Ottenere risultanti costanti nei grandi tornei internazionali di poker live è un traguardo che non sono in tanti a poter vantare. Soprattutto se si parla del poker post Moneymaker-effect, quello dei field oceanici e della competizione resa molto più serrata dalla “palestra” dell’online.
Andare ITM per 14 anni consecutivi dal 2008 ad oggi è un gran risultato. Lo è ancora di più quando si scopre che corrisponde a 17,4 milioni di dollari.
Il protagonista di questa “long run” è Martin Jacobson che una settimana fa ha messo a segno il suo 137° risultato utile nei tornei di poker dal vivo. E lo ha fatto vincendo un torneo di alto livello: lo United Kingdom & Ireland Poker Tour di Londra, per una prima moneta da 232.300 sterline.
La sua è una vittoria che vale ancora di più perché il professionista, ex “chef” della marina militare svedese, l’ha agguantata al termine di una rimonta clamorosa.
La sua ricetta? Endurance e determinazione.
Il torneo, che è uno degli eventi National dell’European Poker Tour (Eureka a Praga, Estrellas a Barcellona, French Poker Series a Montecarlo) ha preso il via il 18 ottobre e si è concluso il 22. Cinque giornate che hanno scremato le 1.458 registrazioni (nuovo primato per il torneo) fino all’heads-up finale.
La giornata chiave per Jacobson è stata il Day3 che lo svedese ha iniziato shortstack con sole 285mila chips, ultimo su 29 left. Una situazione da quasi player-out, sul cui recupero nessuno avrebbe mai scommesso. E invece, colpo dopo colpo e senza mai sprecare nulla, lo svedese ha raggiunto il final table a 6! Questo:
Seat 1: Jon Kyte, Norway, 6.550.000
Seat 2: Martin Caride, Spain, 2.775.000
Seat 3: Vincenzo Schiavottiello, Italy, 2.700.000
Seat 4: Olivier Arnault, France, 1.850.000
Seat 5: Conor Beresford, United Kingdom, 25.700.000
Seat 6: Martin Jacobson, Sweden, 4.175.000
L’ultima giornata è stata per buona parte lo show di Conor Beresford che ha eliminato ben tre avversari: Arnault (6°), Kyte (4°) e Caride (3°). Jacobson si è invece accontentato di un solo scalpo: quello dell’italiano Schiavottiello, un quasi-debuttante in tornei di questo livello. Prima di questo 5° posto (£61.330), il giocatore del Belpaese aveva incassato solo 30mila dollari in 5 ITM (compresi 2 eventi wsop online).
Con l’uscita dello spagnolo Caride, il testa-a-testa è servito.
Beresford inizia l’HU con un vantaggio in chips di 2:1. Jacobson recupera il distacco a metà heads-up con una giocata molto particolare.
Apre lo svedese a 500mila (bui 125k/250k bb ante 250k) con A♠7♥ ma subisce la tribet di Beresford a 2 milioni. Jacobson chiama e fa scendere questo flop: J♠4♠2♣. L’inglese continua l’aggressione con altri 1,4 milioni ma qui arriva la giocata che non ti aspetti: un raise fino a 3,7 milioni. Beresford, che ha A♥K♦, legge qualcosa che non lo convince e chiama. E in effetti avrebbe anche ragione, il problema è il 7♥ al turn che porta avanti lo svedese: bet 4,2 milioni e call di Beresford. Il river 4♥ porta un doppio check, ma il piatto finisce nello stack di Jacobson.
Da quel momento in avanti, lo svedese prende il largo. Il torneo si conclude quando Jacobson apre con A♣A♦ e il suo avversario difende con 9♦2♦. Il flop 2♥3♠9♥ annuncia battaglia: bet 400k dell’original raiser, rilancio a 1,4 milioni di Beresford e call di Jacobson. A salvare quest’ultimo è di nuovo il turn, un A♥ che gli regala il set. Esce puntando e poi chiama l’all-in dell’inglese. L’ultima carta del board è una Q♥ che consegna la picca e la prima moneta a Martin Jacobson.
Questo il payout del final table a 8:
1 – Martin Jacobson, Sweden, £232.300
2 – Conor Beresford, United Kingdom, £145.120
3 – Martin Caride, Spain, £103.650
4 – Jon Kyte, Norway, £79.740
5 – Vincenzo Schiavottiello, Italy, £61.330
6 – Olivier Arnault, France, £47.190
7 – Guy Leathley, United Kingdom, £36.290
8 – Danny Pyke, United Kingdom, £27.930
Come detto all’inizio, con questa vittoria Martin Jacobson prosegue la sua marcia ininterrotta di risultati, iniziata nel lontano 2008.
Quell’anno, praticamente al debutto sulla scena internazionale, Jacobson arriva 3° nell’EPT ME di Budapest (€197.000). Da lì in avanti è tutto un crescendo di risultati prestigiosi: 2° al WPT di Venezia (nel 2009 per €238.000), “argento” all’EPT di Vilamoura nel 2010 (€290K) e all’EPT di Deauville nel 2011 (€560K) e infine 4° all’EPT di Berlino sempre nel 2011 (€230K).
Ma i 17 milioni e più di dollari che in questo momento fanno di lui il n.1 svedese (e il 46° al mondo) per vincite, sono legati soprattutto ad un risultato gigantesco: la vittoria nel Main Event delle World Series Of Poker 2014. Merita di essere ricordata brevemente.
Quando Jacobson si iscrive a quell’evento è un giocatore già affermato. Oltre ai risultati europei che abbiamo riportato, alle spalle ha già 4 final table WSOP e uno WSOPE. In particolare c’è il 6° posto nel One Drop HR del 2013 (buy-in $111.111) che gli frutta 807mila dollari di payout.
Un altro final table lo ottiene qualche settimana prima del Main Event 2014, quando chiude 7° nel $10k NLH 6-Handed. La sua progressione nel torneo più importante di tutti non è quindi una vera e propria sorpresa. Ma mettersi davanti a 6.683 entry è un’altra cosa.
Jacobson ci riesce il 15 luglio 2014, dopo aver iniziato il tavolo finale dall’ultimo posto del chipcount con uno stack decisamente short. Eppure anche in quella occasione Jacobson serve in tavola il piatto forte della casa: la sua determinazione che lo porta al testa-a-testa finale contro il norvegese Felix Vincent Stephensen.
Lo svedese inizia l’HU avanti per circa 3:1 e lo chiude con 10♥10♦ vs A♥9♥ e set al flop 3♠9♣10♣ che riduce al minimo le speranze di Stephensen. Un K♣ le porta a zero: Martin Jacobson diventa campione del mondo per un premio in denaro pari a 10 milioni di dollari.
Dopo quel risultato fantastico, lo svedese ha sfiorato il secondo braccialetto in altre tre occasioni: due sesti posti nel 2017 (Tag Team e $111.111 HR for One Drop) e un 5° posto nel The Marathon del 2018.
Immagine di testa: Martin Jacobson (credits PokerNews/WSOP)