Chi è Mustapha Kanit? Si potrebbe “semplicemente” definirlo come uno dei giocatori italiani più forti di sempre. Su questo non c’è dubbio, perché ci sono i numeri a confermarlo: 11,5 milioni di euro vinti in tornei live finora, 2° posto nella All Time Money List italiana (sorpassato solo nel 2019 dall’amico-rivale Dario Sammartino), 100 piazzamenti in the money in eventi di livello internazionale. Senza contare le vincite accumulate online, la più importante delle quali è quella ottenuta nel Main Event SCOOP di PokerStars.com nel 2015, per una prima moneta record di $1.304.720. Tutto questo a soli 29 anni.
Mustapha Kanit nasce infatti ad Alessandria nel 1991, da genitori di origine marocchina. Il futuro “Mustacchione” la passione per il gioco ce l’ha nel sangue, in particolare quella per le carte. Al pari di altri grandi giocatori italiani (Dario Minieri, Pier Paolo Fabretti), le prime che prende in mano sono però quelle di Magic: The Gathering, il famoso gioco di carte collezionabili della Wizards of the Coast e i risultati sono subito incoraggianti. Ma già a 16 anni scopre il poker e, non appena maggiorenne, decide di applicarsi seriamente al Texas Hold’em nonostante la contrarietà dei genitori. Come lui stesso ha dichiarato in una recente video intervista condotta da Alberto Russo su Facebook, la svolta arriva a Montecarlo. Galeotto è l’incontro con il professionista americano David Williams: “Lo incontrai in un torneo a ridosso dell’Ept di Montecarlo davanti al casinò. Lo vidi insieme a Greg Raymer, non nascondo che ero molto emozionato in quel momento. Ai tempi giocavo ancora con mezzi di fortuna, usavo un vecchio computer collegato ad un televisore per poter grindare. All’epoca non conoscevo David, lo vidi arrivare con una ragazza bellissima a bordo di una super macchina. Non abbiamo parlato, all’inizio non mi tornava qualcosa ma poi ho scoperto che giocava a poker e mi sono convinto che avrei potuto riuscirci anch’io”.
Detto fatto. Tra il 2009 e il 2011 Kanit macina risultati su risultati. Il primo colpo grosso arriva a Nova Gorica nel 2011 quando vince il Main Event dell’Italian Poker Tour per 200.000 euro di primo premio. Poco dopo aggiunge altri 190.000 euro con il sesto posto nel Partouche Poker Tour di Cannes. La strada sembra spianata per il giovane talento italiano che però nel 2012 ha una battuta d’arresto e perde quasi tutto il proprio bankroll. Ed è proprio in quel momento che Mustapha Kanit dimostra di non essere solo un giocatore di talento ma anche un serio professionista. Si mette in discussione, torna a studiare la teoria del poker e sistema i leaks del proprio gioco.
Nel giro di due anni è di nuovo al top. Le annate 2015 e 2016 sono quelle dove raggiunge i vertici del poker mondiale, grazie soprattutto a tre risultati in altrettanti Super High Roller: il successo all’EPT SHR di Montecarlo nel 2005 che porta nelle sue casse €936.500, seguito dalla vittoria nel 10.300 HR dell’EPT di Barcellona per €738.759 e infine dal secondo posto ottenuto nel 2016, sempre nel Principato, nel SHR da 100.000 euro di buy-in che gli frutta €1.462.000 di payout. Da lì in poi “lasagnaaammm” – questo il suo nickname online – non smette più di occupare le prime pagine dei siti di settore.
Giovane, talentuoso ed istrionico, Mustapha Kanit è al tempo stesso una persona intelligente e attenta al mondo che lo circonda. Caratteristiche, queste, che lo hanno portato negli ultimi due anni a ridurre notevolmente il suo impegno nel poker giocato. Dopo essersi spostato dall’Italia a Malta e poi a Vienna, ora vive con la sua fidanzata a Londra, metropoli più “in target” con i suoi nuovi interessi. Alcuni di questi li ha raccontati nella video intervista con Alberto Russo: “Il poker non è più la mia attività principale. Si possono fare tanti soldi con gli investimenti, ho anche iniziato a dedicarmi al betting. Prima giocavo solo a poker, anche 12 ore al giorno. Adesso ci passo non più di quattro ore. Ho investito tantissimo sulle scuole, sull’attività di staking”.
Ed è probabile che il pro di Winamax abbia molto altro in serbo per il proprio futuro. In fondo, l’età è quella giusta e il presente che si è costruito è già dorato.
Ma volendo rimanere nell’ambito poker, ecco un saggio delle sue abilità al tavolo. Una mano molto famosa, giocata nel 2016 all’EPT High Roller di Dublino (25.000 di buy-in). Alla fine Kanit vincerà il torneo per €501.640, lasciandosi alle spalle due super pro quali Chance Kornuth (2°) e Charlie Carrel (3°). Al quanto posto chiuderà invece lo svedese Anton Bertilsson, di certo non un novellino, che è il protagonista insieme a Kanit dell’action che vi proponiamo.
I bui sono 50.000/100.000 ante 10.000 quando Anton Bertilsson apre da bottone a 200.000 con Q♠Q♥. Mustapha Kanit, che ha uno stack di 7,46 milioni, tribetta fino a 530.000 da Small Blind con Q♦9♦ e ottiene il fold di Carrel in posizione di BB. Lo svedese non ci sta e forbetta a 1.180.000, lasciandosi dietro circa 3 milioni di chip. L’italiano ci pensa un po’ e poi sceglie il call per giocare su questo flop: 8♠A♦8♥. L’asso è sicuramente una scary card per Bertilsson il quale, dopo il check di Kanit, decide di puntare per capire dove sta nella mano. Il pot è già di 2,5 milioni gettoni e Bartilsson ne aggiunge altri 700.000. Passano circa 30 secondi e Kanit chiama, per lo stupore dei commentatori. Nella mente del pro italiano comincia a delinearsi una strategia dettata da una lettura molto precisa della mano avversaria.
Il turn è un 7♥. Di fatto, a questo punto Kanit è drawing dead, non ha più possibilità di vincere se non in bluff. L’azione è check-check e fa scendere un J♠ che completa il board. Il pot è adesso di 3,9 milioni e Kanit, che non può vincere allo showdown, esce puntando 1,75 milioni. La sua giocata mette in crisi il giocatore svedese. Passano più di due minuti durante i quali Anton Bertilsson pensa, controlla il proprio stack, studia l’avversario per carpire qualche tell. Niente, Mustapha Kanit è una statua e non lascia trasparire nulla. All fine Bertilsson folda la mano migliore e Kanit acconsente a mostrargli solo una carta, la Q♦.
Foto di testa: Mustapha Kanit (by RIHL)