C’è poker e poker. A Texas Hold’em e varianti si può giocare per puro divertimento, ed è questo forse il caso più frequente. Se non altro è la ragione per la quale ci si avvicina a questo gioco. Poi qualcuno fa il passo ulteriore, verso le competizioni. E da qui i migliori, ma soprattutto i più determinati, riescono a farne una professione.
Gli step del poker, oggi, sono sostanzialmente questi. Eppure c’è chi gioca per altri motivi, primo fra tutti l’adrenalina offerta da partite milionarie.
Sono pochi, ovviamente, quelli che si possono permettere questo lusso. Non sono tutti giocatori di professione, perché nessun regular si azzufferebbe contro altri dello stesso calibro mettendo a rischio il proprio bankroll. Anche se sono tanti i pro player che desiderano far parte di queste partite caratterizzate da grande esclusività.
Sono le partite dove si riuniscono le cosiddette “balene” del poker, i V.I.P. (Very Important Person) e in generale i ricconi di tutto il mondo ai quali andare all-in per qualche bella milionata di dollari non cambia la vita, ma magari regala un’emozione diversa dal solito. In certi casi anche quella dell’illegalità.
Hollywood – Questo tipo di partite è stato al centro di un film che ha avuto piuttosto successo qualche anno fa. In Molly’s Game (2017), il regista sceneggiatore Aaron Sorkin racconta la storia delle partite super high-stakes organizzate da un’ex campionessa americana di sci Molly Bloom (interpretata da Jessica Chastain).
Dietro alla finzione, si nascondono le serate al tavolo di grandi star di Hollywood. L’elenco comprende Matt Demon, Toby Maguire, Leonardo DiCaprio, Ben Affleck, i registi Nick Cassavetes e Todd Phillips, il produttore Rick Salomon (ex partner di Paris Hilton), Macaulay Culkin, il rapper Nelly e le gemelle Olsen. Ma anche sportivi, come ad esempio Pete Sampras e Alex Rodriguez. Poi ancora il proprietario del Cirque du Soleil Guy Laliberté. E una lunga lista di manager di hedge-fund, proprietari di club sportivi e magnati dell’intrattenimento che hanno portato le loro ricche finanze al tavolo da gioco. Oggi quelle partite non esistono più: è intervenuta l’FBI che ha individuato il rischio della truffa. I VIP ne sono usciti indenni, Molly Bloom invece si è vista congelare i propri beni dagli agenti federali.
NetJets Poker Invitational – Il NetJets è un club esclusivo. Per farne parte bisogna aver acquistato quote di proprietà frazionate in jet privati e avere almento $550.000 di budget. Tra i vari privilegi c’è anche quello di poter partecipare (senza pagare) al NetJets Poker Invitational, torneo di poker organizzato da Warren Buffet a Las Vegas.
Creato come evento per fare networking, e con circa 250 partecipanti ogni anno, è più un’occasione per scambiarsi biglietti da visita che soldi. Ma gli sponsor mettono, pare, circa $2,5 milioni di premi per i giocatori del final table: da auto sportive a soggiorni in hotel, passando per regali a 6 cifre. Secondo i bene informati, Bill Gates, Tom Brady, Matt Damon e George Lucas hanno tutti partecipato a questo torneo.
Le partite della Silicon Valley – Un articolo di Wired del 2008 raccomanda ai giovani imprenditori di imparare il poker, se vogliono incontrare i venture capitalist, cioè i grossi investitori. Il riferimento usato è la storia di Zach Coelius che ha fondato Triggit dopo aver socializzato con alcuni angel investor in una partita di poker. “Se volevi, potevi andare a una partita di poker tutte le sere della settimana”, spiega Coelius.
Nel 2014, Business Insider indica Chamath Palihapitiya, uno dei primi dirigenti di Facebook diventato poi fondatore e CEO di Social+Capital, come organizzatore di una delle partite di poker. Gli stake vengono descritti come “relativamente modesti”, ma non i conti bancari dei partecipanti. Tra questi: David Sacks, fondatore di Yammer, Jason Calacanis, che ha venduto la sua start-up Weblogs alla Time Warner per $25 milioni, Dave Goldberg, CEO di Survey Monekey e Mark Pincus, co-fondatore di Zynga.
In questo lotto elitario c’è anche un professionista, presenza costante alle partite di poker nella Silicon Valley. Indovinate chi è? Phil Hellmuth. Con i suoi 15 braccialetti WSOP, residente a Palo Alto, è probabilmente uno squalo abbastanza grande che i ricchi giocatori amatoriali vorrebbero prendere all’amo. E non abbiamo dubbi che Hellmuth accetti di buon grado i loro inviti.
Foto di testa credits The Stars Group