Anche il mondo del poker ha i suoi “che fine hanno fatto”. Può sembrare strano, soprattutto quando si tratta di giocatori professionisti che hanno vinto tanto grazie alle carte, ma nessuno è veramente al riparo dal “tilt esistenziale” quando si tratta di dedicare il 90% della propria vita ad una professione.
Sulle pagine celebrative dei magazine e dei social dedicati al gioco, la vita del pokerista risulta decisamente patinata. Ma la verità è che per emergere servono tante ore dedicate ogni giorno alle sessioni online, lunghi viaggi in aereo per raggiungere le location dove si svolgono i principali tornei live, notti insonni passate al tavolo da gioco. Jet lag, stanchezza cronica, solitudine e difficoltà nel costruire relazioni stabili: sono questi gli ingredienti principali della vita di un poker pro.
E poi c’è un altro fattore chiave. Gli anni passano anche per chi gioca. Alle spalle arriva sempre qualcuno più giovane, più fresco, più rapido e spesso più “in target” con l’evoluzione tecnologica dei software di supporto. La competizione con le nuove leve è un dazio inevitabile, vale per il poker e ancora di più per gli eSports. E non tutti riescono a sostenerla, prima o poi qualcuno capisce che è ora di smettere.
Prendiamo ad esempio Ludovic Lacay. Il 35enne di Tarbes (Francia) è stato un astro del poker nel decennio che va più o meno dal 2005 al 2015. Non stiamo quindi parlando di una meteora di questo gioco (come Jamie Gold), ma di uno che è stato vincente sia online che live.
Come tanti altri giovani giocatori della generazione “post-Moneymaker effect“, all’età di 19 anni Lacay scopre il poker su Internet. In effetti, il francese è uno “smanettone” tecnologico per cui gli risulta facile macinare mani su mani e bruciare così le tappe dell’apprendimento. Vince, e anche tanto, al punto che viene individuato da una nota piattaforma francese di gioco che gli offre una sponsorizzazione. E’ uno step che gli apre l’universo dei grandi tornei live.
Dal 2007 inizia a mietere risultati anche con le carte e le chips reali. Il primo è un 2° posto da €295.200 realizzato al WPT Spanish Championship di Barcellona. Nel 2009 chiude 16° nel Main Event delle WSOP (quello poi vinto da Joe Cada, in una delle edizioni più ricche) per 500mila dollari. Seguono tanti altri ITM a 5 e 6 cifre fino al suo top score: la vittoria nell’EPT di Sanremo del 2012, premiata con €744.910. In soli 37 risultati ottenuti live, Ludovic Lacay mette da parte $3.272.750, ai quali vanno aggiunte le vincite su Internet.
La sua striscia di risultati si interrompe però improvvisamente nel 2017. Nonostante una carriera milionaria, è probabile che qualcosa si sia rotto nel motore così ben rodato del Lacay pokerista. Ma cosa?
E’ lo stesso Ludovic Lacay a raccontare la svolta professionale in un’intervista rilasciata a businessinsider.com. “Sono sempre stato molto competitivo, la voglia di migliorarmi letteralmente mi consuma”, racconta il francese. E i soldi non sono l’unico obiettivo perché “quando quando giochi a poker non puoi essere troppo limitato dall’idea di vincere denaro. Non stai giocando solo per i soldi, stai giocando per vincere il torneo”. D’altra parte, a 28 anni Lacay di soldi ne ha già fatti abbastanza, “più che a sufficienza per vivere”.
Il pro francese, arrivato a questo punto della propria carriera si trova compresso tra un forte calo di motivazioni e la necessità di difendersi dall’arrivo della nuova generazione di grinder (quella di Fedor Holz, per capirci). Una “combo” pesante che gli fa capire che è tempo di iniziare un nuovo percorso.
All’inizio pensa di iscriversi ad un Master of Business Administration (MBA) a Stanford ma, proprio mentre sta aspettando l’esito della sua candidatura per il corso, un amico gli parla di una start-up tecnologica operante nel settore del benessere psico-fisico.
Tictrac, questo il nome della nuova impresa, è appena partita e non è nemmeno in grado di garantirgli uno stipendio iniziale. Ma per Lacay questo non è un problema, un po’ perché è coperto dai suoi risparmi, ma soprattutto perché gli stimoli si riaccendono subito: “c’erano un sacco di cose da fare e tutto mi è sembrato perfetto!”.
L’ormai ex-pro di poker si tuffa senza esitazioni nel lavoro aziendale e in breve tempo scopre la sua nuova passione: le ricerche di mercato e l’analisi del prodotto. Nel giro di pochissimo tempo diventa product manager della start up, che ora può anche pagargli lo stipendio, visto che nei due anni successivi al suo arrivo TicTrac cresce tantissimo, consolidando asset per oltre 4 milioni di sterline.
Ma la cosa interessante sono le similarità che Ludovic Lacay trova tra il nuovo lavoro e il suo passato di poker pro: “Continuavo a lavorare e a imparare. Facevo quasi 15 ore di lavoro al giorno, proprio come quando giocavo a poker, e infatti la curva di apprendimento è stata molto rapida. In quella prima fase, ho rivisto il modello del gioco online dove devi imparare un sacco di cose nel più breve tempo possibile. E l’unico modo per imparare è fare”.
Le skill di un giocatore di poker posso quindi essere utili in un’azienda, in particolare quelle di analisi e di problem solving. La storia di Ludovic Lacay racconta anche questo. Ma il poker giocato è completamente dietro alle spalle del francese? A dire la verità, non del tutto perché Lacay si è concesso qualche apparizione online in tempi più recenti, anche se solo “for fun”.
Eppure, nella sua storia personale improntata alla continua ricerca di stimoli, c’è un altro episodio che lo ha riportato verso il mondo del gaming. Nel gennaio del 2020, Ludovic Lacay viene contatto dal Team Vitality, organizzazione esportiva francese, che vanta una delle prime 3 squadre al mondo di Counter-Strike: Global Offensive. Insieme agli ex-tennisti – ora allenatori – Thierry Ascione e Pier Gauthier, Lacay dà il proprio contributo all’interno del Performance Departement, una speciale divisione pensata per aiutare la stella Mathieu “ZywOo” Herbaut e i suoi compagni di squadra a tirare fuori tutto il loro potenziale. (fonte gazzetta.it)
Ci è riuscito? Sembrerebbe di sì visto che Herbaut nel 2020 è arrivato al top delle classifiche di CS:GO, anche se al momento non sappiamo se i coach siano stati confermati per il 2021. Ma il silenzio di Lacay è sospetto: uno come lui ha sempre bisogno di mettersi alla prova.
Che l’ex professionista di poker sia stato contagiato dalla passione esportiva? Non ci sorprenderebbe, anche perché non sarebbe il primo giocatore di poker che guarda in direzione dei videogame…
Foto di testa: Ludovic Lacay (credits PokerNews)