In un certo senso, la vittoria di Lucien Cohen all’Estrellas Main event di Barcellona edizione 2023 è assimilabile a quella di Chris Moneymaker nel ME WSOP del 2003.
Il francese si definisce un “recreational player”, cioè uno che gioca per puro divertimento. Eppure questo risultato non è nemmeno il suo migliore. Cohen, infatti, vanta un curriculum da professionista. Prima della vittoria in terra catalana aveva già incassato quasi due milioni di dollari. Nel 2011 aveva addirittura vinto il Main Event dell’EPT di Deauville, battendo in finale lo svedese Martin Jacobson che sarebbe poi diventato campione del mondo di Texas Hold’em alle WSOP 2014.
Tra il 2011 e il 2013 Cohen è stato un giocatore molto in vista nell’ambito dei tornei live, andando a premio ben 21 volte. Poi la sua attività ha subìto un rallentamento. Forse per altri impegni – gestisce un’impresa di derattizzazione – o forse perché nel frattempo il poker è cambiato nella direzione di una maggiore competitività, Cohen ha vinto molto meno, pur realizzando altri 18 itm prima dell’Estrellas.
Ed è qui che le figure del francese e di Moneymaker si incontrano. Entrambi hanno vinto contro tutti i pronostici. Certo la vittoria dell’americano ha un valore e una dimensione globale non paragonabili al risultato di Cohen ma, fatte le debite proporzioni, i due eventi raccontano che nel poker chiunque ce la può fare.
E’ infatti evidente che per Lucien Cohen sono stati decisivi tanti colpi fortunati. Ha avuto ottime carte dal Day4 in avanti e ha battuto giocatori che erano nettamente più all’avanguardia a livello di gioco e più dotati tecnicamente. Non è una colpa essere fortunati, sia chiaro, ma di certo ci ricorda che nel poker la fortuna ha ruolo importante. Che questo sia il bello o il brutto del gioco, ognuno lo deve decidere da sé.
Per noi sottolinea il fatto che, come ci ha ben spiegato qualche giorno fa Felix Schneiders, al poker ci si deve avvicinare prima di tutto per divertimento. A maggior ragione adesso che vincere è diventato più difficile.
“Ratman”, così è stato soprannominato Cohen per la sua attività professionale (ma per noi è anche “Scatman” perché durante il torneo ha performato spesso e con grande abilità nel famoso pezzo musicale), ha eliminato 4 dei 5 avversari.
L’unica eliminazione che è gli sfuggita è stata la prima che ha per protagonisti l’israeliano Avihai Smadga e il belga Ferdinando D’Alessio. Tutto preflop con Smagda che manda la vasca con A♥8♥ e trova il call di D’Alessio con A♠Q♣. Q♥ al flop e game over per Smagda.
Da lì in avanti è stato Cohen-show. Il francese ha fatto un po’ di tutto, giocate strane ma anche qualche buon fold e tante tribet preflop, aiutato dalla sua chiplead. E ha chiuso punti decisivi. Un esempio?
Cohen apre a 2 milioni da utg con Q♦9♦ e trova il call da BB di Ankit Ahuja con J♣9♣. Il flop scende 8♣8♦7♥. Doppio check che fa arrivare un J♦ al turn. Il professionista indiano (103 itm tra i quali anche un final table WSOP) va in check raise per 4,1 milioni sulla bet 1,5 milioni di Cohen. Il francese ci crede e chiama. Al river si materializza un K♦ che gli consegna il colore: Ahuja checka e poi chiama la bet 8,5 milioni di Cohen il quale incassa così un piattone.
Poco dopo arriva l’eliminazione di Ahuja. L’indiamo mette quello che gli resta (11 mil.) da bottone con A♣6♦ ma trova il call del francese con coppia di 7: il borda non cambia nulla e il tavolo finale scende a 4 left.
Poco dopo è la volta di Danilo Velasevic, accorciatosi poco prima in un colpo contro Ferdinando D’Alessio. L’azione che elimina il serbo è molto simile a quella di Ahuja: all-in preflop con A♦6♣ e call di Cohen con 8♥8♦. La coppia del francese regge è Vekasevic è out.
A questo punto Lucien Cohen ha poco meno del doppio degli altri due stack messi assieme. E in breve tempo l’heads-up è servito.
“Ratman” apre a 3 milioni da SB con 10♦2♦, Petros Karadimos chiama da BB. Il flop è: 3♦Q♥9♠. Cohen c-betta 5 milioni in bluff ma il greco, nonostante abbia Q♣5♠, opta per il call. Col senno di poi è un errore. Cohen trova un 8♣ al turn che gli apre la scala a incastro. Con il gutshot in mente, il francese chiama la bet a 4 milioni di Karadimos. E pesca un perfetto J♦ al river che completa il progetto: all-in diretto e call di Karadimos che allo showdwon abbandona il final table.
L’heads-up tra Lucien Cohen e Ferdinando D’Alessio inizia con il recupero di quest’ultimo che riduce lo svantaggio fino al 2:1 per Cohen. Poi il francese chiude un’altra scala runner-runner con 8♣5♠ vs 6♠6♦ su questo board: Q♠5♥J♥10♦9♠.
Il belga di origini italiane ha un sussulto con coppia di 8 vs A♠8♠ ma l’azione lo vede puntare solo preflop e al flop 6♣9♦10♦. Al turn 10♥ e al river 6♥ nessuno investe più chips. Il torneo finisce 4 minuti più tardi.
Cohen rilancia 5 milioni da SB/D e D’Alessio difende il suo BB. Flop: K♥J♠10♦. Il belga fa check, Cohen punta 10 milioni e poi subisce il raise all-in per 77.500.000 di chips ma è pronto per il call con K♦8♣. Di fatto è un cooler perché D’Alessio ha K♠4♦. Il turn 8♦ assicura almeno il chop a Cohen, il river 7♣ gli fa vincere il più ricco Main Event nella storia dell’Estrellas Poker Tour.
Questo è il payout del final table a 6:
1 – Lucien Cohen, France, €676.230
2 – Ferdinando D’Alessio, Belgium, €415.320
3 – Petros Karadimos, Greece, €294.620
4 – Danilo Velasevic, Serbia, €232.090
5 – Ankit Ahuja, India, €177.810
6 – Avihai Smadga, Israel, €136.850
Immagine di testa: Lucien Cohen (credits RIHL)