Dopo 10 livelli di gioco e più o meno altrettante ore, pause comprese, l’Eureka Main Event di Praga 2024 si è concluso con la vittoria di Martin Tsvetanov.
Il bulgaro, che aveva chiuso il Day3 da chipleader, si è confermato un osso duro per tutti, nonostante abbia un curriculum pokeristico relativamente modesto, realizzato soprattutto con eventi organizzati nel suo Paese, in Macedonia e a Malta. Ostico anche per Jack Sinclair, il giocatore nettamente più titolato tra i 14 finalisti. Il britannico è uscito all’ottavo posto, rimediando così il terzo final table di un Main Event EPT National (il secondo targato Eureka) concluso senza vittoria.
Onore al merito a Tsvetanov e anche al runner-up Gerald Karlic. Quest’ultimo ha confermato di essere un professionista esperto, tanto da poter vantare 125 in the money realizzati in cinque continenti diversi, per oltre 2 milioni di dollari in premio. Bisogna però ammettere che il Final Day è stato contraddistinto da una serie di scoppi davvero clamorosi, soprattutto nei primi livelli di gioco.
Ve li raccontiamo nella sintesi della giornata.
L’ultima giornata dell’Eureka ME di Praga 2024 ha preso il via dal livello 34 (bui 150k/300k bb ante 300k, 60 minuti di durata).
Il primo ad uscire è il rumeno Manuel Roca, seguito a poca distanza dal veterano Magnus Persson, 7° nel 2007 al ME WSOPE di Londra. Lo svedese rilancia all-in con A♥A♦ sull’apertura di Alexantr Spatharis. Il greco, pur avendo lo stack di poco inferiore, decide di chiamare con K♦J♦. E’ nettamente dominato, ma la dea Fortuna lo premia: 8♦8♥2♦5♥7♦, colore chiuso al turn. Qualche mano più tardi, Persson mette quello che gli resta con K♣Q♦ ma trova il call di Jack Sinclair che lo domina con Q♥Q♠: nessun miracolo e lo svedese esce al 13° posto.
Le bad beat proseguono anche nel livello successivo, in particolare quando Matthew Micallef va all-in con coppia di 8 e riceve il call di Andris Rasins che ha in mano due Kappa. Il board porta però il terzo 8 e il maltese si salva. Rasins finisce out poco dopo per mano ancora di Sinclair. Questa volta è lui ad avere coppia di 8, ma il britannico la cracka in all-in con AK, e scala Broadway completata al river.
A questo punto, Sinclair incrocia le carte con il connazionale Ryan Plant, che ha meno chips. Altro all-in preflop, dopo raise e reraise. Plant mette tutto lo stack con coppia di Kappa e trova l’A♥Q♠ di Sinclair. I Re tengono, anzi diventano un poker, e la Union Jack sventola sui primi due posti del chipcount.
Tuttavia resiste poco, perché sempre nel livello 35 (200k/400k bb ante 400k), Plant rimedia una bad beat dolorosa per mano di Alexantr Spatharis: AK vs A9, al flop scende il 9♥, al turn Plant recupera grazie al K♣, ma il river consegna il tris al greco con il 9♣. Un livello più tardi, sempre Spatharis elimina il connazionale Konstantinos Nanos e, a quel punto, il final table a 9 è servito.
Dopo l’uscita di Mikkel Nielsen per mano di Martin Tsvetanov, arriva il turno di Jack Sinclair che lascia il torneo dopo un coin flip perso contro Ricardo Caridade.
In circa 30 minuti, il field si assottiglia ancora. E’ da poco iniziato il livello 37 (300k/600k/600k) quando il greco Spatharis, smascherato in bluff poco prima da Karlic, mette tutto con Q♣J♦ e riceve il call di Martin Tsvetanov con 8♣8♦. La coppia regge e riduce il final table a 6 giocatori. C’è appena il tempo di fare un paio di orbite e Matthew Micallef è out. Tribet shove da 4.950.000 con J♥8♥ su Karlic che chiama e gira A♦7♥. Board: K♥6♣3♦9♥9♦, Asso carta alta favorevole all’austriaco.
Dopo il break, il greco Theodoros Ampelikiotis si arrende al 5° posto: all-in preflop con A♥K♥ vs coppia di 7 di Ryan Plant e board che rimane liscio come l’olio. Il momento di gloria dell’inglese è però un alito di vento.
Plant prima paga Karlic al river pensando che sia in bluff, poi subisce una brutta mazzata da Ricardo Caridade. In guerra di bui, il portoghese shova sulla tribet dell’inglese che chiama. Caridade parte sotto con A♥7♣ vs 10♥10♦ ma un board con quattro carte di cuori gli consegna il colore nuts. Plant si salva una volta, poi cede a Martin Tsvetanov che lo domina in all-in JJ vs 33.
Una volta raggiunta la fase 3-handed, la durata dei livelli di gioco viene dimezzata a 30 minuti. E’ durante uno di questi che si assiste alla più bella giocata del final table. Gerald Karlic apre a 2.400.000 da bottone e Martin Tsvetanov difende il big blind. Al flop 7♣J♣3♦, il bulgaro va in check-raise fino a 5,5 milioni dopo la bet da 1,7 milioni del suo avversario. Il successivo call di Karlic fa scende un 6♦ al turn e di nuovo l’austriaco chiama, questa volta sono 9,6 milioni di chips. Quando al river scende una Q♠, Tsvetanov va all-in mettendo a rischio eliminazione Karlic. L’austriaco ci pensa un po’, conta le proprie chips e alla fine annuncia il call con A♦J♠, coppia di Jack floppata. Tsvetanov invece è costretto a mostrare 10♥9♠, bluff con scala mancata!
Il grande call di Karlic lascia il player bulgaro con solo 12 milioni. Sembra profilarsi un testa-a-testa Karlic vs Caride, e invece Tsvetanov riesce a recuperare e anche ad eliminare il portoghese: all-in di quest’ultimo con coppia di Donne e call del bulgaro con A♠10♠. L’A♦ come prima carta del flop ribalta la situazione a favore di Tsvetanov che rimane in vantaggio fino alla fine.
L’heads-up Karlic vs Tsvetanov inizia con un deal che vede il bulgaro garantirsi €430.000 e l’austriaco €396.086. I restanti €19.034 e il trofeo restano ad appannaggio del vincitore finale.
Come anticipato, gli “spiccioli” andranno a Martin Tsvetanov che nell’arco di un livello riesce ad allungare e poi a chiudere il conto centrando coppia di 10 al river, contro la coppia di 6 floppata da Karlic.
Questo è il payout dei 9 finalisti:
Immagine di testa: Martin Tsvetanov (credits RIHL)