“A chip and a chair“, che tradotto in italiano equivale a “Una chip e una sedia”, è una delle espressioni più famose nella storia del poker.
Il significato è abbastanza chiaro: in un torneo di poker, fino a quando hai ancora un gettone (“a chip”) che ti permette di stare al tavolo (“a chair”), la partita è ancora giocabile e tutto può succedere.
Tutti coloro che giocano a poker la conoscono. Ma forse non tutti conoscono la storia di questa frase, quando è nata e chi l’ha pronunciata per la prima volta.
Ancora una volta l’occasione è quella del Main Event delle World Series Of Poker, una vera fucina di aneddoti, storie di grandi player e delle loro giocate leggendarie. E’ il 1982 e il protagonista è Jack Straus, soprannominato Treetop, cioè sequoia, per la sua altezza (due metri abbondanti). Un nome che appartiene alla storia del poker, grazie a due braccialetti WSOP e tre tavoli finali del Main Event, al pari di Johnny Moss, Doyle Brunson, Stu Ungar, Dan Harrington e Johnny Chan. Certo, parliamo di un poker di altri tempi e il confronto con quello di oggi è impossibile. Eppure quel poker era probabilmente più generoso nel regalarci personaggi come Jack Straus.
La sua visione della vita e del gioco, riportata da A. Alvarez in Bets, Bluffs, and Bad Beats, ci dice molto di lui: “Il mio tempo su questa terra è limitato, e io voglio viverne ogni secondo. Per questo sono pronto a giocare contro chiunque e per qualsiasi cifra. Non ha importanza chi sono i miei avversari. Una volta che hanno davanti cento dollari o duecentomila dollari di chip da giocare, per me non c’è differenza. Ai miei occhi sono tutti draghi da combattere e sconfiggere“.
E’ lo spirito che descrive chi ha realizzato una delle rimonte più incredibili nella storia dei tornei di poker.
Siamo alla penultima giornata di torneo, quella che conduce alla composizione del final table. Jack Straus mette in mezzo il suo stack senza però dichiarare “all-in”. Perde il colpo, si alza dalla sedia e si avvia verso l’uscita. A quel punto il dealer lo ferma facendogli notare che gli è rimasta una singola chip da 500.
Per Straus è un segno del destino. Ed è a questo punto che si dice abbia pronunciato il fatidico “a chip and a chair“. Nonostante le probabilità di rientrare in gara siano minuscole, torna a sedersi e, un colpo dopo l’altro, recupera lo stack e si qualifica per il final table. Il giorno successivo il gigante texano vincerà il suo primo e unico Main Event, battendo Dewey Tomko per $520.000 di primo premio. I due finiscono ai resti preflop con AxTx (Straus) e A♦4♦ (Tomko): sul board si materializza subito un 4x che ribalta la situazione, ma al river giustizia è fatta grazie a un Tx.
Esistono alcune “varianti” di questa storia. Qualcuno dice che il recupero di Straus sia iniziato già alla prima giornata e che la chip fosse da 25 dollari e non 500. Non è nemmeno sicuro che Treetop abbia davvero pronunciato la fatidica frase “a chip and a chair”, probabilmente molto più antica del 1982.
Purtroppo non possiamo più chiederlo al protagonista di quella rimonta. Jack Straus è infatti morto nel 1988, a soli 58 anni, facendo esattamente quello che amava fare: un infarto lo ha colto durante una sessione di gioco al Bicycle Club in Los Angeles.
L’anno successivo il suo nome è stato inserito nella Poker Hall of Fame.
Foto di testa: Jack Straus (credits Italiapokerclub.com)