Avere una poker face può essere molto utile quando ci si trova seduti a un tavolo live. Quell’espressione fredda e imperturbabile diventa infatti uno schermo dietro al quale nascondere emozioni, intenzioni e più in generale informazioni sulla propria mano.
Saper leggere gli avversari e al tempo stesso diventare “mimetici” per loro è una parte fondamentale del gioco che ogni buon poker player deve possedere. E’ l’arte di evitare i famigerati tell che i grandi campioni possiedono.
Nel volume II di Harrington on Cash Games (2008), gli autori del libro Dan Harrington e Bill Robertie consigliano di usare “The Patrik Antonius Way“. Per i pochi che non conoscessero questo nome, il riferimento è a uno dei giocatori più rappresentativi del poker 2.0, cioè di quello post Moneymaker effect.
Riflessivo ma dotato di uno stile da super attaccante, il finlandese macina risultati dal 2003. Ad oggi se ne contano circa un centinaio per un controvalore di 14 milioni di dollari. I più prestigiosi, anche se non necessariamente i più remunerativi, sono la vittoria nell’EPT di Baden nel 2005 preceduta di qualche mese dal terzo posto ottenuto a Barcellona, il 9° posto nel Main WSOPE 2011 (Cannes), il 6° nell’EPT di Montecarlo 2018 e i tre final table WSOP. Negli ultimi anni Patrick Antonius si è spostato verso gli eventi high-roller, dove ha vinto cifre davvero consistenti.
Senza dimenticare che il finlandese è soprattutto un grande cash gamer sia di Texas Hold’em che di Pot Limit Omaha. Le vincite live sono solo una parte (importante) del suo patrimonio, il resto viene dall’online.
Ma torniamo al libro di Harrington e Robertie. Lì si legge che “la difesa di Antonius contro i tell è molto semplice. Dopo aver piazzato una puntata importante, se ne rimane semplicemente seduto, rigido come un tronco, a fissare in silenzio un punto fisso nello spazio“. La sua poker face, spiegano i due autori, “dà l’impressione di una trance catatonica“. Dopo che il suo avversario finalmente ha agito, Patrik “rientra nel suo corpo e si unisce nuovamente ai vivi“.
L’espressione “trance catatonica” è quella che descrive meglio la poker face difensiva di Patrick Antonius. Poi c’è anche lo sguardo freddo e penetrante quando il finlandese deve studiare l’azione del suo avversario.
Un esempio magistrale lo si è avuto alle Triton Poker Series che si sono svolte a Cipro nel 2022. In quel caso Antonius ha realizzato una delle più grandi giocate nella storia del poker!
Il torneo è l’high-roller da 25.000 dollari di buy-in. Al tavolo sono rimasti solo in 3 su 131 entries: Patrik Antonius, Steve O’Dwyer (attuale n. 14 della All Time Money List) e il bulgaro Fahredin Mustafov.
I bui sono 200k/400k bb ante 400k quando Mustafov (13,9 milioni di chips nello stack) decide di aprire con un rilancio a 800k da Bottone. In mano ha 10♥8♣. O’Dwyer (stack 5,3 milioni) ci pensa un po’ se chiamare da SB, ma alla fine folda Q♠8♥. Antonius (6 milioni) invece chiama da BB con J♥2♥.
Scende il flop: 7♥2♣6♣. Antonius fa check e poi chiama la bet 700mila del bulgaro. Si va al turn, una Q♥. Altro check del finlandese, Mustafov punta 1,4 milioni e di nuovo Antonius fa call, dopo averci pensato per un buon minuto.
L’ultima carta è un A♦, potenzialmente molto buono per l’aggressore che può piazzare il terzo colpo in bluff. E infatti Mustafov ci prova, addirittura puntando l’intero stack! A questo punto Patrik Antonius “entra nel pensatoio” e iniziare a passare ai raggi X il suo avversario.
Il tutto va avanti per più di 4 minuti. A 3 secondi dalla fine dell’ultimo time bank, Antonius annuncia il call con solo una modesta coppia di 2! E’ una giocata pazzesca di fronte alla quale l’espressione di Mustafov dice tutto:
Con questo monster call, bello almeno quanto quelli di Ungar e Riess, Patrik Antonius incassa un pot che lo rimette in gara per il titolo. Alla fine lo vincerà, dopo aver battuto in heads-up Mustafov per un payout di 825.000 dollari.
Immagine di testa: Patrik Antonius (credits PokerNews)