 Seven Card Stud Split e il primo posto nel Tournament of Champions di Las Vegas nel 2006, la sua vittoria più importante e più profittevole dal punto di vista economico: 1 milione di dollari. In tutto, secondo The Hendon Mob, Mike Sexton ha vinto $6.708.146 nell’arco della sua carriera di giocatore. Nel 2009 è stato inserito nella Hall Of Fame del poker.
In mezzo a questa enorme attività di giocatore, Sexton è stato per 15 anni – dal 2002 al 2017 – voce e ambassador del World Poker Tour, alle cui tappe è sempre stato presente nel doppio ruolo di player e di commentatore. Nel 2017, infine, è arrivata la decisione di tornare a lavorare per partypoker. Dopo aver lasciato il microfono del WPT nella sicure e professionali mani di Tony Dunst e Vince Van Patten, Mike Sexton ha ripreso così a promuovere la pokeroom, il suo primo grande amore. Si dice che proprio lui sia stato tra gli ideatori del nome della famosa piattaforma di gioco online. “Amo il WPT, è stato difficile per me lasciare quella posizione, ma era un’opportunità che non potevo perdere” ha dichiarato l’Hall of Famer nel 2017. “Sono stato in partypoker sin dall’inizio, prima ancora che avesse un nome e che una mano fosse giocata su quella piattaforma. Ho avuto la chance di vivere i giorni pazzeschi del boom del poker, quando siamo diventati il sito di gioco online n.1 al mondo. Mi ricordo che dormivamo distesi sul pavimento dell’ufficio dopo un’intera settimana di lavoro, 24 ore su 24, per lanciare il software di gioco, così come ricordo il primo partypoker Million dal vivo organizzato su una nave da crociera: fu un flop da 500mila dollari!” (fonte PokerNews)
Un insuccesso che, se non fosse stato per la capacità di persuasione e la passione di Mike Sexton, avrebbe condotto partypoker ad una prematura ritirata dal poker live e, forse, il WPT non avrebbe mai beneficiato di quelle prime esperienze nella promozione di un tour dal vivo.
Perché al centro della visione di Mike Sexton c’è sempre stata l’idea che il poker andasse promosso in tutti i modi, soprattutto ripulendolo da quell’alone di negatività che lo ha sempre circondato. Anche per questo, nell’arco della sua lunga carriera il giocatore-commentatore-testimonial è stato molto attivo nel campo della beneficienza. Metà del milione di dollari vinto nel 2006, fu donato da Sexton a cinque diverse organizzazioni benefiche. Sempre in qualità di giocatore, Mike Sexton ha preso parte al primo $1.000.000 Big One for One Drop — terminato con un mini profit di 100mila dollari — e a molti altri charity-events quali, ad esempio, il WPT Tiger Jam e il WSOP Salute to Warriors.
Nel 2006 il giocatore di Shelby (Indiana, Stati Uniti) rese esplicita questa sua idea, nella maniera più semplice e più efficace: “Gli antagonisti del poker non possono rimanere tali se noi (i giocatori, ndr) facciamo grosse donazioni. E poi, perché non farlo? In ogni caso, è una cosa giusta”.
Parlando di sé, una volta Mike Sexotn ha detto: “ho fatto del poker la mia vita”. Una frase che potrebbe essere il suo epitaffio perché sintetizza la molteplicità di ruoli che ha ricoperto nel gioco, influenzando tantissime persone con la sua personalità socievole, il suo umorismo spontaneo e la voce immediatamente riconoscibile.
Ci piace però pensare che l’eco della sua voce rimanga ancorato alla sua frase più famosa, quello che per 15 anni ha accompagnato i suoi commenti del World Poker Tour:
“May all of your cards be live and may all of your pots be monsters” (“Possano le vostre carte essere sempre in gioco e i vostri piatti enormi”).
Foto di testa: Mike Sexton (credits PokerNews)