Mancano meno di tre settimane all’EPT di Barcellona Season 2023. Il primo torneo, l’Estrellas Poker Tour Main Event, inizia infatti il 21 agosto per concludersi sei giorni dopo e lasciare il posto all’appuntamento più atteso: quello con il Main Event dell’European Poker Tour.
Il torneo principale è il fulcro di ogni appuntamento con la kermesse torneistica europea perché propone sempre field grandi e molto tecnici. In particolare a Barcellona che è la sede “più storica” dell’EPT e anche la più gettonata dagli appassionati di poker, vuoi perché facilmente raggiungibile, vuoi per la location (mare, clima, tante strutture ricettive), vuoi per l’ambiente festaiolo.
Insieme a Praga, Barcellona è anche la tappa più frequentata dagli italiani che nel capoluogo catalano hanno sempre raccolto buoni risultati. Tra questi, ricordiamo la vittoria di Lorenzo Sabato nel ME dell’Estrellas Poker Tour edizione 2013. E poi una serie di ben 8 tavoli finali nel Main Event EPT: Luca Pagano nel 2004, Dario Alioto nel 2005, Daniele Mazzia (2008), Francesco Notaro (2010), Luca Fiorini (2013), Andrea Dato (2014), Raffaele Sorrentino (2017), Pasquale Braco (2018).
La pagina finora più gloriosa appartiene però a Giuliano Bendinelli che lo scorso anno ha trionfato proprio nel torneo più importante di tutti. Un ricordo ancora fresco e che rimarrà indelebile nella memoria degli appassionati italiani di poker.
Ma di “memento” legati a Barcellona ce ne sono davvero tanti. E allora, mentre aspettiamo che arrivi lo start per l’edizione 2023, ce ne concediamo uno, anche se è non legato a un player nostrano.
L’azione che proponiamo arriva dalla Season 13 dell’European Poker Tour. L’anno è il 2016 e a Barcellona l’heads-up del Main Event EPT mette di fronte due giocatori non particolarmente noti nell’ambito del poker live, almeno fino a quel momento. Uno è l’israeliano Uri Reichenstein che arriva a Barcellona sulle ali di un 141° posto ottenuto nel ME WSOP di quell’anno e un argento conquistato a Cipro nel Merit Open sempre del 2016. Tolti quei due ottimi risultati, alle spalle ha soltanto 8 in the money. Diverso è il discorso se si parla di online, perché in quel caso Reichenstein è già un pezzo da 90.
L’altro è invece un giovane studioso di matematica nonché giocatore di scacchi che da poco ha scoperto il Texas Hold’em. Si chiama Sebastian Malec ed è arrivato all’EPT di Barcellona grazie a un modesto satellite vinto su Internet.
Presentato così, viene spontaneo aspettarsi una persona di poche parole e molti calcoli. Una sorta di nerd. Al tavolo da poker il polacco è invece un giocatore imprevedibile e un inarrestabile chiacchierone, per nulla intimidito dal palcoscenico nuovo e dalla giovane età. Ed è soprattutto grazie al suo show che Malec mette in difficoltà il suo avversario.
I due si scambiano più volte la chiplead, fino al livello 300k/600k ante 100k, quello decisivo. In quel momento Malec è avanti di pochissimo, 27,1 milioni contro i 26,35 del player israeliano, e decide di limpare con A♥3♥. Reichenstein si adegua con un check e 10♥9♣ in mano.
Scende il flop: J♠6♥Q♥, cioè flush draw per Malec e progetto di scala bilaterale per Reichenstein. Quest’ultimo esce puntando 800k. Il polacco, dopo aver commentato un po’ l’azione ed essersi alzato in piedi, risponde rilanciando a 3 milioni. Reichenstein chiama.
Il turn è un 8♥, una carta terribile per il giocatore di Tel Aviv perché chiude sia la sua scala che il colore nut per Malec. Il polacco – sempre in piedi – punta 5 milioni e poi dà vita a uno show clamoroso. “Folda subito così posso andare in bagno” dice al suo avversario. Reichenstein lo guarda molto perplesso ma alla fine decide di fare call. “Sei molto, molto coraggioso” commenta Malec.
L’ultima carta del board è un 8♦. Reichenstein checka per l’ultima volta. Il giovane polacco scuote un po’ la testa, si muove attorno alla sua postazione e poi dichiara l’all-in. Mentre l’israeliano va in the tank, Malec combina di tutto. Prima gli ricorda la storica battuta di Scotty Nguyen al ME WSOP 1998: “Chiama e la chiudiamo qua, baby” (You call, it’s gonna be all over baby!).
Reichenstein ribatte dicendo: “è strano, sembri dire la verità ma la mia testa dice che non è così“. “A me basta poter andare in bagno, tu folda e io vado a fare la pipì“. Va detto per inciso che al tavolo finale Malec ha bevuto parecchio, niente di troppo alcolico, ma il bisogno fisiologico potrebbe in effetti essere reale.
Poi arriva la perla, quando Malec dimostra di sapere cos’ha in mano il suo avversario: “non so cos’hai, forse [Tx][9x]…“. “Io invece penso che tu abbia chiuso colore” gli risponde Reichenstein. Allora Malec decide di allontanarsi e va in mezzo al pubblico assiepato sugli “spalti” che circondano il tavolo finale.
“Come va ragazzi?” mentre si siede vicino a un tizio che gli chiede “hai intenzione di vincere questo torneo?“. “Certo, lo vinco. Sono il nuovo campione EPT, qui nella mia testa” risponde Sebastiac Malec. Subito dopo i due si scattano un selfie.
L’eccessiva sicurezza del giovane polacco probabilmente è un tell sensibile, ma Uri Reichenstein non è più grado di ragionare. E’ stremato, logorato dallo show roboante di Malec e così alla fine l’israeliano mette una chip in mezzo per dichiarare il call. Sebastian Malec torna di corsa al tavolo – sempre bicchiere in mano – per mostrare il suo colore nut e per aggiudicarsi il Main Event dell’EPT di Barcellona a soli 21 anni.
Il resto è gioia pura, autentica e con tanto di lacrime. Assolutamente imperdibile.
Immagine di testa: Sebastian Malec (credits PokerNews)