Quali sono gli ingredienti per fare un grande fold?
Un’ottima capacità di analisi e ricostruzione dell’action, prima di tutto. Abilità nel cogliere qualche tell significativo, soprattutto se si tratta di poker dal vivo. E infine non guasta la conoscenza dello stile dell’avversario.
Semplice vero? Non proprio, soprattutto quando tutta l’analisi conduce verso il fold ma di fronte c’è un grande giocatore molto abile nel bluff.
Deve essere questo ciò che ha pensato Joel Micka quando, in occasione del PCA Main Event 2013, ha incrociato in uno spot molto pericoloso nientemeno che Michael Mizrachi.
Micka condivide con Mizrachi la nazionalità USA ma sul piano delle notorietà – e soprattutto delle vincite – la distanza tra i due è notevole. Il primo vanta ad oggi 1,6 milioni di dollari ottenuti nei tornei live, grazie a 27 ITM in 12 anni di attività. Di Micka non sappiamo molto altro, se non che è di Seattle e che si dedica soprattutto agli eventi locali o a quelli internazionali ma con buy-in medi. La presenza alla PCA, in questo senso, è stata un’eccezione realizzata con un satellite online.
Di Michael Mizrachi, invece, si sa molto di più. Innanzitutto si sa che appartiene a una famiglia con la passione per il gioco. Oltre a lui, sono poker player anche i fratelli Robert, Eric e Daniel. Questi ultimi due non possono, almeno per ora, essere considerati dei professionisti full time. Robert sì, con i suoi quasi 8 milioni di dollari incassati nei tornei live.
Cionostante Michael sta ancora nettamente avanti: 17,3 milioni di dollari vinti, 207 in the money, 3 braccialetti WSOP al polso. La cosa singolare – si tratta infatti di un record – è che tutti e tre questi titoli li ha conquistati nel medesimo evento, uno dei più famosi delle World Series Of Poker: il $50.000 Poker Players Championship (PPC).
Almeno sulla carta, il duello al ME PCA 2013 tra Joel Micka e Michael Mizrachi, aka The Grinder, ha quindi il sapore di un mismatch esperienziale. Se poi aggiungiamo che la mano si svolge a -8 dallo scoppio della bolla, allora la pressione su Micka deve essere stata davvero tanta.
I bui sono 1.500/3.000 ante 400 e al tavolo ci sono 8 giocatori.
L’azione prende il via con il raise 6.000 da utg di George Clyde-Smith. Il britannico ha in mano A♠Q♣ e 314K chips nello stack. Tutti foldano fino a Joel Micka (285.000 gettoni) che da HJ controrilancia fino a 16.200 con 8♥7♦. Dopo il fold del cutoff, l’azione arriva al dealer button, dov’è seduto Michael Mizrachi. Il professionista spilla J♦J♠ e, nonostante uno stack di 307K che gli consentirebbe azione, sceglie la via della prudenza. Call. I bui foldano e lo stesso fa Clyde-Smith. A questo punto l’azione diventa un affare a due tra Micka e Mizrachi.
La situazione diventa clamorosa già al flop: J♥8♦8♠. Micka ha centrato il trips, ma Mizrachi ha fatto ancora meglio floppando fullhouse! Micka decide di intrappolare l’avversario con un check, ma non sa che sta per cadere in una trappola molto più grossa: quella che gli prepara Mizrachi, anche lui con un check.
Al turn si materializza un 10♠. Questa volta Micka esce puntando 25.500. The Grinder decide molto rapidamente di rilanciare fino a 55.000. “Solo 50mila?” dice Micka. Passa qualche secondo e arriva il suo call.
L’ultima carta del board è un 2♠ che di certo non spaventa Mizrachi. Micka checka per l’ultima volta, dopodiché si trova a dover fronteggiare una puntata di poco superiore al pot: 160mila chips! Micka sa che Mizrachi potrebbe tranquillamente aver overbettato in bluff. Nonostante questo, dopo una breve riflessione, mette a segno un hero fold molto difficile e degno di un grande giocatore.
Difficile ma redditizio. Alla fine Joel Micka arriverà quarto nel ME PCA di quell’anno, per un payout che è tuttora il suo record personale: $1.190.000.
Anche The Grinder proseguirà nella sua corsa, ma dovrà accontentarsi di un 12° posto da 95mila dollari.
Immagine di testa: Michael Mizrachi (credits PokerNews)