“L’addestramento è niente. La volontà è tutto“.
Con queste parole, Henri Ducard (Liam Neeson) insegna a Bruce Banner (Christian Bale) che la determinazione è decisiva per raggiungere gli obiettivi importanti. Nel caso di Banner, l’obiettivo è diventare il “vendicatore mascherato” Batman, il protagonista della trilogia cinematografica di Christopher Nolan. Quello di Mark Teltscher, invece, è fare il poker player.
Teltscher ha proprio le caratteristiche del “mastino”, anzi del “british bulldog” vista la sua nazionalità. Simpatico e gioviale se non gli dai fastidio, al tempo stesso è uno che non le manda a dire. Tosto, competitivo, a tratti guascone, il giocatore inglese non molla facilmente la presa e sa rialzarsi dopo una caduta. Parliamo ovviamente di cadute con le carte, visto che il poker è il suo main game, anche se non è quello con il quale ha iniziato la sua carriera da professionista.
Nato a Londra 16 gennaio 1980, Mark Teltscher assorbe dalla famiglia la passione per i giochi. Il padre Bernard (1923-2020) è infatti un grande appassionato di bridge, tanto da fondare un club a Londra (in Hyde Park Place) all’inizio degli anni ’60. Lo chiama il “The Great Rose”, dal nickname affibbiato a uno dei sui compagni di partite, Tony Priday, un buon giocatore. In breve tempo, il TGR diventa un punto di ritrovo per tanti campioni inglesi di bridge: tra questi ci sono Irving Rose, Victor Silverstone e Willie Coyle. Inevitabile che, molti anni più tardi, un giovane Mark Teltscher inizi proprio dal bridge il suo percorso competitivo nel mondo dei giochi.
Si afferma subito come ottimo giocatore aggiudicandosi svariati titoli giovanili. Il talento c’è e anche il DNA è quello giusto, visto che oggi esiste un Teltscher Trophy dedicato a suo padre. Ma evidentemente il bridge non gli basta. E così Mark Teltscher decide di intraprendere una nuova strada che si chiama backgammon.
Il passaggio dalle carte del bridge alle pedine e ai dadi del backgammon non gli risulta difficile. Si rivela subito un avversario ostico per tutti, ma anche una persona con la quale è piacevole giocare se c’è il feeling giusto. La “combo” che funziona è quella con il danese Sander Lyloff. I due viaggiano insieme per partecipare a tornei di backgammon organizzati in Europa e negli States. Nel 2005, il doppio Lyloff-Teltscher chiude al secondo posto in un importante evento Pro Am di backgammon organizzato a Las Vegas.
In quel momento i due giocatori non immaginano ancora che di lì a qualche anno si troveranno uno di fronte all’altro, ma su un altro tipo di tavolo: quello del poker. Teltscher ha però già iniziato la transizione verso il nuovo gioco, e lo ha fatto alla grande.
Nel settembre 2005, senza aver ancora messo a segno un solo risultato significativo con il Texas Hold’em, Mark Teltscher vince l’European Poker Tour di Londra. Supportato dal tifo locale – che però deve appoggiare anche altri due inglesi presenti al final table – l’allora 25enne si lascia alle spalle 241 avversari, per un ritorno economico di 280mila sterline. E’ la seconda vittoria consecutiva di un giocatore “di casa”, dopo quella ottenuta da John Shipley nel 2004.
Meno di tre mesi più tardi, Teltscher lascia di nuovo il segno. Il torneo è più prestigioso e potenzialmente redditizio dell’ancora giovane EPT. Si tratta del Fourth Annual Five Diamond World Poker Classic che si svolge al casinò Bellagio di Las Vegas. ll buy-in è di $5.000, una cifra che non spaventa i 233 iscritti. Il britannico vince superando al tavolo finale la concorrenza di ben 8 giocatori USA, tra i quali spiccano Lee Markholt (5°) e Michael “The Grinder” Mizrachi (4°), e si aggiudica la prima moneta di 374.965 dollari.
Nei due anni successivi arrivano un 11° posto all’EPT di Montecarlo e 4 ITM alle WSOP. Il 28 agosto 2007, Teltscher raggiunge di nuovo l’heads-up per il titolo in una tappa dell’European Poker Tour. Questa volta la location è Barcellona e il suo avversario è proprio Sander Lyloff. Il britannico ha la chance di diventare il primo vincitore di due EPT Main Event ma alla fine sarà proprio l’ex compagno di “avventure backgammonistiche” ad aggiudicarsi il torneo. Mark Teltscher si deve accontentare di un secondo posto che gli frutta 673.000 euro.
Gli scossoni nella carriera del britannico non sono finiti. Il 30 settembre dello stesso anno, Teltscher vince il più grande torneo di poker online al mondo: il WCOOP Main Event. A risultato acquisito, però, si scopre che ha usato l’account “TheV0id” intestato a sua sorella Natalie. Il suo, invece, è già stato eliminato dal torneo. Ha giocato su due account o c’è stato solo uno scambio? La prima ipotesi è la più probabile, ma in ogni caso Teltscher ha commesso un’azione illecita. La pokeroom infatti lo squalifica, nonostante il successivo ricorso della sorella che si infrange contro le evidenze presentate dagli organizzatori.
E’ un duro colpo per Teltscher, non solo per l’incasso mancato, ma anche a livello di immagine. Tra le conseguenze, c’è anche l’assenza dall’European Poker Tour per parecchi anni. Ciononostante, da vero lottatore quale è, il britannico si rialza e nel 2008 è runner-up dietro a Howard Lederer nell’Aussie Millions $100.000 Challenge, per un payout di $571.368.
Il resto della sua carriera è costellato da continue sparizioni e ricomparse, ma queste ultime sono sempre accompagnate da grandi risultati. I principali sono il 2° posto da $158.700 nel Doyle Brunson Five Diamond World Poker Classic edizione 2008 e il 6° posto nell’evento $3.000 NL Hold’em alle WSOP 2013 ($92k).
Sono passati sei anni dall’episodio che ha macchiato la sua carriera e che lo ha allontanato dall’European Poker Tour. Ormai ci sono i presupposti per ricucire lo strappo e riallacciare quella love story che dura ancora oggi.
Il professionista inglese ricompare all’EPT di Londra, piazzandosi ottavo nell’High Roller da £10.300 di buy-in. Seguono un 12° posto nel Main Event a Barcellona nel 2014, un 7° nel Super HR di Montecarlo 2015 e soprattutto arrivano i due colpi più grossi: 2° nell’HR di Barcellona sempre nel 2015 (€586k) e 3° in quello di Montecarlo edizione 2018 (€417k). Infine, quest’anno si è preso lo sfizio di chiudere 32° nel Main Event delle WSOP, ripagato con un premio da 280mila dollari.
Ad oggi, nel suo curriculum ci sono 17 ITM WSOP, 9 targati EPT Main Event, uno dell’Aussie Millions Poker Championship e 2 del circuito WPT principale, solo per citare i tour più famosi. Le vincite di Mark Teltscher ammontano a 5.159.000 dollari realizzati con solo 45 in the money, ovvero quasi 115mila dollari per ogni piazzamento a premio.
E’ il marchio di fabbrica di uno che non molla mai, di un grande campione del poker che non smette di competere anche nel backgammon e nel bridge.
Immagine di testa: Mark Teltscher (credits PokerNews)